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GP Cina: il circuito di Shanghai curva per curva

La Formula 1 torna a Shanghai. E’ il primo dei circuiti progettati da Hermann Tilke in calendario. Presenta uno dei rettilinei più lunghi e la frenata più dura del Mondiale. E’ un circuito a carico medio-alto. Pirelli porterà medie, soft e super soft. Parte la sfida alla Mercedes, in pole negli ultimi 5 anni. Hamilton re di Cina: 4 vittorie e 7 podi.
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È il primo “tilkodromo” in calendario. È la prova del nove per Ferrari e Mercedes. È lo Shanghai International Circuit, il tracciato cinese nel distretto di Jiading, a una trentina di chilometri dalla capitale, che ospita la seconda prova del Mondiale. “Di norma, è un tracciato imprevedibile, che mette alla prova le macchine, le gomme e le power unit” spiega Eric Boullier, racing director McLaren. Il tracciato, inaugurato nel 2004 e costato quasi 2.6 miliardi di yuan (450 milioni di dollari), progettato in modo da assomigliare al carattere cinese shàng (上) che significa "sopra" o "salire" ed è alla base del nome Shanghai, prevede curvoni veloci e il rettilineo più lungo del mondiale. Qui la Mercedes dovrebbe essere favorita per il passo lungo, anche se il direttore Toto Wolff ha ammesso che la scuderia sta lavorando per ridurre la massa e il peso complessivo della W08, con l'obiettivo di togliere i 5 chili in più che Auto Motor und Sport attribuisce alle Frecce d'Argento.

Futuro incerto

Il contratto con la Formula 1 scade nel 2017 ma il governo ha inserito comunque il gran premio tra gli eventi sportivi da promuovere e valorizzare nel Programma di Sviluppo dell'Industria Sportiva di Shanghai 2016-2020. Alla prima edizione, nel 2005, hanno assistito 250 mila spettatori e altri 30 milioni hanno guardato il GP su CCTV. Già cinque anni dopo, le presenze di erano ridotte quasi della metà e la tv pubblica aveva rinunciato ai diritti di trasmissione cedendoli a canali regionali. La Cina, che ha un pilota e una scuderia in Formula E, sembra aver perso passione per la F1, un fenomeno che coinvolge anche la Malesia (l'accordo con Sepang non va oltre il 2018) e Singapore.

Gli organizzatori della corsa, la Juss Event Management, hanno comunque manifestato ottimismo sul rinnovo del contratto e sulla sostenibilità del GP nel lungo periodo. Per la soddisfazione del nuovo CEO del circus, Chase Carey, convinto che l'America e l'Asia siano due aree chiave per la crescita di questo sport.

Come si guida

“Shanghai è un tracciato molto rapido rispetto a Melbourne, è un bel test per i piloti con una velocità media elevata” ha detto Alonso. “La prima curva poi è la mia preferita in assoluto in tutto il Mondiale”. I piloti vi arrivano a 325 metri dalla linea di partenza e affrontano una staccata lunga, in leggera discesa. Finito il primo curvone si entra subito nella 2, a sinistra, con una frenata graduale che può portare a perdere controllo al posteriore senza un'ottimale taratura del brake by wire. “Sono due curve che sembrano non finire mai” ha detto Nico Hulkenberg, “che consumano la gomma anteriore sinistra. La seconda diventa sempre più stretta, è lunghissima e ti sputa verso la 3”, un tornante a destra che apre verso le due curve veloci, la 4 e la 5, e il secondo settore.

La parte centrale è la più lenta, la più guidata del tracciato. Si apre con una frenata potente (curva 6) che apre verso la combinazione veloce della 7 e della 8, una sinistra-destra con elevata accelerazione laterale, superiore i 3G per 4”. Meno impegnative le staccate delle due curve successive che, dopo un allungo in piena accelerazione, conducono al terzo settore.

