La piccola PanDakar alla conquista del Sudamerica
Un piccola utilitaria tra le grandi protagoniste della Dakar. Un’avventura nell’avventura: portare al traguardo di Buenos Aires una Panda 4×4, sfidando le dure tappe della Dakar Sudamericana, fatta di oltre 9.000 chilometri, percorrendo deserti, laghi salati e passi andini a quasi 5.000 metri di quota. Un progetto ambizioso, portato avanti dalla passione di Giulio Verzeletti, che con il suo Team Orobica Raid vuole regolare i conti in sospeso dopo il ritiro, nel 2014, sempre al volante della piccola Panda.
PanDakar: la storia della piccola torinese alla Dakar
La Panda non è una new-entry nell’elenco dei partenti alla più dura gara al mondo. Lanciata nel 1983 nella sua versione 4×4, la piccola utilitaria torinese venne scelta da ben 6 equipaggi per l’edizione 1984 del rally, senza arrivare al traguardo. Vetture che scesero a 4 l’anno successivo, tutte ritirate durante la gara, per poi essere abbandonate nelle edizioni successive. Erano gli albori della Dakar, ma i Team ufficiali iniziavano ad affacciarsi con mezzi potenti e tecnologici che nulla avevano a che vedere con un piccola vettura praticamente di serie. Nel 2007 Fiat si ripresenta in maniera ufficiale al via, con 2 vetture affidate a Miki Biasion e Bruno Saby. Si trattava della seconda generazione Panda, subito ribattezzata PanDakar. L’avventura finì prematuramente e le vetture tornarono a Torino, senza che Fiat dimostrasse ulteriore interesse nella maratona africana.
La nuova avventura con Verzeletti ed Orobica Raid
Le PanDakar trovano nuova vita grazie all’interesse di Giulio Verzeletti e delle sua struttura Orobica Raid. Verzeletti rileva le macchine dalla Fiat ed inizia a prepararle per presentarsi la via della Dakar 2014, che però deve abbandonare all’undicesima tappa. Giulio Verzeletti è uno di quelli duri, nato con la pratica dell’enduro e che può vantare una enorme esperienza nella Dakar. Sarà al via della sua 16esima edizione, delle quali 7 disputate in sella ad una moto. Al suo fianco ci sarà Antonio Cabini. Tutta la preparazione è stata affidata ad Orobica Raid, la struttura che fa capo proprio a Verzeletti. A scortare l’equipaggio italiano ci sarà in gara un camion Unimog 400 guidato da Paolo Calabria, con al fianco Loris Calubini e Giuseppe Fortuna.
Piccola Panda da 190 cavalli
La nuova PanDakar condivide ancora il telaio della sua antenata del 2007, ma la cilindrata è salita fino a 1.900 cc. Il motore sviluppa circa 190 cavalli, contro i 100 cavalli a disposizione nel 2014, più che sufficienti a spingere la vettura. Il problema più grosso nelle precedenti edizioni era stata l’altezza dal suolo ed il consumo degli pneumatici, risolti con l’adozione di ammortizzatori a maggior escursione, che hanno richiesto una modifica alla trasmissione, ed all’utilizzo di nuove coperture BF Goodrich. A proposito di trasmissione: sulla vettura in gara è possibile disinserire la trazione integrale, potendo procedere a solo due ruote motrici nei tratti più scorrevoli, per preservare la meccanica della macchina. L’obiettivo di Giulio Verzeletti ed Antonio Cabini, è uno solo: arrivare al traguardo di Buenos Aires.