GP Olanda. Rossi, decimo trionfo all’università della MotoGP
E' il più vincente ad Assen fra i piloti in attività. Centra la doppia cifra, il Dottore, che stacca Hailwood e Redman. Meglio solo Nieto con 15 vittorie, seguito da Agostini con 14. Il sorpasso su Marquez, sempre primo o secondo partire dal 2010 tra Moto3, Moto2 e MotoGP, e su Zarco attaccato alla prima curva certificano quanto Rossi sia animale da domenica, da palcoscenico, da gara. Quando sale il rumore, e l'adrenalina diventa concentrazione, quando i dettagli e i centimetri fanno la differenza e l'uomo torna a contare più della macchina. "Molto bravo Vale, ottima gara. Il nuovo telaio ha dato le sue risposte che voleva. Valentino ha usato la dura facendo la differenza" ha commentato a caldo Galbusera. Brilla il tricolore in Olanda, con Petrucci secondo e Dovizioso quinto ma leader del Mondiale.
E' una storia d'amore che dura da vent'anni, quella di Rossi con l'università della MotoGP. Un'alchimia, una corrispondenza d'intelligenze e di attenzioni, un abbraccio ricambiato con le curve più celebri del Mondiale e con tifosi sempre pronti a contraccambiare la passione e l'energia del Dottore. Sul circuito che più gare ha ospitato nella storia del GP, sul Ducht TT dove un tempo si correva di sabato e da quest'anno di domenica, Rossi scatena un finale che ricorda le scintille del 2015. Nella lotta con Petrucci riecheggia il finale duro, anche al limite del regolamento, con Marquez che fa saltare il pubblico in piedi e durare le polemiche anche oltre le conferenze stampa del dopo gara. Qui dove ha festeggiato le 100 vittorie in carriera, Rossi torna Dottore, torna professore. Conquista la sua personale Decima, firma un capolavoro, riscrive la storia della stagione. Cambia un finale che sembrava ancora forzarlo nei panni del ballerino di fila. Si riprende il proscenio, gli applausi e gli inchini, con una gara di quelle che diventano indimenticabili quando le condizioni si fanno estreme.
Ultimo a trionfare qui due volte di fila, nel 2004 e 2005, Rossi ha avvertito buone sensazioni già dall'inizio del weekend. Il nuovo telaio della Yamaha ha dato a Valentino Rossi le risposte sperate anche sul bagnato. Con questo la sua M1 si è comportata meglio rispetto a quello che aveva fino a Barcellona. "Sono stato sempre piuttosto competitivo" spiegava "e mi sono trovato abbastanza bene con il telaio nuovo. C'è tanto da lavorare perché alla fine purtroppo ho perso la prima fila perché i primi tre sono andati più forte, però mi trovo bene con la moto ed è stata una giornata positiva". E Rossi, una volta davanti, ha impresso un ritmo che nessuno degli inseguitori, compreso un Petrucci da applausi e un Dovizioso che stampa il sorpasso della sua gara e completa il podio tutto italiano.
A sette giri dalla fine arriva la pioggia. E sul bagnato le prestazioni si avvicinano ancora di piû, e non smette di stupirlo. E quando le differenze si annullano, quando le sottigliezze tracciano il confine incerto fra la vittoria e la sconfitta Rossi naviga con la naturalezza del campione.
Rossi che temeva il "flag to flag" resta davanti sulla pista umida mentre a sorpresa Zarco è tra i primi a rientrare per prendere la moto con l'assetto da bagnato e si ritrova quindicesimo, poi subito infilato da Espargaro. Il Dottore si trasforma in alchimista, la guida si fa delicata, la lotta scivolosa e profonda. Pennella le curve, si butta dentro per difendere un vantaggio via via più contenuto, guida un quartetto che si impegna in un minuetto sottile. Ogni traiettoria si bagna, i riferimenti saltano, la moto è solo al servizio di pensiero veloce e volontà di precisione. Pensiero stupendo quello di Petrucci che infila Rossi ma non si stacca.
Il predatore, ora preda, si butta all'interno alla chicane e infuoca il finale tutto italiano. Prima del trionfo. Della decima. Del ritorno nella storia per la porta principale dell'università del Motomondiale.