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GP Gran Bretagna: Hamilton re d’Inghilterra, ma è la Ferrari la vera regina

Cinquantesima pole in Mercedes per Hamilton, sesta a Silverstone: è primato con record della pista. Le Ferrari, con tante novità, distanti meno di un decimo. E ieri nel passo gara a parità di mescole le SF71H hanno mantenuto ritmi più alti e costanti. Notevoli i progressi di Leclerc, non sorprende il fallimento delle Williams.
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Hammer time, when the weather is high. Sotto un caldo record, sull'asfalto nuovo che, ha detto, avrebbe potuto stendere anche lui con risultati non troppo diversi, il Martello Hamilton piazza la sesta pole position a Silverstone, la cinquantesima in Mercedes. Nessuno ha fatto meglio nella storia sul circuito dove è nata la Formula 1 moderna.  Nemmeno firmare il record della pista, però, lascia Hamilton sicuro in vista della gara. Vettel, secondo, e Raikkonen terzo son racchiusi in un distacco inferiore al decimo. La Ferrari, con intertempi e velocità di punta praticamente identici alle Mercedes in ciascuno dei tre settori, ha comunque dato una notevole dimostrazione di forza. In casa delle Frecce d'Argento, il Cavallino porta dei pezzi che funzionano. E le prestazioni anche in simulazione di gara inducono all'ottimismo, pur su una pista di motore.

Ferrari, prova di forza

Su una circuito che tradizionalmente bacia le Mercedes, su cui la Ferrari negli ultimi due anni registrava i dati peggiori in termini di velocità nelle ultime due stagioni, il Cavallino porta una macchina competitiva e lineare. Nessuna soluzione estrema, ma una ricerca anche di piccole evoluzioni nella gestione dei vortici che si generano intorno alle estremità delle ali anteriori, anti-orari dal lato destro e orari dal lato sinistro. L'aumento dei profili serve proprio ad aumentare il grip meccanico, a spingere i flussi d'aria attraverso il fondo della vettura, che presenta tre lunghe soffiature.

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Gli interventi alla zona esterna del diffusore, con l'estrattore più grande, va nella stessa direzione. Vettel e Raikkonen, che hanno gradito l'ala posteriore col profilo principale a cucchiaio e un cofano motore più chiuso, nelle libere di ieri hanno offerto più di qualche ragione di ottimismo.

Raikkonen, a parità di mescole, ha dato sei decimi a Bottas, che come Hamilton ha viaggiato bene con le soft, ma è il tedesco, che dovrebbe aver scelto una mappatura più aggressiva in simulazione di qualifica ieri, il più costante nella long run. La Ferrari comunque appare decisamente bilanciata, si conferma molto più vicina rispetto alle Frecce d'Argento, come Hamilton, comunque pulito nelle linee sulle ultime curve, ha ammesso ieri con qualche inatteso timore.

Spettacolo Hamilton nel terzo settore

Le temperature più alte hanno spinto la Mercedes, con l'incertezza sulla tenuta della power unit dopo l'Austria, ad aprire di più le prese d'aria. Vettel apre la corsa al ribasso per il nuovo record della pista, 1.26.585 in Q1, ma Hamilton con una mescola di svantaggio, con la dura, piazza il miglior parziale di tutti nel secondo settore in Q1 e chiude a poco più di due decimi: considerato il gap intorno al secondo emerso ieri, la Mercedes si conferma notevole con le mescole più dure. Il combinato disposto delle varie componenti aggiunte alle Frecce d'Argento, innovative prese singolarmente ma rivelatrici di inattese fragilità se composte dentro il quadro austriaco, produce un risultato simile sul giro secco.

Su un asfalto nuovo sì ma ancora pieno di dossi, che Hamilton ha paragonato al vecchio Nurburgring e non certo per esaltarne il romanticismo, il britannico si scalda prima della Q3. Qualche piccolo errore non manca, come l'escursione alle Becketts nell'ultimo tentativo della Q2, e insieme arrivano le lamentele per la temperatura eccessiva delle gomme posteriori che comporta un maggiore scivolamento particolarmente determinante sui tre curvoni veloci percorsi in ottava marcia a 300 kmh.

