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Hamilton nei guai, l’inglese è accusato di aver evaso 3,7 milioni di euro

Anche il campione della Mercedes è finito nello scandalo Paradise Papers per non aver versato tasse in seguito all’acquisto del suo jet personale, un Bombardier CL635 Challenger rosso acquistato nel 2013 e del valore di 22 milioni di euro.
A cura di Matteo Vana
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Lewis Hamilton sul suo jt privato - Foto Instagram
Lewis Hamilton sul suo jt privato – Foto Instagram

Il titolo mondiale conquistato in Messico ha acceso ulteriormente i riflettori su Lewis Hamilton che, però, è finito nell'occhio del ciclone per questioni che con la pista poco c'entrano. Dopo politici e teste coronate anche il campione del mondo della Mercedes è finito nello scandalo Paradise Papers, le carte riservate sulle società offshore usate per aggirare il fisco rivelate da un'inchiesta del giornale tedesco Suddeutsche Zeitung e che coinvolge personaggi del mondo dello spettacolo, della politica e anche dello sport.

A far finire nella bufera il neo campione del mondo è stato il suo jet privato, un Bombardier CL635 Challenger rosso acquistato nel 2013 e del valore di 22 milioni di euro: stando alle accuse riportate dalla stampa inglese, infatti, Hamilton non avrebbe versato l'IVA per una cifra di 3,7 milioni di euro perché l'aereo risulterebbe proprietà di una società con sede alle Isole Vergini, che avrebbe noleggiato il jet a una società con sede sull'Isola di Man che, a sua volta, l’avrebbe affittato a un'ulteriore società alla quale si sarebbe rivolto Hamilton. Una pratica piuttosto usuale stando alle rivelazioni emerse dallo scandalo di cui non solo il britannico si sarebbe reso protagonista: dalla Regina Elisabetta a Bono Vox, passando per il segretario al commercio di Donald Trump, sono molti i nomi noti che stanno emergendo.

I legali del campione: "Nessuna pratica illegale"

I legali del campione britannico hanno già fatto sapere che l'operazione è stata condotta nella piena regolarità dal momento che la formula della locazione, anziché l'acquisto, permette di ottenere un vantaggio fiscale. Il pilota, dal canto suo, ha già fatto rispondere alle accuse da un portavoce che ha reso noto come "essendo uno sportivo globale che paga tasse in un vasto numero di Paesi, Lewis si affida a un team di consulenti professionisti nella gestione dei suoi affari. Questi consulenti hanno rassicurato Lewis che ogni cosa è stata fatta alla luce del sole e la questione è ora nelle mani dei suoi avvocati". Secondo i legali dell'inglese, dunque, non ci sarebbe nessuna pratica illegale: una storia, però, che potrebbe avere nuovi risvolti riservando ulteriori puntate di quella che sembra essere solo la prima di una lunga serie.

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