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Jules Bianchi, il padre: “Mi sembra di impazzire, una tortura quotidiana”

Papà Philippe distrutto: “È quasi più terribile così che se fosse morto nell’incidente”. Sull’ipotesi di un risveglio con disabilità: “Ne avevamo parlato, ci diceva che se si fosse ritrovato come Schumacher, non lo avrebbe accettato”.
A cura di Valeria Aiello
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Nove mesi dopo il terribile incidente di Suzuka, continuano a non esserci progressi nella condizione di Jules Bianchi. Il pilota della Marussia resta in coma, ricoverato nell’ospedale di Nizza, con la famiglia sempre più affranta al capezzale. Parlando in un’intervista a France Info, il padre di Philippe ha esternato il suo dolore e le sue paure sulla difficile situazione del figlio: “È insopportabile, è una tortura quotidiana – ha detto Philippe Bianchi. “A volte mi sembra di impazzire perché, per me, è quasi più terribile così che se fosse morto nell’incidente”.

I tempi di recupero da un incidente come quello di Bianchi richiedevano un miglioramento significativo entro i primi sei mesi che, nel caso di Jules, non è arrivato. “Il tempo passa e ora sono meno ottimista di quanto lo sia stato due o tre mesi dopo l'incidente, quando potevamo sperare per un'evoluzione migliore” spiega. Poi aggiunge: “A un certo punto, bisogna avere i piedi per terra e rendersi conto della gravità della situazione”.

La famiglia Bianchi aveva rivelato che Jules era riuscito a stringere le mani delle persone accanto a lui, tuttavia Philippe non è sicuro se si tratti di un comportamento consapevole o solo di un riflesso. Un’uscita dal coma rappresenterebbe un miracolo in sé per Jules, ma le delicate condizioni spaventano papà Bianchi: “Se dovesse ritovarsi con disabilità molto gravi, non sono convinto che non sarebbe quello che vorrebbe Jules. Ne abbiamo parlato. Ci aveva detto che se avesse avuto un incidente come quello di Michael Schumacher, o se anche solo non fosse stato più in grado di guidare, sarebbe stato molto difficile per lui accettarlo. Perché era la sua vita”.

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