Hayden come Schumacher, quando il destino si beffa dei campioni della velocità
Le ultime notizie sulle condizioni di Nicky Hayden arrivate con l’ultimo bollettino medico dell’Ospedale Bufalini di Cesena confermano la situazione disperata in cui versa il pilota della Superbike e già campione MotoGP nel 2006 con la Honda, ricoverato da mercoledì scorso nel reparto di Rianimazione del nosocomio cesenate in seguito al terribile incidente in bici a Misano, all’incrocio di via Ca’ Raffaelli con la provinciale via Tavoleto. Il quadro clinico generale è lo stesso che nelle ultime ore sta tenendo con il fiato sospeso amici e familiari che si stanno alternando nella stanza dell’unità di Terapia intensiva. Al capezzale la mamma Rose e il fratello Tommy, l’entourage della Honda Sbk, i tanti amici che il 35enne ha in Romagna e la fidanzata Jackie che da mercoledì non lo ha mai abbandonato.
I medici: "Quadro clinico invariato"
“Il quadro generale di Nicky Hayden resta invariato. Le sue condizioni sono estremamente gravi. Resta ricoverato nel Reparto di Rianimazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena e la prognosi resta riservata”. Questa la terza e ultima nota diffusa nella giornata di ieri dall’ufficio stampa dell’Ausl dell’Area Vasta Romagna specializzata per questo tipo di traumi. Nicky Hayden ha trascorso la notte in condizioni esattamente identiche a quelle in cui si trovava al suo arrivo nel reparto di Rianimazione e le poche speranze rendono l’attesa di un nuovo bollettino medico un dramma ulteriore. Permangono i danni all’addome ma soprattutto il gravissimo edema cerebrale che fino a oggi ha impedito ai medici di sottoporre Nicky a intervento chirurgico.
Hayden come Schumacher, eroi colpiti lontano dalle corse
Per Hayden, 35 anni, la bicicletta è una passione e un allenamento. Uno sport da praticare lontano dalle piste del mondiale degli anni del campionato Ama Superbike e poi sui circuiti del campionato MotoGP e Superbike. Una passione come quella di che legava l’ex campione di Formula 1 Michael Schumacher alle piste da sci, fino alla rovinosa quanto banale caduta sulle nevi di Meribel, nella Savoia Francese, nel dicembre 2013. Due piloti, due campioni del mondo, entrambi accomunati dal rischio della velocità, colpiti in una dimensione diversa e tanto lontana dai pericoli delle corse. Tragedie simili a quelle di tanti altri, troppi ciclisti, come anche Michele Scarponi, ma anche automobilisti prudenti che all’improvviso si trovano esposti a ripicche del destino. Crudele quanto inconcepibile, che si beffa dei campioni di velocità, entrambi immortali in gara quanto fragili e simili a tutti noi nella vita normale.