F1, GP Cina: Hamiton e Seb, sfida mondiale. E Vettel dà spettacolo nei sorpassi
Cielo grigio su, frecce grigie giù. Lewis Hamilton impone ritmo e colore dominante al GP di Cina e si conferma il più titolato a Shanghai. Non toccato da incidenti e safety car, evita di finire scavalcato ai box e amministra il vantaggio. Lo spettacolo, però, lo fanno dietro. Verstappen, partito 17mo, chiude terzo e regala due sorpassi da applausi su Ricciardo, quarto, e Vettel. Il tedesco, secondo, celebra l'88mo podio in carriera con un sorpasso vecchio stampo, senza DRS, sull'australiano suo vecchio compagno di squadra.
Solo sesto Raikkonen, che ha visto allungare il suo personale cahier de doléances: ha avvertito problemi di sottosterzo e di erogazione della potenza, si è lamentato dell'aderenza e di non sentire l'anteriore a 20 giri dalla fine, ma non ha mai davvero inciso. A punti vanno anche Bottas, un ottimo Sainz, unico a partire con le Super Soft, Magnussen, per la prima volta in top 10 da Singapore 2016, Perez e Ocon, che eguaglia il suo miglior piazzamento (a Melbourne due settimane fa) e conquista il secondo punto in F1 in stagione e in carriera. Male Giovinazzi, che ripete l'errore di ieri e si schianta sul rettilineo d'arrivo, e Stroll che paga l'inesperinza andando a chiudere troppo su Perez.
Un po' di numeri
Hamilton si regala la 54ma vittoria in carriera, secondo all time dietro le 91 di Schumacher, la 51ma per la Mercedes in 60 gare nell'era dell'ibrido. Così uno tra il vice campione del mondo e Vettel, decimo all time fra i ferraristi con più podi in appena 40 gare, ha vinto 75 degli ultimi 80 GP: più duopolio di così non si può. Hamilton firma così il podio numero 106 in carriera e aggancia Prost al secondo posto nella classifica di tutti i tempi grazie alla 33ma accoppiata pole-vittoria (solo Schumacher, 40, ne ha celebrate di più). Il pilota del giorno, però, è Verstappen che recupera 14 posti e finisce sul podio: mai aveva guadagnato così tante posizioni in F1 (finora il suo primato risaliva a Spa 2015 quando partì 18mo e chiuse ottavo).
Non è un GP per debuttanti
Il vento (1,5 metri al secondo), la pista bagnata che via via si asciuga, la difficile scelta fra le intermedie e le slick (rischia solo Sainz con le Super Soft): si moltiplicano le variabili, si differenziano le scelte nel secondo GP di una stagione in cui, parola di Vettel, "la Formula 1 è tornata dove dovrebbe essere, con i piloti che possono spingere al massimo". Il giro più veloce, nonostante la pista umida, abbassa di quattro secondi la migliore prestazione in gara dell'anno scorso firmata da Hulkenberg, penalizzato di 15 secondi per un doppio sorpasso in regime di safety car. Condizioni che rendono il GP di Cina "a man's job" per dirla con Bruce Springsteen. Non è proprio il gran premio dei debuttanti. Dura meno di un giro il primo GP di Cina di Lance Stroll, speronato da Perez che cerca di passarlo all'interno, anche se il canadese stringe un po' troppo e rende il contatto inevitabile (con l'angolo di curva così stretto, comunque, potrebbe non aver visto il tentativo di attacco del messicano).
Giovinazzi, che sfortuna!
Finisce al quarto, invece, la gara di Giovinazzi, nello stesso punto e nello stesso modo delle qualifiche, contro le barriere sul rettilineo d'arrivo. Un weekend costoso e indubbiamente disastroso per il talento di Martina Franca. Della pausa approfittano praticamente tutti per abbandonare le gomme da pioggia. L'inconveniente alla pompa di benzina che costringe al ritiro Vandoorne dopo 18 giri completa uno scenario chiaro: al di là della sfortuna, nelle condizioni estreme l'esperienza resta un valore determinante. Vedere per credere la guida "da animale", ipse dixit, di Alonso che tiene la McLaren in zona punti fino al momento del 51mo ritiro in carriera, il primo in Cina dopo 13 edizioni concluse sempre al traguardo.
