GP Ungheria 2006, Button: prima bagnata, prima fortunata
La follia, la rabbia, la pioggia. L’edizione 2006, la prima sul bagnato sul circuito dell’Hungaroring che festeggerà questo weekend i 30 GP di fila (solo Monza e Montecarlo hanno una presenza costante più lunga nel Mondiale senza interruzioni), ha cancellato ogni certezza su un tracciato non certo ideale per i sorpassi. Tra incidenti e penalizzazioni, Jenson Button conquista la prima, memorabile, prima vittoria in F1 al 115mo tentativo.
L’autogol di Schumi – Alle 11.25, nelle libere del sabato, Michael Schumacher si butta via, supera Kubica, primo polacco in F1, all’esordio in sostituzione di Jacques Villeneuve, e il suo rivale per il Mondiale, Fernando Alonso, in regime di bandiere rosse per la rottura del motore di Jenson Button. È un autogol doppio perché al venerdì i giudici hanno sanzionato l’asturiano per una serie di manovre scorrette con due secondi da aggiungere al tempo della qualifica. "È strano che i due piloti che si giocano il Mondiale facciano due stupidaggini così” ammette Flavio Briatore. In serata si diffondono le immagini del “camera car” di Kubica: alla curva 13, che precede l’ingresso in corsia box, Schumacher sfreccia all' esterno ma Alonso frena bruscamente, al punto che il polacco alle sue spalle è costretto a sua volta a rallentare e a spostarsi verso destra per evitare la collisione. Errore di Schumi o trabocchetto teso dall’asturiano? La sentenza è inappellabile, anche sul tedesco peseranno in qualifica gli stessi due secondi di zavorra sul tempo finale. “Io so di aver commesso un errore, mi assumo le mie responsabilità, ma se vedrete le immagini, capirete tutto” dirà. “Alonso certo che è coinvolto, ma non fatemi dire che ha rallentato, lo sostenete voi”. Su un circuito come l’Hungaroring, il tedesco avvicina il record della pista ma ha solo il dodicesimo tempo. Partirà undicesimo, però, perché Button, che ha chiuso quarto, è stato costretto a cambiare il propulsore e viene retrocesso al 14mo posto in griglia. Così Raikkonen, sulla McLaren-Mercedes, aggancia la seconda pole consecutiva dopo il GP di Germania, dove è esploso il caso dei mass dumper dichiarati fuori legge dalla FIA, davanti a Felipe Massa con l'altra Ferrari che qui ha vinto cinque volte.
L’inizio della gara – Ma il brasiliano, che va in testacoda anche nel giro di ricognizione sulla pista viscida, perde cinque posizioni e al primo giro è già settimo. Schumacher risale fino al quarto, Alonso è sesto, Button galleggia ancora undicesimo. Le Ferrari però sono in difficoltà, le Bridgestone sul bagnato rendono molto meno delle Michelin che consentono alle Renault un vantaggio sul giro anche di quattro secondi. Alonso diventa imprendibile e Schumi, che è dovuto tornare una volta in più ai box perché ha danneggiato l’ala anteriore in un contatto con Giancarlo Fisichella, si ritrova addirittura doppiato. Ma il caos è ancora in là da venire.
Il ritiro di Alonso – Al 27mo giro, Raikkonen si concentra troppo sui suoi inseguitori e va a speronare Liuzzi, doppiato, che sta rallentando per fargli strada. Entra la safety car, si fermano tutti tranne Schumi che si sdoppia e risale in settima posizione. La pista intanto si asciuga, alla ripartenza i tempi scendono. Alla ripartenza Alonso vola ancora ma mentre la pista comincia ad asciugarsi ed i tempi a scendere, Button diventa sempre più minaccioso e al 51mo giro, quando Alonso si ferma per il programmato pit-stop, il britannico passa in testa. L’asturiano sceglie le gomme da asciutto, ma nello spazio di tre giri è costretto al ritiro. “Ho avuto un problema al semiasse e già alla seconda curva era impossibile controllare la vettura. Speriamo per la prossima gara” commenta a caldo. In realtà, il semiasse non c’entra nulla: gli hanno semplicemente avvitato male la posteriore destra.
