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GP Giappone, piloti preoccupati per la pressione delle gomme

Pirelli ha imposto una pressione minima delle gomme più alta dell’anno scorso. I piloti, soprattutto di McLaren e Lotus, però si lamentano. Così durano poco, si surriscaldano troppo e si rovinano. Ma la casa fornitrice rassicura: nessun timore per la sicurezza.
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A Suzuka, Pirelli ha innalzato le soglie minime per la pressione degli pneumatici rispetto all'anno scorso. Il fornitore delle gomme ha alzato il livello di 2 PSI per le anteriori (21.5) e di 1.5 per le posteriori (20.5). Una decisione che non ha convinto del tutto i piloti, preoccupati per la mancanza di aderenza nelle libere e in qualifica. “Sarà dura per tutti" ha detto Jenson Button, il più esperto fra gli iscritti al Mondiale, come riferito da Autosport, "perché le pressioni sono piuttosto alte e le gomme si scaldano troppo dopo un giro”.

Alonso e Button – Per il compagno di squadra Fernando Alonso, questi valori potrebbero aver causato alcune delle uscite di pista e una parte degli incidenti che hanno scandito le qualifiche, interrotte a pochi secondi dalla conclusione naturale per lo schianto di Dani Kvyat, che ha perso il controllo dopo una parziale escursione sull'erba appena prima dell'Hairpin. “Sicuramente c’è una leggera mancanza di grip, un calo di prestazioni più alto del solito per la pressione delle gomme" ha ribadito l'asturiano, come indicato da Motorsport.com. “Abbiamo visto macchine poco stabili" ha aggiunto, comprese le Mercedes, "e diversi errori durante la terza sessione di libere. In tanti sono andati larghi, perché l'aderenza non è ottimale. L'importante, comunque, è che sia garantita la sicurezza. Se è così, anche con queste limitazioni, allora non ci sono problemi”.

Le critiche in Lotus – Anche in Lotus, arrivata a Suzuka con l'hospitality vuota, c'è qualche timore per la gara. I piloti, ospitati ieri a pranzo proprio in Pirelli, temono per la durata degli pneumatici. "Sono restrizioni davvero estreme" sottolinea Romain Grosjean, capace comunque di entrare fra i primi dieci, che dall'anno prossimo pare destinato alla Haas. "Le pressioni sono decisamente più elevate di quelle che adottiamo normalmente”. Così, conclude il compagno di squadra Pastor Maldonado, "le gomme durano solo un giro. Capisco che da una parte abbiano scelto queste configurazioni in nome della sicurezza, ma così le gomme non hanno un buon rendimento". E se la gomma è troppo gonfia e il battistrada non riesce a lasciare l'impronta ottimale sull'asfalto, il pneumatico lavora male, si surriscalda e si rovina prima, senza garantire l'efficienza e la velocità necessaria.

Ricciardo sereno – Sembra meno preoccupato, invece, Dani Ricciardo, che non accusa le scelte del fornitore ufficiale di pneumatici per una prestazione in qualifica che gli ha permesso di entrare in Q3 ma mai di lottare davvero per le prime file, su una Red Bull tornata a soffrire e non poco su un tracciato dove il motore fa la differenza. "La gestione delle temperature delle gomme sarà sicuramente una sfida per tutti noi” ha ammesso. "E qui non è facile, visto che ci sono tante curve veloci in successione" soprattutto nel terzo settore.

La risposta di Pirelli – Le lamentele dei piloti non sono passate inosservate, ovviamente, in casa Pirelli. Il responsabile Motorsport, Paul Hembery, ha riconosciuto di comprendere appieno le preoccupazioni, ma ha confermato che non c'è alcuna necessità di modificare i parametri decisi prima della gara. "Ci si basa sui livelli delleperformance più estreme, perché c’è un grande gap fra chi sta davanti e chi insegue” ha spiegato.  “C'è stato un enorme aumento di potenza, le macchine sono sempre più veloci e il carico aerodinamico dall'anno scorso a quest'anno è cambiato in maniera notevole, drammatica. Per questo, visto che Suzuka è per noi una delle piste più impegnative della stagione, è normale per noi aver scelto questo approccio".

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