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Il ricordo di Jules Bianchi, quattro anni fa se ne andava la promessa Ferrari

Era il 17 luglio 2015 quando, in seguito alle ferite riportate nel terribile incidente di Suzuka del 5 ottobre, il pilota francese perse la sua vita: quattro anni che però non sono bastati per spegnere il ricordo del suo sorriso e della spontaneità che ancora oggi i tifosi ricordano con affetto.
A cura di Matteo Vana
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Impossibile da dimenticare, il ricordo di Jules Bianchi è più vivo che mai: era il 17 luglio 2015 quando il pilota francese, prodotto della Ferrari Driver Academy e promessa del Cavallino tanto da immaginare per lui un futuro alla volante della Rossa, perdeva la vita in seguito alle ferite riportate nel drammatico incidente di Suzuka. Sono passati già quattro anni, ma la sua è una presenza fissa che vive nel ricordo degli appassionati e dei piloti stessi che, ad ogni occasione possibile, spendono parole e gesti importanti per lo sfortunato pilota che il destino ha portato via con sé troppo presto.

Jules Bianchi - Getty images
Jules Bianchi – Getty images

Il terribile incidente che costò la vita al francese

Avrebbe guidato una Ferrari un giorno, ma il Fato aveva deciso deciso diversamente: era il 5 ottobre 2014 quando la sua Marussia finì contro una gru che stava rimuovendo la monoposto di Adrian Sutil, finito fuori pista. Una coincidenza nefasta, l'appuntamento con il destino che decide di presentare il conto prima del dovuto: un impatto violentissimo quello di Jules Bianchi contro il mezzo di soccorso che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Le terribili immagini avevano fatto subire capire la gravità dell'incidente, la dinamica peggiore per vetture che all'epoca non potevano contare ancora sul supporto dell'Halo che, forse, avrebbe salvato la vita al pilota francese. I soccorsi immediati e la corsa all'ospedale di Yokkaichi, dove i medici provarono a salvare la sua vita con un intervento per cercare di ridurre l'ematoma al cervello e l'inizio del calvario durato fino al 17 luglio quando la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire si cominciò a diffondere.

Un epilogo triste per un ragazzo di appena 26 anni che amava i motori più di ogni altra cosa. Tantissime le dimostrazioni d'affetto arrivate alla famiglia da parte non solo dei piloti, ma da tutto il mondo: messaggi, striscioni e parole piene d'amore, segno indelebile della bontà d'animo di Jules Bianchi. Anche Nizza, la sua città natale, ha deciso di rendergli omaggio intitolandogli una strada che oggi è meta di pellegrinaggio per i tanti appassionati del mondo a quattro ruote che non perdono occasione per ricordarlo. Sono passati quattro anni da quel terribile 17 luglio che segnò la fine della speranza di rivedere in piedi il pilota francese, ma il ricordo di Jules Bianchi non se ne è mai andato, il suo sorriso continua a vivere nei cuori di tutti gli amanti della Formula 1 che, ogni anno, si fermano per dedicare un pensiero a una promessa della velocità che il destino ha voluto con sé troppo presto.

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