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GP Malesia, il bis di Dovizioso tiene aperto il Mondiale

Un errore di Lorenzo libera Dovizioso verso la sesta vittoria della stagione. Solo quarto Marquez. Le Ducati impongono un ritmo insostenibile. Terzo Zarco, affondano le Yamaha di Rossi e Vinales, in cronica carenza di grip: aumentano i dubbi sulla M1 del 2018.
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Orgoglio e passione. In una domenica speciale, nel ricordo sempre doloroso e nostalgico di Simoncelli, Dovizioso pennella la sesta vittoria in stagione, come Marquez, e tiene aperto il Mondiale. DesmoDovi ha vinto a Sepang anche nel 2016, e lanciato una storia personale di riscatto: era la sua prima vittoria da 2653 giorni, dal GP Gran Bretagna 2009. Il suo 42mo podio in carriera, eguagliato Loris Capirossi, qui dove aveva ottenuto il primo in MotoGP nel 2008, trasforma l'ultimo capitolo della stagione in un duello di generosità e calcolo, di attenzione aritmetica, quella di Marquez che si tiene un quarto posto senza rischiare di rovinare tutto sull'asfalto viscido di Sepang, e ricerca del limite.

Lorenzo che completa la prima doppietta Ducati dal Gp d'Austria dell'anno scorso, continua a rimandare la prima vittoria a Sepang ma torna sul podio in Malesia per il settimo anno di fila. Paga la scelta di Zarco di partire con le soft da bagnato. Chiude terzo il francese mentre le M1 di Rossi e Vinales naufragano in un mare amaro e grigio di dubbi e di incertezze.

Gran partenza di Marquez

La pioggia, tanto invocata alla viglia da Petrucci che soffre un leggero problema di elettronica nel giro di installazione e per questo parte dal fondo della griglia, cade forte a pochi minuti dalla gara ma scende presto di intensità. I top driver, però, non rischiano e scelgono la media da bagnato. Si capirà presto che la scelta paga, soprattutto per Zarco, e vien da chiedersi perché non si sia fatta una scelta simile per le Yamaha di Rossi e Vinales dal costante bisogno di aderenza. Si capirà soprattutto che le Ducati hanno un passo non sostenibile, non arginabile.

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Marquez scatta alla grandissima e per un attimo è primo alla prima curva, anche se poi va largo. Entra deciso anche Lorenzo, che va sempre forte nei primi giri, e Zarco partito però con una morbida da bagnato e questo gli dà un migliore iniziale sui top driver in lotta per il titolo che hanno preferito lla media. "I dati di Zarco, visto che con la moto dell'anno scorso è andato molto forte nella seconda parte della stagione, ci aiuteranno a trovare la strada da seguire per la prossima stagione" ha detto ieri Vinales, che si perde subito indietro e annega oltre la decima posizione insieme a Rossi.

Allunga Zarco con le soft, dubbi Yamaha

Nei primi giri, i piloti con le soft al posteriore guadagnano metri e possibilità. Ma una gara lunga, su una pista mutevole e con un asfalto che si asciuga molto lentamente, non si decide certo nei primi due giri. Ai box, in un esercizio di ottimismo della volontà che comunque racconta la cura dei dettagli anche nelle ipotesi meno probabili, preparano anche le moto da asciutto per Marquez e Dovizioso, nonostante il cielo regali sono orizzonti bassi e nuvole nere come esuli pensieri al tramonto della stagione.

Vinales sprofonda sedicesimo, a 12 secondi da Zarco con la Yamaha più "vecchia" dopo cinque giri, zavorrato da una cronica carenza di grip. Sepang, come Valencia che chiuderà il Mondiale, è una pista che consuma molto la gomma al posteriore, una pista che "ci aiuterà a capire come siamo messi" si augurava Valentino Rossi. Nemmeno la sua essenza da trasformista della domenica, però, salva la M1, e chissà che per il 2018 Yamaha non faccia in tempo a scartare di lato e cambiare direzione. Il debutto della nuova moto, infatti, potrebbe arrivare anche a febbraio e non nei test di novembre, come il Dottore ha lasciato intendere. Il 227mo podio in carriera, a Philip Island, a 7749 dal primo (GP Austria 1996 in 125) sembra già lontanissimo.

Dovizioso-Lorenzo, monologo Ducati

Dovizioso, che rischia di toccarsi con Marquez, allunga sul rivale per il Mondiale che però rimane quarto, a sorvegliare, che aspetta sornione e sereno. Nelle curve veloci prima dell'ultimo rettilineo, Marquez non rischia ma tiene una velocità di percorrenza leggermente superiore. In una gara che si avvia come un monologo Ducati, a giudicare dai migliori settori a un terzo del gran premio, e il sorpasso di Lorenzo a Zarco, che ha vinto in Moto2 in Malesia nelle ultime due edizioni, cancella ogni illusione di una prima vittoria Yamaha a Sepang dal 2010.

Lorenzo, che non vince da 350 giorni, dal successo a Valencia alla sua ultima proprio in Yamaha, vede il gap continuare a ridursi rispetto a DesmoDovi, che guadagna decimi e risorse in uno dei gran premi più dispendiosi della stagione. Gli recupera un decimo a settore una volta superata la soglia di metà gara e qualche segno di instabilità all'anteriore alla curva 9 avvicina Dovizioso e conferma, settore record dopo settore record, che le Ducati a Sepang fanno un altro sport, un'altra gara.

Passa DesmoDovi

Una leggera imbarcata pare trasformarsi in un'epifania di prudenza per un Marquez che non rischia. Intanto, invece, davanti Lorenzo spinge a un ritmo forsennato, quasi da qualifica, a suon di staccate al limite nonostante rivali lontanissimi. Ma il pilota non porta mai pensieri pesanti, e corre nel vento alla ricerca di limiti raggiunti mai.

E il largo alla curva 15, con l'anteriore che per un attimo vive di vita autonoma, regala il colpo di scena e il passaggio in testa di Dovizioso. Una di quelle fortunate coincidenze che scandiscono le storie di successo? Un ordine di scuderia? Un segreto da non dire e mascherare con un passo di danza, come un gioco di prestigio? La risposta canta nel vento. E' il momento che salva ancora il Mondiale, che non chiude i giochi fino all'ultima gara, all'ultimo giro di giostra.

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