Brillante Leclerc

Raikkonen, decisamente efficace nel primo settore, studia il comportamento della macchina con le gomme bianche in Q1 che conferma il valore del motore Ferrari con Leclerc, come già nelle simulazioni di ieri, più veloce delle Force India nel giro secco.

La crescita della Sauber-Alfa Romeo, che porta anche Ericsson in Q2, si vede tanto nella velocità di punta quanto nel bilanciamento della monoposto. Il passaggio in Q3 rinforza l'impressione di salda maturità del monegasco, che non si esalta nelle giornate migliori e ha presto intuito dove e come correggere gli errori nelle prime gare. Su un asfalto nuovo ma non così livellato come i piloti avrebbero sperato, affonda invece Carlos Sainz, uno dei più critici del nuovo manto, uscito in Q1 per la prima volta dal Bahrain dal 2017. "In gara dovremmo avere qualche chance in più" ha detto lo spagnolo a Sky. Il caldo, che ha portato la temperatura dell'asfalto fra 40 e 50 gradi, una differenza che emerge fra le indicazioni ufficiali e quelle fornite da Pirelli.

Due Haas in Top 10

La Haas, dopo l'Austria, porta in Q3 Grosjean, che riscatta un inizio di weekend non certo sereno, e Magnussen che su Autosport raccontano come un pilota che ama l'idea stessa di correre e non a caso si ispira aStirling Moss. Capace di farsi benvolere dai meccanici, mantiene come ingegnere di pista Giuliano Salvi che ha lavorato in Ferrari con Schumacher, Alonso, Massa e Raikkonen. Come Kimi, ha detto Salvi, lavora di più di quanto la sua reputazione suggerirebbe ma ha bisogno della fiducia del team per esprimersi al meglio. Anche perché, ha confessato, non ha particolari cognizioni sulle sottigliezze di tipo ingegneristico e meccanico a livello di power unit. Col suo stile di guida che in ingresso di curva dipende interamente dalla stabilità al posteriore, ricorda un giovane Massa.

La sua prestazione evidenzia, al contrario, la delusione per l'esclusione in Q1 di Sainz e soprattutto di un Vandoorne ormai totalmente nell'ombra di Alonso e incapace di uscire da una sua crisi che si accumula al roteare senza costrutto di una McLaren cui non può bastare il cambio di direttore sportivo da Eric Boullier a Gil de Ferran.

Strategie simili: tutti i top partono con le soft

Rispetto all'ultimo gran premio, non si vedono strategie troppo diversificate, anche perché il gap fra le mescole, ai limiti dell'inapprezzabile al Red Bull Ring, qui si fa sentire eccome: quasi un secondo fra hard e medie e altrettanto fra medie e soft. "Silverstone è uno dei circuiti più impegnativi per i pneumatici a causa delle curve lunghe e veloci" ha spiegato ieri Mario Isola. Tra i fattori da considerare anche le temperature molto elevate, e che dovrebbero mantenersi tali per tutto il weekend, il vento e i molti dossi presenti".

Fallimento Williams, in affanno le Red Bull

Come da presentimenti di un Verstappen fin troppo velenoso con i fornitori delle power unit, quella Renault scaricata già per scommettere dall'anno prossimo su Honda, su questa pista la Red Bull è dichiaratamente terza forza. Non abbastanza competitivi sul giro secco, Verstappen e Ricciardo hanno faticato anche nella long run di ieri. Pensare al podio è pura utopia.

Fallisce ancora una volta invece una Williams cui nemmeno la pista di casa restituisce lampi di brillantezza perduta. La fantasia in casa Williams è ormai da troppo parcheggiata. In Q1 Stroll finisce in mezzo al fumo di questo motore, di questo parcheggio in piena ghiaia là dove nell'ultima sessione di libere aveva ceduto la sospensione di Brandon Hartley nell'ultima sessione di libere.

L'incertezza sulle cause tiene sulle spine anche Gasly che subito accusa vibrazioni: ma è chiaro che ogni piccolo segnale di allarme si amplifica e riecheggia. Quando poi la ghiaia accoglie anche Sirotkin il sabato nero è completo. E non resta che Hamilton per sperare che, come per la coppa del mondo di calcio, anche il successo nel GP di Gran Bretagna, stia tornando a casa.

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