La Ferrari corre a Wall Street: atteso un utile del 60%, rispetto all’anno scorso
Il Cavallino Rampante scalda i motori e si appresta a dare inizio al Gran premio di Wall Street. Una sfida difficile quella dell'azienda di Maranello, quanto quella che Vettel e Raikkonen combattono in ogni Gp contro Hamilton e Rosberg. Nelle prossime ore, infatti, la "scuderia" rossa (che fa capo a Fiat Chrysler Automobiles) sbarcherà ufficialmente in borsa, mettendo in vendita una piccola parte delle proprie azioni. Escludendo il 10% delle azioni ancora in mano a Piero Ferrari, figlio del leggendario Enzo, che ha già dichiarato di non voler cedere il proprio "pacchetto", il gruppo controllato da Marchionne, piazzerà inizialmente sul mercato soltanto il 10%, mentre l'ottanta per cento rimanente verrà distribuito agli investitori nei prossimi anni. L'ingresso in borsa della Ferrari, che rimane uno dei marchi più famosi al mondo nell'ambito dell'automobilismo, è atteso con ansia e fiducia dai vertici della FCA che si aspettano ottimi risultati sin dalle prime quotazioni.
Nel documento presentato presso la Consob americana (la Securities and Exchange Commission), l'azienda di Maranello conta di arrivare ad un rialzo del 60-66% rispetto allo scorso anno, con un utile che dovrebbe oscillare tra i 93 e i 96 milioni di euro. Una stima positiva, figlia di maggiori risultati nelle consegne delle autovetture e, come comunicato ufficialmente dalla FCA, anche di un beneficio di spese amministrative e spese generali "stabili" nel terzo trimestre del 2015, rispetto a quelle dell'anno precedente. Lo scorporo delle azioni, una volta terminato, dovrebbe secondo gli analisti generare alla FCA un introito di quasi 4 miliardi di euro. Un "tesoretto" che, secondo indiscrezioni, servirà a Marchionne anche per tentare la scalata a General Motors: vecchio pallino del Presidente e Amministratore Delegato della Fiat Chrysler Automobiles.