GP Messico, il veleno è nella coda: Hamilton vince, Vettel podio “a tavolino”
Sotto le stelle del Messico Hamilton vince, ma non ha il destino nelle mani. La 51ma vittoria in carriera del britannico, che aggancia Prost e trionfa così nel 23mo circuito diverso, riapre il Mondiale, ma il secondo posto di Rosberg, che ha corso pensando al lungo periodo, mantiene il tedesco a 19 punti di vantaggio. Gli bastano infatti un secondo e un terzo posto nelle ultime due gare per conquistare il primo titolo in carriera. Ma dei 71 giri resta soprattutto la coda, resta la scorrettezza palese e ingiustificabile di Verstappen, terzo alla bandiera a scacchi, che viene giustamente penalizzato di cinque secondi e si ritrova quinto, dietro anche a Ricciardo. Torna così sul podio Vettel, dopo una coda fortemente polemica, per la prima volta da Monza. Succede tutto al al 69mo giro. Vettel attacca Verstappen e lo passa. L'olandese blocca le ruote in frenata alla curva 1, taglia tutta la curva e nonostante l'invito del suo stesso box si rifiuta di restituire la posizione al tedesco. Così facendo, fa rientrare Ricciardo, che attacca ma Vettel stringe e lo tocca. La prestazione del tedesco, richiamato in tutta fretta per la cerimonia del podio, la crescita della Ferrari sul passo gara, soprattutto con le gomme medie. Il tedesco tiene dietro Ricciardo, che ha rischiato il cambio gomme al primo giro sognando invano di portare lo stesso treno di medie fino al traguardo. Solo sesto Raikkonen, che a tre giri dalla fine stampa un sorpasso muscolare su Hulkenberg, promesso alla Renault. In top 10 anche le due Williams di Massa e Bottas che tengono dietro per tutta la corsa il più atteso, Perez, solo decimo, e rilanciano almeno il duello per il quinto posto nel Mondiale costruttori.
Partenza – "Il nostro sistema di partenza non è ancora perfetto" diceva Hamilton, che però difende il primo posto nonostante il lungo alla prima curva. Lauda temeva le bizze di Verstappen, tanto da andare a parlare con Helmut Marko come spiegava Pino Allievi alla Rai, e un leggero contatto in effetti c'è, anche se non ci sono danni sulla vettura del tedesco. Dietro, però, Wehrlein sperona Ericsson e Vettel teme una foratura anche se gli ingegneri che osservano i dati lo smentiscono via radio. L'attivazione della Virtual Safety Car, che ha potenzialmente allungato di qualche giro il primo stint di chi parte con le SuperSoft, comunque con meno graining di quanto previsto, porta la Red Bull a cambiare subito strategia. "Se ci limitiamo a copiare le Mercedes, perderemo sempre" spiegava Chris Horner.Rientra solo Ricciardo che monta le medie, mescole su cui la Pirelli non ha fornito un numero massimo di giri di durata.
Ricciardo, pit immediato – Hamilton allunga e dopo 5 giri ha già 1.4 secondi di vantaggio sul compagno di squadra, che mantiene con le Soft un distacco superiore al range di attivazione del DRS su Verstappen, che pure monta le Supersoft. L'olandese, che evidentemente ha faticato a mandare in temperatura le mescole più morbide, rientra al 13mo giro, prima dei rivali.
Ferrari, inizio in salita – Faticano all'inizio le due Ferrari. Soffre Raikkonen, che corre con un motore usato, non incide Vettel sulla cui vettura i meccanici hanno lavorato a livello di sistema idraulico e cestelli dei freni. Purtroppo continuano le difficoltà della Ferrari, anche con temperature della pista non altissime e non lontane da quelle di venerdì, quando il passo gara delle rosse appariva non lontano dal ritmo di Mercedes e Red Bull. "Posso anche avere un buon ritmo, ma in rettilineo Massa continua ad essere più veloce di me" spiega il tedesco che, visibilmente frustrato, via radio dà dello stupido al brasiliano, come già aveva apostrofato Alonso nelle libere. Al di là della forma evidentemente discutibile e fuori luogo, la sostanza rimane: il duello ha fatto perdere sei secondi da Raikkonen e ha permesso a Bottas e Perez di riavvicnarsi e formare un trenino di quattro vetture, subito prima della sosta di Massa.
