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GP di Monaco story, 2001: Schumi e l’ultima vittoria della Rossa nel Principato

La Ferrari domenica proverà a sfatare un tabù che dura da 16 anni, da quanto Michael Schumacher portò la Rossa per l’ultima volta sul gradino più alto del podio nel Principato.
A cura di Michele Mazzeo
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Ci siamo. Domenica andrà in scena quello il Gran Premio di Monaco, una di quelle gare che hanno fatto la storia dell’automobilismo. Da quanto dimostrato nelle prove libere del giovedì sembra che quest’anno la Ferrari, con Sebastian Vettel e anche con Kimi Raikkonen, possa davvero conquistare la vittoria sul circuito cittadino tra le strade del Principato che nella sua lunga storia non ha riservato moltissime soddisfazioni al Cavallino. Infatti, sono solo 9 vittorie a Montecarlo su 63 edizioni valevoli per il Campionato Mondiale di Formula 1 per la scuderia di Maranello (Vittorio Marzotto nel 1952, Maurice Trintignant nel 1955, Niki Lauda nel 1975 e nel 1976, Jody Scheckter nel 1979, Gilles Villeneuve nel 1981, Michael Schumacher nel 1997, nel 1999 e nel 2001). I due alfieri Ferrari avranno dunque l’arduo compito di sfatare un tabù monegasco che dura ormai da 16 anni, cioè da quel 27 maggio 2001 quando il campionissimo di Hurth portò il Cavallino al successo nel GP di Monaco.

È Schumi vs Coulthard

Nelle prime cinque gare del campionato 2001, fu un testa a testa tra Michael Schumacher, che l’anno prima aveva interrotto il lunghissimo digiuno iridato della Ferrari, e David Coulthard alla guida della McLaren motorizzata Mercedes. Prima di Montecarlo il conto delle vittorie diceva 3 a 2 per il tedesco che arrivò nel Principato conscio del fatto che a Monaco, ieri come oggi, si vince il sabato dato che i sorpassi tra yacht e casinò sono merce rara.

David in pole davanti a Michael

Il più veloce in qualifica però fu il britannico che ottenne così la seconda pole position della stagione, facendo segnare il miglior tempo nell’ultimo tentativo possibile. Schumi si piazzò secondo anche se nel finale di sessione sbagliò l'entrata alla curva del Portier, danneggiando la sua monoposto contro le barriere. Stessa composizione anche per la seconda fila della griglia con una McLaren, quella di Hakkinen, davanti all’altra vettura del Cavallino, quella del brasiliano Rubens Barrichello.

Ko McLaren: trionfo Ferrari

Nel giro di ricognizione che precede la partenza però ecco il colpo di scena: la McLaren di Coulthard si spense e il britannico fu costretto a partire dal fondo del gruppo. Michael Schumacher ne approfittò subito e con un ottimo scatto in partenza prende il comando delle operazioni seguito da Häkkinen e dal compagno di squadra. Più indietro invece Coulthard, impegnato in una difficile rimonta tra le strette strade del Principato, restò bloccato alle spalle della Arrows dell'esordiente brasiliano Enrique Bernoldi per quasi metà gara.

La giornata nera della McLaren continuò poi quando il finlandese fu costretto al ritiro a causa di un guasto al differenziale sulla sua monoposto. A quel punto Schumacher e Barrichello con le due Ferrari, senza più rivali, rallentarono il ritmo e amministrarono il cospicuo vantaggio accumulato, avviandosi così ad una facile doppietta. Al terzo posto, sfruttando i numerosi ritiri, si piazzò un ex alfiere del Cavallino, cioè Eddie Irvine.

Il Cavallino si aggrappa alla cabala

Quella vittoria è ad oggi l’ultima conquistata nel GP di Monaco da un pilota della casa di Maranello, da lì infatti prese il via un digiuno lungo 16 anni, lo stesso periodo intercorso tra la vittoria di Jacques Villeneuve del 1981 e quella del 1997 dello stesso Michael Schumacher. In casa Ferrari ci si augura che la storia dunque si possa ripetere, magari sempre con un tedesco, in questo caso Sebastian Vettel, a mettere fine al tabù monegasco.

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