GP Belgio: Vettel, laurea con lode all’università del circus. Halo salva Leclerc
Ha vinto di telaio e di motore, sui rettilinei e nelle curve lente, di gomme e di trazione. Ha chiuso la quindicesima gara in carriera condotta in testa dal primo all'ultimo giro, Vettel, alla tredicesima vittoria in rosso come Ascari. La Ferrari torna a vincere a Spa a nove anni dall'ultima volta e si conferma la più completa delle monoposto, la più stabile nelle linee. E aumentano i rimpianti per l'incidente in apertura che senza colpe ha coinvolto Raikkonen. Hamilton, secondo e inquieto nel finale, precede un Verstappen che si prende la Red Bull nella settimana dell'addio annunciato e del quinto ritiro di Ricciardo. Stroll senior festeggia il quinto posto di Perez e il sesto di Ocon, primo capitolo della nuova storia della Force India che perde i punti del Mondiale costruttori dopo il cambio di proprietà, Grosjean riscatta una stagione difficile con un buonissimo settimo posto.
L'incidente in partenza
Ocon, che eguaglia come Perez la sua miglior qualifica di sempre, punta dentro Vettel che sfoggia uno splendido sorpasso all'esterno su Hamilton prima della virtual safety car. Ma la gara della Ferrari è già cambiata, e non in meglio.
Alla prima curva Alonso, al quinto ritiro nelle ultime otto gare, decolla su Leclerc, come Grosjean fece su di lui quando venne squalificato per una gara. Stavolta però la colpa è di Hulkenberg che toppa completamente il punto di frenata e sperona l'asturiano. Era ancora in quarta marcia, sottolinea Matteo Bobbi di Sky, quando scatena l'incidente senza conseguenze grazie alla protezione dell'Halo, fondamentale perché di fatto salva la testa di Leclerc facendo rimbalzare la ruota della McLaren dell'asturiano.
I rimpianti di Raikkonen
Perde due giri Ricciardo, che perde l'ala posteriore nelle conseguenze del volo di Alonso e va nel ricadere a forare la posteriore destra di Raikkonen. Iceman monta le medie per tentare di andare al traguardo senza ulteriori soste. Bottas, che inizialmente sembrava voler coprire la stessa strategia, opta invece per le Supersoft. Ma il fondo è danneggiato e i meccanici lo fermano di nuovo al settimo giro, per compensare un po' con il set-up dell'ala: ci proverà per un giro e mezzo, ma continuare è impossibile e nemmeno troppo sensato, a quel punto, potendo e dovendo conservare le power unit. "Sono stato colpito da dietro, ho danneggiato fondo e gomma posteriore, la gara per me era finita. La macchina era troppo danneggiata, il DRS continuava ad aprirsi da solo, non potevo continuare" ha detto Raikkonen.
La Ferrari si conferma la più completa
Resta il rammarico perché, partendo sesto ma senza Bottas davanti, avrebbe potuto far da "scudiero" a Vettel in una strategia a due punte contro Hamilton, avendo anche una macchina dall'assetto più scarico. La Ferrari che fa la differenza nel primo e terzo settore rispetto anche alla Mercedes, e avrebbe potuto avvantaggiarsi nel guidato rispetto alle Force India, che pure nelle prove toccavano velocità di punta simil-Mercedes. Finisce così a cinque la striscia di podi di fila di Iceman, la più lunga dal 2007.
Ma la Ferrari si conferma la vettura più completa, con l'assetto più scarico amministra anche se al 30mo giro i migliori settori sono tutti griffati Mercedes. Vettel, per la verità, non è che rallenti. I tempi dopo il 35mo passaggio fra il tedesco e il britannico sono praticamente identici, e sui livelli di Bottas che dietro spinge con pista libera e con gomme più fresche.
Vettel – Hamilton, che duello al pit stop
Vettel e Hamilton, che nel secondo settore viaggiano sugli stessi tempi, restano separati da 3 secondi e poco più. Il britannico, che inizia a soffrire di blistering poco prima del ventesimo giro, gira su tempi di un paio di decimi rispetto a quelli di Vettel dell'anno scorso. I meccanici Mercedes tentano anche la finta al box, escono senza aver ordinato la sosta, ma i rivali non ci cascano. Più simili le traiettorie nelle curve chiave del secondo settore dei leader del Mondiale rispetto a ieri, quando sul bagnato Vettel andava più sui cordoli esterni alla 8 e alla 14 mentre Hamilton, nonostante l'ala posteriore molto più flessibile e ballerina, andava prima verso il punto di corda.
Il campione del mondo è il primo a fermarsi, al giro 22. Monta le gialle, rientra dietro Verstappen e parte come una furia con l'obiettivo di stampare un giro da qualifica. "Spingi Seb" chiedono via radio a Vettel, che si ferma solo un giro dopo. I sei decimi nel settore centrale nell'ultimo giro del tedesco prima della sosta fanno la differenza e gli permettono di evitare l'undercut.
Si libera subito dell'olandese che non tira la staccata, e la seconda metà di gara si trasforma in un duello uno contro uno: e tutto il mondo fuori. Una gara da vincere in pista, in cui si vince e si perde come singoli per trionfare come squadra, in cui vincere o morire per ogni singolo centimetro. Highway to the danger zone, autostrada per la zona calda, per dirla con Kenny Loggins che al cinema accompagna le evoluzioni dei Top Gun. E i piloti, di cielo e di terra, si nutrono solo di volontà di precisione e pensiero veloce.
Negli ultimi tre o quattro giri, poi, Hamilton continua a perdere decimi e a cambiare mappe sul volante. Segno di qualche problema per il britannico e di sollievo per il tedesco che a Monza si presenta forte del 400mo podio per un pilota tedesco in Formula 1. E punta dritto ai 15 successi in rosso di Lauda, secondo dietro solo a Michael Scnhumacher.
Verstappen oscura Ricciardo sotto la marea orange
La marea orange vola sull'attacco di Verstappen che dopo 15 giri ha il miglior intertempo nel primo settore. L'olandese ha pure una macchina più scarica e brucia facilmente Perez per salire in zona podio. Qui, dove gli piace sempre concedersi waffles e le tipiche patatine belghe, Verstappen amministra: sarebbe scellerata ogni altra scelta, a dieci secondi da Hamilton. Anche se già dopo 12-13 giri Horner lo avverte: attento a Bottas per il podio. La macchina però, dice l'olandese, si guida bene, è molto bilanciata.
Il quinto ritiro stagionale di Ricciardo, recordman in negativo con Alonso e Hartley, esacerba la crisi dell'australiano in Red Bull. Suona quasi simbolico dopo l'annuncio della decisione, autonoma a suo dire, di passare in Renault per aprire una nuova storia, con viva e vibrante soddisfazione di Alain Prost, consulente della casa francese che ha paragonato la decisione di Ricciardo alla sua di passare in Ferrari nel 1989. Vuole la pioggia, Verstappen, ma il grigio tiene. E il grigio diventa rosso. E si deve guardare, in attesa di Monza.