GP Usa, la Ferrari che verrà
Ha fatto bene in ogni condizione, sotto l'uragano e col vento che asciugava la pista in gara. Ha rischiato, ha montato presto le medie e solo la seconda safety car l'ha convinto a cambiare ancora. Ha centrato il podio numero 78, a due lunghezze dagli 80 di Senna, e firmato il 26esimo giro veloce in carriera, appaiando Hamilton al 6° posto all-time. Sebastian Vettel è sempre più il volto guida, il fattore unificante della nuova era Ferrari targata Marchionne-Arrivabene, che esce da Austin con una nuova consapevolezza e l'effimero appoggio del pubblico Usa per un Kimi Raikkonen battagliero quanto si vuole ma pur sempre unico colpevole dell'uscita di pista che l'ha costretto al ritiro per aver danneggiato il condotto di raffreddamento dei freni.
La quotazione in Borsa – In un weekend dal forte valore simbolico, Marchionne la sua gara l'ha già vinta. Fiat Chrysler Automobiles Nv e la sua controllata Ferrari Nv hanno annunciato che le banche hanno integralmente esercitato l’opzione per acquistare da Fca altre 1.717.150 azioni ordinarie Ferrari (1%) a 52 dollari per azione, il prezzo dell’offerta pubblica iniziale, con un ricavato lordo per Fca di 982,4 milioni di dollari. E con lo scorporo del Cavallino Rampante, per cui è già stata convocata l’assemblea di Fca del prossimo 3 dicembre, il debito industriale netto del gruppo debito dovrebbe ridursi di altri 800 milioni e scendere sotto i 6 miliardi.
Motore, nessun gettone – Il secondo posto, ormai ininfluente, nel Mondiale già assegnato a Hamilton è la certificazione di qualità di un pilota che ha saputo migliorarsi e seguire l'evoluzione della SF15-T, che a Austin si è presentata con un pacchetto di innovazioni aerodinamiche particolarmente rilevante, soprattutto all'anteriore, e un motore nuovo, anche se non ancora con la power unit studiata con il basamento stretto, che a questo punto dovrebbe debuttare direttamente la prossima stagione. In sostanza, nessun gettone è stato speso per il motore montato da Vettel e Raikkonen qui a Austin, col quinto propulsore endotermico della stagione, motivo della penalità spesa in un tracciato su cui è comunque più facile sorpassare, come dimostra il secondo podio centrato dal tedesco partendo dalla sesta fila o ancora più giù. Il team ha dimostrato una notevole capacità di programmazione degli sviluppi della monoposto, e ha lavorato sulla power unit nella specifica di Monza, con una serie di quegli interventi "minori" concessi dal regolamento per favorire l’affidabilità, concentrati soprattutto nell’ambito dell’ efficienza nel consumo di carburante.
Power unit Evo nel 2016 – La Ferrari ha ancora quattro gettoni da poter utilizzare e, come ha dichiarato Lorenzo Sassi, capo progettista della power unit della scuderia di Maranello, "abbiamo tante idee su come spenderli, per incrementare la performance in questa stagione, ma anche con un occhio al 2016”. La possibilità che la power unit evoluta debutti solo l'anno prossimo nasce anche, secondo il settimanale Autosprint, dall’esito della riunione di giovedì scorso a Ginevra, dove i motoristi hanno concordato insieme alla FIA un piano per relativo agli sviluppi previsti per il 2016: 32 gettoni, tutti spendibili nell’arco dell’anno senza vincoli di omologazione entro il 28 febbraio, e meno posizioni “chiuse”. Il team di Maranello sta infatti studiando una configurazione diversa da quella attuale, proprio per il basamento più stretto, che porterebbe a spostare l'MGU-K dall’attuale posizione in coda al lato sinistro del blocco motore, consentendo di stringere anche la trasmissione e rendere ancora più rastremato il disegno del retrotreno.
"Parliamo la stessa lingua" – Innovazioni su cui peserà l'esperienza e il ruolo trainante di Sebastian Vettel che, arrivato a Maranello alla fine del 2014, quindi ha avuto poca influenza sull’evoluzione della monoposto di quest'anno. “Ovviamente la maggior parte delle decisioni erano già state prese" ha spiegato il tedesco alla vigilia della gara di Austin, ma la stagione che abbiamo avuto finora è stata fenomenale, senza aspetti negativi. Di certo ho dato il mio input, quindi dobbiamo vedere cosa accadrà il prossimo campionato. Quando si guarda dove era la Ferrari l’ultimo anno e dov’è adesso, nonostante i massicci cambiamenti dal lato umano, non si rimarrà sorpresi se ci sarà un altro importante passo in avanti. Abbiamo lavorato molto duramente per far in modo che questa squadra lavorasse come una squadra. Probabilmente il cambiamento più importante è che ognuno parla la stessa lingua quando si parla della macchina: tutti capiscono cosa intendo quando comunico certi problemi agli ingegneri”. E Bernie Ecclestone, tra il serio e il benevolmente diplomatico, profetizza ai microfoni della Rai che l'anno prossimo "Sebastian Vettel non lotterà solo per il Mondiale, lo vincerà".