Il Toro e il Cavallino: inizia il duello
I 380 metri fra la griglia di partenza e la prima curva, lontana quanto poche altre nel Mondiale, aiutano un Vettel partito non benissimo, e sotto indagine perché occupa male il suo slot in griglia spostandosi troppo verso l'interno, a difendersi dall'attacco di Bottas. Chi parte alla grande, invece, è Verstappen che si ritrova già settimo alla fine del primo.
Dopo la safety car, virtuale prima e reale poi, Verstappen brucia Raikkonen che lamenta problemi di erogazione della potenza del motore. Ancora più apprezzabile, per quanto agevolato dal DRS, quello su Ricciardo che ha scelto di rischiare le Super Soft e giocarsi un pit stop in regime di safety car, quando sono i piloti a fare la differenza più e prima dei telai e delle power unit. Bottas si gira e scivola dodicesimo, Perez stampa un paio di sorpassi decisi, brillante il secondo su Kvyat, Alonso gira come e meglio dei migliori in curva. "Ci servirebbe un altro po' di pioggia" commenta via radio, dopo aver zittito i tecnici che gli ricordavano di bere.
Vettel, un sorpasso da applausi
Le Ferrari, con le morbide, fanno più fatica a tenere il ritmo delle Red Bull con le più morbide delle tre mescole a disposizione. Verstappen, da diciassettesimo a secondo in 11 giri, recupera anche su Hamilton, che pure ha montato le Soft mentrein pista girava la safety car. Il britannico, però, sa che può anche finire la gara senza altre soste mentre le due Red Bull saranno costrette a fermarsi un'altra volta. Ricciardo, intanto, continua a fare "da tappo" alle Ferrari e a lamentarsi del sottosterzo, come ieri Raikkonen che continua ad avere problemi. "Che diavolo sta succedendo alla curva 12?" chiede sempre più spazientito, "non ho proprio potenza lì". Alla curva 6, al 20mo giro, Vettel vede uno spazio all'interno e si butta dentro: passa il compagno di squadra e si lancia all'inseguimento delle Red Bull. Il secondo tempo del duello fra Toro e Cavallino può cominciare.
Vettel comincia a scrivere un finale diverso con l'attacco muscolare a Ricciardo alla curva 7 (giro 22). Ci mette un gusto in più, almeno così appare, ad andare ruota contro ruota contro l'ex compagno di squadra che da rookie andava più forte di lui in qualifica e in gara e di forza, con merito, si è preso il posto di prima guida Red Bull. Vettel recupera 6-8 decimi a giro sull'olandese mentre dietro Perez si ferma per una seconda sosta (sceglie le Supersoft) e Bottas prova a risalire con qualche difficoltà. L'inseguimento dura lo spazio di pochi giri. Al 28mo passaggio Verstappen, che poi dovrà fermarsi ai box per montare le Super Soft e rientrerà sesto dietro Bottas, blocca le ruote in frenata all'ultima curva, Vettel ringrazia e si infila.
Finalmente lo spettacolo
A metà gara, il tedesco ha il miglior parziale nel primo settore e 11 secondi da recuperare su Hamilton, che viaggia come nessun altro nel tratto centrale e finale ma già un paio di volte ha chiesto ai box se davvero deve arrivare fino alla bandiera a scacchi con lo stesso treno di Soft. La risposta arriva al giro 36: no. Anche se si ferma prima Vettel (34° passaggio), e come il britannico e Bottas (penalizzato da un ritardo nell'avvitare una delle gomme nuove) continua con le Soft. Una scelta forse un po' troppo conservativa stavolta per la Ferrari, e insieme la conferma che le Mercedes quest'anno hanno bisogno della perfezione per mantenere il vantaggio sulle Rosse.
Nell'anno del Gallo, dunque, in Cina Toro e Cavallino pari sono. Il "bottone magico" che fa volare le Frecce d'Argento in qualifica, continua a fare tutta la differenza del mondo. Ma in gara, stavolta, di sorpassi veri se ne sono visti eccome. La libertà, nell'era Liberty Media, è anche questo. La libertà è partecipazione allo spettacolo.