Il tratto finale su apre con la curva 11, in cui si passa dai 300 ai 100 kmh, per avviarsi poi verso la successione della 12 e della 13, che un po' come le prime due pieghe del tracciato si possono interpretare come un'unica curva a raggio crescente che esalta la stabilità della vettura soprattutto nei primi giri della gara. Segue il lunghissimo back-straight, il rettilineo da 1170 metri in cui il motore viaggia a piena potenza per 15 secondi e “hai anche il tempo di compilare il modulo per le tasse e prendere un caffè” ha scherzato Hulkenberg. Poi però ti svegli e ti ritrovi a dover affrontare la frenata più dura e una delle curve più strette del Mondiale, con una decelerazione che fino all'anno scorso raggiungeva i 5.8G e quest'anno, con le velocità più elevate, è destinata a salire ancora. Per questo sarà ancor più importante mantenere la traiettoria interna per mantenere la massima velocità alla 15 e arrivare così nelle migliori condizioni alla frenata della 16 che reimmette sul rettilineo di partenza.

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Le gomme

Pirelli, che si aspetta un graning ridotto come nei test a Barcellona, porta Medium, Soft e SuperSoft con l'obbligo di conservare un treno della mescola più morbida per la Q3 e usare uno di morbide o di medie in gara. E come per tutte le prime cinque gare di stagione, a Shanghai le squadre hanno tutte 7 set della mescola più morbida tra quelle nominate, 4 di quella media e 2 di quella più dura “Ci aspettiamo un utilizzo prevalente di soft e supersoft, a seconda ovviamente del tempo imprevedibile, tanto più che ogni pilota ha a disposizione soltanto due set di medium” ha detto il nuovo responsabile car racing Mario Isola. “In caso di pioggia e condizioni climatiche fredde saranno forniti pneumatici da bagnato con una mescola diversa, realizzata con l’obiettivo di dare ai piloti un maggiore grip”.

Gli aspetti chiave

Dal punto di vista aerodinamico, la pista richiede un carico medio alto per garantire un comportamento ideale della vettura nelle curve lente, soprattutto le prime quattro, la 12 e la 14. Questo, naturalmente, influisce negativamente, insieme alle elevate velocità che si raggiungono sui rettilinei, sul consumo delle mescole più morbide e soprattutto sull'anteriore sinistra, la più sollecitata. Non molto severo per il cambio, il tracciato mette decisamente più alla prova l'impianto frenante per il grip laterale e soprattutto le tre staccate potenti, in particolare alla curva 14. Mediamente sollecitato il motore, con la farfalla aperta solo per quasi il 60% del tempo sul giro. La mappatura delle power unit, però, deve garantire anche un'erogazione progressiva della potenza e un freno motore che non tolga stabilità al posteriore.

Numeri e curiosità

Nelle tredici edizioni del gran premio, solo in due hanno vinto più di una volta: Fernando Alonso, che si è imposto nel 2005 e nel 2013, e Lewis Hamilton, primo nel 2008, 2011, 2014 e 2015, con il margine più ridotto di sempre a Shanghai: 714 millesimi su Nico Rosberg. L'anno scorso il tedesco ha invece firmato la sua 17ma vittoria in Formula 1 con il vantaggio più largo nella storia su questo circuito, 37.776 secondi su Vettel, diventando il primo pilota dopo Michael Schumacher (2004) a iniziare una stagione con tre vittorie nelle prime tre gare.

Schumi, che vanta il record della pista, ha vinto qui nel 2006 partendo sesto: nessuno si è imposto a Shanghai da una posizione più bassa in griglia. La pole, però, non è così determinante, garantisce la vittoria solo nel 58% dei casi. Hamilton, invece, ha ricordi in chiaroscuro. Oltre alle 4 vittorie, infatti, nel 2016 a dispetto dei 18 sorpassi ha chiuso solo settimo, la sua peggior posizione dal nono posto a Interlagos nel 2013. Il britannico è anche salito sul podio più di tutti a Shanghai (7), davanti a Rosberg, Alonso, che ha sempre visto la bandiera a scacchi in ogni edizione dal 2004, e Raikkonen (5).

Due le sorprese, infine, l'anno scorso. Per la sesta volta nella storia, tutte le vetture sono risultate classificate alla bandiera a scacchi. E Nico Hulkenberg, 116 gare senza vittoria (nona striscia negativa più lunga all time, guidata da Andrea de Cesaris, 208), pur 15° ha centrato il suo secondo giro più veloce in carriera, dopo Singapore 2012.

Shanghai è soprattutto un circuito caro alle Mercedes. Qui, infatti, nel 2012 Rosberg ha firmato la sua prima pole position, e portato per la prima volta le nuove Frecce d'Argento davanti a tutti in griglia. Da allora, nessun'altra scuderia è partita al palo a Shanghai. La sfida è lanciata.

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