GP Canada, le Mercedes volano, la Ferrari balbetta
Numero jolly, 4. Pole position numero 44, la quarta in Canada, per Lewis Hamilton, che a Montreal non partiva davanti a tutti dal 2010. Il campione del mondo ha fatto la differenza nel terzo settore. E' qui che Rosberg, staccato solo di 4 millesimi nel giro lanciato in Q3, ha perso la pole per 3 decimi. Raikkonen, cui si chiedeva di mostrare un piglio diverso in qualifica, si conferma il migliore degli altri. Chiude terzo, Iceman, staccato di poco più di 6 decimi da Hamilton, e riesce comunque a migliorarsi leggermente nell'ultimo tentativo che però gli consente solo di staccare Bottas, quarto, e la vera rivelazione del weekend, Sebastien Grosjean. Il francese, quinto, si ritroverà a partire in terza fila per la prima volta dal Gran Premio di Spagna dell'anno scorso. Accanto a lui il compagno di squadra Maldonado: per ritrovarlo così avanti in griglia bisogna tornare al terzo posto nella qualifica di Abu Dhabi nel 2012. Miglior piazzamento in griglia in F1 per Hulkenberg, settimo davanti a Kvyat, Ricciardo e Perez.
Fuori Massa e Vettel – Dopo i gettoni spesi e il buon venerdì, Vettel affonda in Q1. "OK, c'è qualcosa che non va" nota all'inizio del primo stint. "Sì, abbiamo un problema all'unità MGU-H" gli rispondono mentre Raikkonen gira quattro decimi più lento delle Mercedes. Il tedesco è costretto a un solo tentativo lanciato in Q1, ma finisce un decimo dietro Alonso e solo col sedicesimo tempo, ma guadagna una posizione per la penalizzazione di Verstappen. Vettel, partito sempre tra i primi tre in Canada dal 2008, non si trovava così indietro in griglia dal GP di Abu Dhabi dal 2014. "Ci è subito mancata potenza" ha spiegato a caldo alla BBC, "abbiamo fatto tutto il possibile per rientrare ma non ci siamo riusciti. Non credo che il problema abbia a che fare con il motore, credo si sia trattato più che altro di una questione di elettronica". Fuori anche Felipe Massa, che ha un evidente problema di potenza alla fine del primo stint, che ricorda un po' quanto gli è successo l'anno scorso a Sochi, l'ultima volta in cui si è trovato così indietro in griglia (18° allora). "Assurdo, non posso crederci" commenta il brasiliano. Riesce invece in un mezzo miracolo la Sauber, che rimanda in pista Nasr dopo l'errore e lo schianto alla fine della PL3. Il rookie, che ha iniziato a scaldare le gomme con il DRS aperto ed è andato a sbattere contro le barriere con un impatto di 7,8G secondo la telemetria della scuderia, evita anche il taglio con una Sauber che presenta ancora il vecchio propulsore, non la versione evoluta montata sulla SF-15-T.
Rivelazione Lotus – E' allora tutto finlandese il duello più interessante per salvare l'orgoglio di Williams e Ferrari. La prima battaglia la vince Bottas, che stacca Raikkonen di un decimo. Per la McLaren, che ha iniziato le qualifiche con la mancata partenza di Button, bloccato da un problema all'ERS in PL3, resta almeno la qualificazione in Q2 di Alonso. L'asturiano, che ha saltato le libere in mattinata, deve già montare il quarto motore della stagione, sceglie le supersoft per evitare il taglio in Q1 Di sicuro, i gettoni spesi per migliorare l'affidabilità dopo il GP di Monaco non sono serviti quasi a nulla: la Honda rimane di gran lunga il peggior motore del Mondiale. Mentre la Red Bull resta ai margini della top-10 (con Kvyat che si salva solo in extremis), la Lotus si conferma la vera rivelazione del week-end. Grosjean è ancora terzo alla fine della Q2, come nella prima e nella terza sessione di libere, e con la più elevata velocità di punta (340.6 kmh); un Maldonado veloce e più preciso del solito chiude con il sesto tempo. E' la seconda volta quest'anno, dopo Melbourne, che la scuderia di Enstone riesce a piazzare due piloti tra i primi 10. Anche se poi li fa rientrare esattamente nello stesso secondo nella terza e ultima parte, in quello che rimarrà il momento più bizarro di questo sabato. Entra in Q2 anche Verstappen, che chiude con il dodicesimo tempo ma dovrà essere penalizzato di 15 posizioni, 5 per l'incidente di Monaco e 10 per aver cambiato il propulsore per la quinta volta dall'inizio del Mondiale. Potendo arretrare solo di 8 posti, partirà ultimo e sarà obbligato a uno stop-and-go di dieci secondi nel corso della gara. Molte, dunque, le variabili e le gerarchie da ridefinire in una corsa spesso segnata dalle geometrie variabili e da un quid di imponderabile. La storia, evidentemente, è destinata a ripetersi.