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GP Germania: Vettel combinaguai, Hamilton re del bagnato

“E’ stato uno degli errori più pesanti della mia carriera” ha ammesso Vettel. Ha tenuto le slick su una pista sempre più umida, ma ha perso il controllo della Ferrari. Hamilton, partito ultimo, vince: ricorda Watson a Long Beach nel 1983 o Schumacher a Spa nel 1995. Raikkonen costretto a far passare il compagno di squadra.
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Questo pazzo weekend di Germania potrebbe costare caro alla Ferrari. La pioggia e l'errore di Vettel confezionano la cornice per la rimonta di Hamilton, da 14mo a primo e di nuovo padrone del Mondiale.

Come Watson e Schumacher

In quattro, nelle ultime sette edizioni del GP di Germania a Hockenheim, sono arrivati a podio partendo dalla 17ma posizione o peggio. Hamilton, che non ha voluto Rosberg per le interviste sul podio, completa il suo piccolo grande capolavoro. L'associazione, nella terra di Schumacher, è al suo successo numero 16, quando partendo proprio dalla posizione numero 16 vinse a Spa. Ma c'è un po' del capolavoro di John Watson che nel 1983 a Long Beach chiuse primo da ventiduesimo con una scommessa vincente sulle gomme dopo il fallimento delle Michelin da qualifica.

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Vettel, errore pesante

Ha scommesso anche Vettel, che le gomme da asciutto fossero ancora le più indicate mentre la pioggia continuava a cadere anche se non su tutta la pista con la stessa intensità.  "Credo che le gomme da asciutto fossero ancora le migliori, anche se le mie non erano fresche, quindi era un pochino più difficile gestire la situazione per me. Ho commesso un piccolo errore, ma l'ho pagato in maniera enorme: ho frenato un pochino troppo tardi, si è bloccato il posteriore e sono finito fuori pista" ha detto Vettel a Sky. "Fino a quel momento eravamo riusciti a gestire tutto molto bene, poi chiaramente le gomme si raffreddano progressivamente. Come ho detto, ho sbagliato io. Anche se non è stato l'errore più grosso, è stato uno dei più pesanti della mia carriera". E ha reso anche vano l'ordine di scuderia con cui il team aveva chiesto a Raikkonen di lasciar passare il compagno di squadra.

La buona partenza illude il Cavallino

Vettel scatta meglio di tutti, Verstappen si muove decisissimo su Raikkonen che gli concede tre volte l'esterno nelle prime quattro curve. L'olandese, che spera nella pioggia, sa che i primi giri sono il momento migliore per tentare l'attacco su una Ferrari che ne ha di più a livello di motore. L'annuncio di Iceman, che al terzo giro comincia a sentire la pioggia sulla visiera, sarà una sorta di piccolo indizio premonitore di quel che sarà. Sembra una perfetta scena teatrale: e come insegnavano i classici, se fai vedere una pistola al primo atto, prima del quinto quella pistola dovrà sparare. La pioggia si vede appena all'inizio, ma deciderà la corsa.

Grosjean, secondo pilota a correre almeno 50 gran premi con due scuderie diverse, quota che raggiunge oggi con la Haas dopo i 76 in Lotus, si ritrova avvolto a centro gruppo con una quota ulteriore di frustrazione rivolta a Perez che, a suo dire, lo avrebbe spinto fuori pista in curva 3.

Sente il posteriore muoversi troppo, Grosjean, bruciato anche da Hamilton che risale settimo in una decina di giri con una Mercedes più veloce di tutti allo speed trap dopo sei tornate.

Ricciardo, rimonta complessa

Ricciardo, che invece fatica a uscire dal traffico, sembra aver sbagliato la scelta delle gomme.La rimonta non è così rapida, ma è di sicuro spettacolare il suo duello con Alonso. Si fa vedere alla Parabolica, si entra deciso alla curva 6 e guadagna una 12ma posizione che vale per l'orgoglio. Ha scelto di allungare il primo stint con le bianche, viaggia costante mentre davanti, al ventesimo passaggio, Vettel e Bottas scivolano su un ritmo da 1.19. Si preoccupa dello statop delle gomme, dai box lo rassicurano ma l'ottimismo della volontà si scontra con la realtà di una gara finita per una perdita di potenza dopo 29 tornate: è il suo primo ritiro in carriera a Hockenheim, il quarto della stagione.

Si è appena fermato Bottas, che non riesce a star davanti a Raikkonen. Vettel, intanto, ha costruito un vantaggio sufficiente per mantenere la testa anche dopo la sosta (si ferma prima di Bottas e monta le gialle). Ha costruito nella prima metà di gara  un gap di quasi cinque secondi su Bottas, rallenta ma è solo un desiderio di amministrazione: il degrado della mescola più morbida non appariva così rapido nemmeno nella simulazione di gara di venerdì su una pista decisamente più calda.

Ferrari, strategia aggressiva

E' aggressiva la scelta della Ferrari che anticipa la sosta di Raikkonen al quindicesimo giro per coprire il rivale di Vettel, Hamilton, risalito quinto. Mette le gialle, anche con la prospettiva di una seconda sosta visti i tanti set di gomme nuove anche di mescole più morbide. Spinge, Iceman, che firma il giro più veloce al 17mo passaggio, pensa anche all'undercut su Bottas. E almeno all'inizio, la tattica funziona.

"Se devo farlo passare, ditelo chiaro"

Raikkonen si mantiene anche davanti a Vettel che sbotta via radio. "Sto solo perdendo tempo e distruggendo le gomme" dice, preoccupato soprattutto del surriscaldamento degli pneumatici posteriori. "Quanto più veloce puoi andare?" gli chiedono. "Sull'1.17 basso" risponde: un secondo meglio di quanto stiano facendo lui e Raikkonen. Al 39mo il sorpasso arriva. "Dobbiamo salvare le gomme su entrambe le vetture, non bloccare Seb" gli dice Jock Clear. "Se volete che mi faccia da parte e lo lasci passare" risponde, "basta dirlo". E ordine di scuderia sia. Le lamentele di un Vettel che brontola "in versione Alonso", e la razionale logica che vuole gli obiettivi della Ferrari comunque davanti alle legittime ambizioni del pilota, fanno il resto.

L'errore e la festa… col giallo

Vettel inseguiva le 13 vittorie in Ferrari, la possibilità di eguagliare al terzo posto Ascari dietro alle 72 di Michael Schumacher e le 15 di Lauda. Ma l'errore, il suo primo ritiro in stagione, porta alla safety car, con ripartenza rivedibile di Raikkonen, e favorisce la doppietta Mercedes in un finale inatteso. Verstappen si concede anche il lusso di montare le intermediate e poi cambiare idea senza perdere posizioni. Hamilton, re del bagnato nell'era dell'ibrido, rientra ai box per seguire Bottas ai box e torna in pista quando Raikkonen rinuncia all'idea di cambiare le gomme.  Nell'uscire, però, attraversa la linea bianca che separa la pista dalla corsia box, una manovra che, salvo casi eccezionali come tali accettati dagli steward, è considerata vietata dal regolamento FIA. La 66ma vittoria di Hamilton finisce così sotto investigazione. Ma resta primo, padrone del Mondiale e del suo destino.

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