Alonso nervoso – Nervoso anche Alonso, costretto fuori pista dalla manovra muscolare di Sainz, che lo considerava il suo idolo e viene penalizzato di 5 secondi. "Spingi" gli dicono via radio. "Spingo dal primo giro" ribatte, "ma sono nel traffico da 15 giri, davanti a una macchina che non dovrebbe essere della partita. Perciò fate il vostro lavoro che io faccio il mio".
Le strategie Mercedes – La Mercedes, che presenta un paio di innovative soluzioni all'ala anteriore pensate già in chiave 2017, richiama Hamilton tre giri prima di Rosberg: entrambi montano le medie, ma Rosberg si lamenta di non aver adattato al meglio l'incidenza del suo flap anteriore. "Abbiamo una grande responsabilità" spiegava Wlffalla vigilia, "vogliamo vincere la gara, il peso è tutto sulle nostre spalle e cerchiamo di fare le scelte nella maniera più imparziale possibile". Mentre la Red Bull ordina a Ricciardo, che obbedisce, di cedere il passo a Verstappen, davanti si ritrova proprio Vettel che guadagna anche su Hamilton con il parziale record nel secondo settore e con le stesse gomme soft usate dalla partenza.
Vettel, 32 giri con le Soft – Il tedesco si ferma al 32mo giro, con i meccanici fermi almeno da tre, e monta gomme medie, anche se Raikkonen si lamenta dello scarso grip che le mescole più dure conferiscono alla Ferrari (ma è una scelta obbligata, Iceman non aveva più treni disponibili di Soft). Il tedesco rientra alle spalle del compagno di squadra e gira sostanzialmente sugli stessi suoi tempi. Diventa una gara di strategia, di sottigliezze. Verstappen guadagna su Rosberg, Raikkonen comincia a vedere Ricciardo che tiene ma ha cambiato le gomme al primo giro, ma la temperatura comincia a scendere e l'asfalto è poco abrasivo, come a Sochi, con cordoli bassi (e l'assetto rigido allunga la vita degli pneumatici).
Perez e Massa, che duello – Bella al giro 39 la difesa di Massa su Perez, che qualche giro prima chiedeva ai meccanici via radio di inventarsi qualcosa per la difficoltà di passare le Williams che fanno registrare le velocità record. Bottas arriva a 372.5 kmh, solo 0.1 dal record assoluto di Montoya sulla McLaren MP4-20 a Monza nel 2005. "Non vogliamo macchine inutilmente velocissime" spiegava Lowe al sito ufficiale della Formula 1, "oggi abbiamo più potenza di Montoya allora ma devi sapere come usarla, come bilanciare il carico aerodinamico. C'è da valutare la sicurezza e poi abbiamo regole che ci impongono di stare nei limiti".
Ci prova Verstappen – Verstappen accende la corsa con l'attacco, infruttuoso, su Rosberg: si butta dentro alla curva 4 ma non ha spazio in frenata e finisce largo. E Vettel si riavvicina a 5 secondi dall'olandese. Intanto, Ricciardo desiste dal piano di arrivare al traguardo con lo stesso treno di medie, si ferma al 50° giro per montare le Soft, rientra dietro Raikkonen e rosicchia più di un secondo a giro nelle prime due tornate a Vettel ingolfato nei doppiaggi. "Che c'è di difficile? Spostatevi, è semplice" sbotta via radio. E la rabbia non farà che aumentare nella coda avvelenata di un GP che non finisce sotto la bandiera a scacchi.
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