L’errore di Schumi – Schumacher, senza il rivale, raggiunge addirittura la seconda posizione ma intanto vede gli inseguitori, ormai con gomme da asciutto, avvicinarsi. Lo passa prima De La Rosa, secondo pilota McLaren che nonostante un passo decisamente superiore, fatica comunque più del previsto. Poi vede sfilare anche Heidfeld, a tre giri dalla fine. Il tedesco non si accontenta di amministrare un quarto posto che comunque varrebbe doppio per il ritiro di Alonso. E invece rovina la sospensione. “Sono molto deluso”, dice e a ragione dopo il ritiro, “avevamo una grande opportunità e non l'abbiamo colta. Sono fatto così, voglio sempre lottare per il massimo ed è questo che mi ha permesso di vincere tanto. Il problema, nel dettaglio, lo spiega il direttore tecnico Ross Brawn “E' stato un tirante della convergenza che si era deformato dopo un contatto a tradire Schumacher. In tutti i casi la nostra squadra ha avuto una prima metà di gara disperata. Alla fine è andata malissimo, ma poteva anche andar peggio se Alonso non si fosse ritirato”.
Il trionfo di Button – Dal pit stop di Alonso, con la pista ormai libera, Button vola e mette 30 secondi tra sé e il compagno di squadra De La Rosa. “E' stata una giornata fantastica per me, anche se pesantissima” dichiara. “Le condizioni del tempo hanno reso la gara difficilissima, naturalmente per tutti non solo per me. Finire con questa vittoria però è qualcosa che va al di sopra di tutte le aspettative. E' stata una gara incredibile", e non sarà la prima della sua carriera, "ho dovuto urlare tantissimo con la radio per capire ogni volta cosa stava succedendo, e abbiamo dovuto modificare ogni volta in corsa la strategia: l'umido, poi l'asciutto, la velocità. Negli ultimi 10 giri cercavo di ottenere metri di vantaggio, ma mi sentivo già il numero 1 e non vedevo l'ora di terminare la corsa”. È la prima vittoria per una monoposto interamente Honda dal 10 settembre 1967 (John Surtees, Monza). Può festeggiare poco, però, perché subito dopo la corsa deve prendere un aereo perché deve prendere parte a un servizio fotografico promozionale a Shanghai.
L’ultima sorpresa – Dietro a De La Rosa e Heidfeld, che completano il podio, si piazzano Barrichello, Coulthard, Ralf Schumacher, Kubica e Massa, ultimo a punti, che dopo i testacoda, dopo essere stato usato come “cavia” montando le gomme da bagnato prima di Schumi, firma il giro più veloce. Ma Kubica non si può godere il settimo posto. Il polacco ha completato gli ultimi 51 giri con lo stesso treno di gomme, che sono ormai talmente consumate che la vettura non raggiunge i limiti minimi di peso nei controlli post-gara. Così è proprio Michael Schumacher a entrare in zona punti.
GP UNGHERIA – STORIA E NUMERI
Prima edizione: 1986 (vittoria di Nelson Piquet, Williams)
Gara più lunga: 1986 (2h 00m 34.5s)
Gara più breve: 2004 (1h 35m 26.1s)
Vittorie dalla pole: 13 su 29
Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 14° (Jenson Button, Honda, 2006)
Le vittorie Ferrari
1989 Mansell
1998 M.Schumacher
2001 M.Schumacher
2002 Barrichello
2004 M.Schumacher
ALBO D'ORO PILOTI
Vittorie
4 – Michael Schumacher, Lewis Hamilton
3 – Ayrton Senna
2 – Nelson Piquet, Damon Hill, Jacques Villeneuve, Mika Hakkinen, Jenson Button
1 – Nigel Mansell, Thierry Boutsen, Rubens Barrichello, Fernando Alonso, Kimi Raikkonen, Heikki Kovalainen, Mark Webber, Dani Ricciardo
Pole position
7 – Michael Schumacher
4 – Lewis Hamilton
3 – Ayrton Senna
2 – Riccardo Patrese, Mika Hakkinen, Fernando Alonso, Sebastian Vettel
1 – Nigel Mansell, Thierry Boutsen, Alain Prost, Damon Hill, Rubens Barrichello, Kimi Raikkonen, Nico Rosberg
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
Vittorie
12 – McLaren
7 – Williams
5 – Ferrari
2 – Red Bull
1 – Benetton, Renault, Honda
Pole position
8 – McLaren
7 – Ferrari
6 – Williams
2 – Renault, Red Bull, Mercedes
1 – Lotus, Benetton