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Le auto ora si rubano con un metodo “hi-tech”

Le auto aderiscono sempre di più all’idea futuristica che avevamo qualche anno fa: parcheggi assistiti, tecnologie per la sicurezza, telecamere di bordo, mappatura delle strade e serrature intelligenti. Ma dietro tutte queste funzioni c’è un pc. E quando c’è un pc, può esservi anche un “hacker”.
A cura di Redazione Motori
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Il tempo dei furti con cacciavite e piedi di porco sta per finire, ma non, come si sarebbe sperato, per lasciare spazio ad un tempo di legalità. La polizia metropolitana di Londra ha infatti avvertito che si stanno diffondendo sempre di più tecniche di furto che fanno leva sulle debolezza informatiche delle tecnologie all'avanguardia montante sulle auto più recenti. Quasi tutte le vetture più recenti, infatti, hanno di serie o mettono a disposizione allestimenti con computer di bordo a cui viene delegato il controllo di parte importante delle funzionalità di una vettura. Freni, luci interne e fari esterni e soprattutto chiusure centralizzate sono solo alcune delle funzionalità esercitate da questi prodigiosi computer. "Prodigiosi", però, non al punto tale da poter resistere ad un attacco hacker nemmeno troppo complesso. Con soli 12 euro circa, infatti, è possibile acquistare un'applicazione che, tramite collegamento wifi al computer, si introduce nella rete della vettura.

Due ingegneri dell'Indiana, Charlie Miller e Chris Valasek, hanno sperimentato le capacità di resistenza ad un furto hi-tech di alcuni modelli moderni e di alta gamma, finendo dunque con il controllare freni, sterzo, luci e serrature. Un esperimento che avrebbero potuto replicare tranquillamente anche su altre automobili, se si considera che, secondo i dati della polizia londinese, con questo metodo hi-tech sarebbero stati già eseguiti 21.000 furti nel 2013. Il ladro che apprende il "mestiere" per la strada potrebbe dunque lasciare il campo ad un professionista dell'ingegneria informatica capace di decriptare i sistemi di difesa di computer di bordo per far scivolare le auto – docili, silenziose, intatte – tra le mani del criminale.

Le case automobilistiche sono chiamate fin da subito a correre ai ripari. La l Defense Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti ha finanziato una ricerca sull'argomento per intervenire prima che le statistiche diventino ancora più critiche, mentre la polizia londinese si è rivolta direttamente agli automobilisti per aggiungere un ulteriore livello di sicurezza a quelli "di serie": bloccasterzi e localizzatori GPS.

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