GP Cina: Ferrari, un sabato da record
Un sabato italiano. Tre indizi che diventano una prova. La Formula 1 2018 è la fine del mondo per come la conosciamo. La primavera cinese fa elevare l'anno del Cavallino. La Ferrari migliora di sette decimi rispetto all'anno scorso, Vettel arpiona la seconda pole di fila e il record della pista: 1'31″095 il tempo della gloria, 87 millesimi più forte di un Raikkonen secondo e un po' deluso. Ha stampato un parziale record nel terzo settore, ha firmato la 52ma pole in carriera, ha cambiato la storia e l'orizzonte rispetto a un anno fa. Tra Ferrari e Mercedes oggi a Shanghai c'è mezzo secondo. Hamilton, in grande difficoltà con il bilanciamento al posteriore, partirà anche dietro Bottas. Terza fila per i due Red Bull, costretti a scendere precauzionalmente di potenza dopo la rottura della power unit di Ricciardo (sesto) nell'ultima sessione di libere. Si conferma primo degli altri Hulkenberg settimo davanti Perez, Sainz e Grosjean a chiudere la top 10.
Strategie: Ferrari e Mercedes con le Soft
Nella prima gara del 2018 con un salto di mescola (non c'è la supersoft), i quattro assi di due colori diversi, i top driver Ferrari e Mercedes, partono tutti con le soft. Ma la dotazione con medie e ultrasoft può garantire strategie variegate in gara. E' questa anche la convinzione di Mario Isola che ha puntato sulla ricerca di "un divario equo tra le tre mescole disponibili. I dati indicano finora un gap di circa 9 decimi al giro tra medium e soft, mentre quello tra medium e ultrasoft è di circa 1″6" ha detto. Le previsioni meteo suggeriscono condizioni "piu miti, a favore di mescole più dure e con temperature d’utilizzo più elevate" ha aggiunto. Condizioni che non dispiacciono certo a Lewis Hamilton, convinto che la soft, la gomma gialla, sia sempre la miglior garanzia per le Frecce d'Argento, per la sua W09 nella corsa verso la prima vittoria della stagione.
Anche perché la Mercedes, nel pomeriggio più freddo di venerdì, si è rivelata piuttosto instabile al posteriore e più in difficoltà nel mantenere nella giusta finestra di utilizzo gli pneumatici high-working range, come appunto le soft, che cioè richiedono temperature più alte di utilizzo per funzionare al meglio.
Ferrari, un sabato da record
Vettel e Raikkonen, molto più stabili nei cambi di direzione nel terzo settore, alle curve 12 e 13, scelgono le Soft per il Q2 come le Frecce d'Argento. Iceman, a parità di gomma, fa anche meglio di Hamilton nel giro lanciato in Q2. E' più bilanciata la SF71H, più facile da guidare. Servono meno correzioni di volante, a Vettel e Raikkonen, per entrare puliti nella combinazione della curva 2 e 3, hanno meno angolo volante ed escono senza portare le ruote esterne sul tappetino oltre il cordolo alla curva che immette sul back-straight.
Fra Iceman, ancora decisissimo nel giro secco e più a suo agio nel trovare il set-up ideale, e il tedesco nel secondo stint passano 99 millesimi nel miglior giro in Q2 con le soft. Raccolgono anche qualche dato con un giro abortito in Supersoft, con tanto di parziale record di Vettel nel secondo settore. Restano i parziali strepitosi di Raikkonen con le gomme gialle, a suggerire che il rosso potrebbe rimanere il colore di riferimento anche domani.
Mercedes, il grigio non brilla più
Hamilton arriva alla qualifica, sul tracciato migliore per le Frecce d'Argento fra quelli in calendario, l'unico su cui abbia infilato sei pole di fila in sei stagioni fino al 2017, con tanti dubbi. E aumentano dopo gli otto decimi nel primo duello con le Ferrari in Q1. Il campione del mondo ha negato in Bahrain l'esistenza del "bottone magico", del "party mode", insomma della mappatura estrema con boost di potenza che caratterizzava soprattutto le prestazioni in Q3 dell'anno scorso. Ma deve andare su di potenza e tanto già in Q2. E Hamilton tira fuori un giro alla Hamilton. Bottone magico o no, la magia si crea e il tempo scende di quasi un secondo e mezzo rispetto al Q1. il britannico è pulito, veloce, di nuovo perfetto. Ma è solo un'illusione.
Rimane però la maggiore fiducie in casa Mercedes nelle mescole più dure, in fondo riescono a far rendere le Soft al pari delle morbide. Una scelta coerente con l’ennesimo long run di Bottas ieri con le medie.
Qual è la vera McLaren?
La Mclaren si conferma una buonissima macchina come telaio, come inserimento in curva, ma è la più lenta delle motorizzate Renault sul rettilineo. Dalle indicazioni, la MCL33 manca di efficienza aerodinamica: per un certo livello di downforce, di carico, c'è una resistenza all'avanzamento più elevata. Molti, scrive Jonathan Noble su Autosport, "hanno suggerito che il rendimento in curva non è il modo giusto per valutare il valore delle monoposto. Ingegneri dei team rivali puntualizzano che la McLaren sembra correre sempre in configurazione da alto carico, per cui è naturale che le prestazioni in curva siano migliori". Anche per questo in Bahrain si sono visti i nuovi deviatori di flusso, che abbandonano il concept sinuoso per avvicinarsi a uno stile più vicino alla Ferrari 2017 con l'obiettivo di gestire meglio i flussi d'aria e contrastare i vortici.
Perez salva l'orgoglio Force India
Perez salva l'onore Force India, ma l'orizzonte resta in linea col cielo grigio e fosco di Shanghai. “Avevamo dei dubbi sui dati raccolti in pista” ha detto il direttore tecnico della Force India, Andy Green, ieri. Escluso un problema di dati in galleria del vento, la questione rimane: perché la realtà è così lontana dalla teoria? Manca soprattutto il bilanciamento al posteriore, ha ammesso Green, e questo finisce per oscurare anche gli effetti della nuova ala anteriore introdotta in Bahrain. L'orizzonte è già su Barcellona, dove il team porterà un pesante pacchetto di novità per correggere quello che Green ha definito "un errore di concetto nella macchina 2018 che, a dispetto di quello che potrebbe sembrare, è molto diversa da quella dell'anno scorso. Forse c’è bisogno di tornare indietro”.
Gli altri: Williams, che disastro
Hartley, che qui ha il record della pista in WEC, artiglia l'ultimo posto in Q2 e tiene fuori Gasly, strepitoso quarto in Bahrain, frenato però da un errore nel settore centrale. Il gap di motore si fa sentire eccome sul lunghissimo backstraight e affonda anche le speranze della Sauber. Piccola consolazione per Leclerc il mezzo secondo che rifila al compagno di squadra Ericsson, condizionato però da uno dei tanti bloccaggi visti alla curva 14. Piccola quanto l'aver battuto il compagno di squadra per Sirotkin, che complica lo scenario immediato di Stroll ma certo non danno luce a una Williams nata sotto una stella nera. La Williams è un disastro, e avere due piloti con poca esperienza non è il miglior modo per tentare di uscire dal tunnel.