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KTM interessata a Ducati, Pierer: “Per noi sarebbe perfetta”

Stefan Pierer, ceo di KTM, ha espresso l’interesse del gruppo austriaco ad acquisire il marchio Ducati: “È la Ferrari del motociclismo”.
A cura di Valeria Aiello
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Parole al miele per la Ducati da Stefan Pierer, amministratore delegato di KTM, che ha definito la casa di Borgo Panigale “la Ferrari del motociclismo”, confermando l’interesse di Mattighofen per lo storico marchio bolognese. “Ho un rapporto emotivo con Ducati. Ducati è Ducati, non c’è niente da fare. Per noi sarebbe perfetta” – ha detto Pierer in un’intervista a Speedweek.com. In MotoGP, oltre al team ufficiale, dal prossimo anno KTM avrà un suo team satellite e schiererà quattro moto, con Johann Zarco come primo pilota e un collaudatore d’eccezione come Dani Pedrosa che, salutata la Honda, il 18 e 19 dicembre a Jerez proverà per la prima volta la RC16. Un aspetto sportivo che non è tutto per la casa austriaca che, se pur ben presente con i successi nel Motocross, Supercross. Enduro e rally Dakar, punta ad affermasi nel mercato internazionale.

Ducati "perfetta" per KTM

Nell'ultimo anno, le vendite di KTM in Europa sono crescite del 5% e, solo in Germania, KTM ha venduto il 30% in più rispetto al 2017. Un’eventuale acquisizione di Ducati da parte di KTM permetterebbe alla casa austriaca di diventare il terzo costruttore mondiale di due ruote, dietro soltanto a Honda e Yamaha. Il marchio Ducati andrebbe ad affiancare non solo KTM ma anche Husqvarna e Husaberg, oltre che WP, specializzata in sospensioni.

Ducati è stata acquisita da Audi nel 2011 per circa 740 milioni di euro ma Pierer è convinto di poter puntare a un prezzo diverso, visto il nuovo orientamento alla mobilità elettrica del gruppo Volkswagen. “Forse, con il diesel e la e-mobility, Audi potrebbe presto avere altre priorità rispetto a una casa motociclistica. Ovviamente, avere un marchio del genere nel nostro gruppo sarebbe interessante. Non è una questione di prezzo, è una questione di quanto ci si renda conto della propria situazione. Ci attendono nuove sfide e si tratta anche di guardare l'evoluzione del mercato in Europa. Oggi con l'industria motociclistica bisogna andare in Asia, in India. Se non ci riesci, prima o poi te ne andrai. La questione di Ducati non è il prezzo di acquisto, ma la domanda: ‘Come posso diventare più forte insieme? Il tempo lo dirà…”.

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