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Jules Bianchi, il padre: “Stringe le nostre mani”

“In certi momenti è più attivo, si muove di più” dice il padre del 25enne francese che versa ancora in coma, incosciente presso il Centro Universitario di Nizza “Difficile comprendere se sono semplicemente dei riflessi o una vera reazione”.
A cura di Valeria Aiello
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A quasi sei mesi dal terribile incidente di Suzuka, durante il GP Giappone, Jules Bianchi resta ricoverato presso il Centro Universitario di Nizza dove era stato trasferito dopo un primo periodo di degenza all’Ospedale giapponese di Yokkaichi. Il 25enne transalpino che impattò violentemente contro una gru che stava spostando la monoposto di Sutil uscito di pista alla tornata precedente in quel settore del tracciato, versa ancora in coma. A parlare delle condizioni del pilota della Marussia è il padre, Phillipe Bianchi, in un’intervista rilasciata a Nice-Matin in cui ha descritto i piccoli progressi fatti da Jules negli ultimi mesi.

L’unica cosa che si può dire” spiega Phillipe Bianchi, “è che Jules combatte con forza coma ha sempre combattuto, prima e dopo l’incidente. Ogni giorno compie una maratona. Dal punto di vista medico le condizioni sono stabili, è abbastanza autonomo non ci sono problemi a carico degli organi che funzionano normalmente, senza aiuti esterni” prosegue il padre. “Ma per il momento è sempre in coma, incosciente”. Sul recupero delle funzioni cerebrali dal danno assonale diffuso, la famiglia del pilota francese continua a sperare: “Per questo tipo di trauma, sappiamo che l’evoluzione è moto lenta” sottolinea Bianchi.

Rispetto a ciò che ci era stato detto dai professori giapponesi a Yokkaichi – che avevano parlato di lesioni irreversibili e di almeno un anno per provare un trasferimento, è come parlare del giorno e della notte”. Jules invece aveva reagito e dopo appena sette settimane era stato trasferito nella nativa Nizza. “Ora i medici dicono che non c’è alcun intervento specifico che si possa fare. L’importante è stimolare Jules, affinché lui senta una presenza costante al suo fianco. Così, giorno dopo giorno gli stiamo accanto – sua madre, sua sorella, suo fratello e io. E anche la sua fidanzata tedesca, Gina, che vive qui” ha rivelato Philippe.

Giorno dopo giorno, quando gli stiamo accanto, vediamo che cambiano piccole cose, in certi momenti è più attivo, si muove di più, stringe le nostre mani. È difficile sapere se sono semplicemente dei riflessi o una vera reazione” dice Bianchi che non ha nascosto la sua amarezza per l’esito delle conclusioni dell’indagine svolta dalla FIA: “Si è trattato di un’indagine interna tra coloro che erano implicati nella vicenda” ha risposto seccamente “A riguardo non ho nulla di nuovo da dire. Se qualcuno è responsabile un giorno, dovrà pagare. Francamente io sono ancora troppo scosso per parlarne, preferisco focalizzare le mia energie su Jules” sottolinea il padre che recentemente aveva rivelato di aver dato incarico a ottimi legali per difendere gli interessi di Jules.

Resta difficile capire se e quando Jules tornerà alla normalità: “Vorrei ringraziare le persone che pensano e pregano per lui, e dire loro che daremo notizie quando ce ne saranno, buone o cattive che siano” conclude il padre del pilota.

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