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La Superbike fatica a decollare

Gli ascolti del Mondiale delle derivate di serie non decollano. Dopo Aragon, anche nel round di Assen l’audience della Superbike non è affatto stellare.
A cura di v.a.
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Trend negativo per gli ascolti della Superbike by Mediaset anche questo weekend. I numeri del round di Assen trasmesso domenica da Italia 1 non sono in linea nemmeno con gli ascolti della tappa di Aragon. Il GP d’Olanda, trasmesso in diretta da Italia 1, fa registrare per Gara 1 531.000 telespettatori totali (share 4,21%) abbassando ulteriormente l’asticella dell’audience: a seguire la diretta delle ore 12:00 da Assen è stata quasi la metà degli appassionati che due settimane fa era sintonizzata ad Aragon (938.000 telespettatori).

Leggermente migliore il risultato di Gara 2, seguita da circa 100.000 telespettatori in più rispetto alla tappa spagnola, che registra 641.000 telespettatori totali (share 3,67%).

Numeri che non piacciono. Perché la Superbike di Mediaset non decolla? Cosa manca al Campionato delle derivate di serie per potersi confrontare in termini di ascolti con la classe regina?

Il team Mediaset – Sulla qualità del lavoro svolto dal team Mediaset c’è ben poco da dire, la copertura è puntuale e precisa con un totale di 14 ore di collegamento a weekend. A partire dal sabato, su Italia 2, prove libere e qualifiche della Superbike, arricchite dalle classi Supersport, Superstock 1000 e Superstock 600. La domenica mattina su Italia 2, i warm-up e, a seguire, la diretta su Italia 1 e Italia 2 delle gare delle classi Superbike, Supersport e Superstock 1000.

La “bella stagione” – Prima giornata di primavera in quasi tutta Italia. Caldo e primo sole hanno di certo contribuito al calo di ascolti della domenica mattina rispetto alla tappa di Aragon. Risultato che comunque resta inferiore rispetto alle attese del gruppo Mediaset.

Il commento – Non è certo semplice per noi appassionati sostituire la voce della Superbike. Non è facile cancellare il commento tecnico di Mauro Sanchini e la storica voce di Luigi Vignando in poche gare. Ma il team Mediaset ce la sta mettendo davvero tutta. Impeccabile Guido Meda a commento delle prime due gare, e una cabina con Giulio Rangheri e Max Biaggi, nella nuova veste di commentatore tecnico.

La mancanza di personaggi – A prescindere che il team in cabina di commento possa piacere o meno, uno dei motivi più plausibili del flop è sicuramente da ricercare nella mancanza di piloti capaci di attirare l’attenzione mediatica. Se l’anno scorso La7 poteva contare sulla presenza del Corsaro in pista, quest’anno non bastano piloti come Marco Melandri, Davide Giuliano o Michel Fabrizio a risvegliare telespettatori assopiti. La mancanza di un “campione italiano” si fa sentire e il vuoto lasciato dal pilota romano è solo parzialmente colmato dalla curiosità di vederlo in cabina di commento o di sapere se i rumors sul suo potenziale ritorno in sella siano voci fondate o solo, come le ha lui stesso definite, "chiacchere da bar".

La tesi delle due manches – Sicuramente manca un “Valentino” in pista. E gli italiani non fanno a gara per vedere campioni come Sykes e Laverty lottare per una prima posizione, come accaduto domenica nella seconda manche. Ma sarebbe proprio l’orario di gara 2 ad essere sotto osservazione. A differenza della MotoGP, che parte alle 14:00 per concludersi tra interviste e commenti alle 15:30, la partenza della seconda gara della Superbike, alle 15:30, può determinare dei problemi di audience, come del resto è già successo anche a La7. Insomma, non si sta tanto bene “in piedi sul divano” dalla metà pomeriggio in poi, tanto che la Dorna, in considerazione dei numeri, potrebbe addirittura sacrificare, per la stagione 2014, la formula della doppia manche, uniformando così la Superbike alla MotoGP. Un colpo basso per gli appassionati che vedrebbero annullato uno degli momenti forse più piacevoli, l’attesa di gara 2 ricca di commenti e voglia di riscatto o di conferma dei risultati di gara 1.

A uscirne male è comunque la passione. Il motociclismo sta vivendo un periodo difficile, schiacciato da una crisi che non risparmia nemmeno lo sport. Meno moto vendute, meno curiosità di vedere la derivata del proprio mezzo scendere in pista in un campionato che mai come quest’anno ha pochi fenomeni da copertina in sella e sempre più ridotte motivazioni extra.

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