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Le Mans, ancora sciagura Ducati. Iannone: “Giù quando non spingevo” Dovi: “Stava forzando”

Doppio ritiro per i due Andrea al GP di Francia e un comune denominatore: una Michelin che all’anteriore perde aderenza senza preavviso. Sulla sua scivolata l’abruzzese spiega: “Nel giro in cui sono caduto, i dati mostrano che non stavo forzando”. Diversa la sensazione di Dovizioso, scivolato anche lui dopo il sorpasso di Rossi, in simultanea con Marquez: “Andrea stava forzando un po’ troppo e con queste gomme basta davvero poco”.
A cura di Valeria Aiello
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Iannone aiutato dai commissari di pista dopo la caduta (A) Dovizioso  ai microfoni di Sky Sport (B)
Iannone aiutato dai commissari di pista dopo la caduta (A) Dovizioso ai microfoni di Sky Sport (B)

Ancora un Gp nero per il team Ducati, ancora uno zero per la squadra di Borgo Panigale che nel weekend di Le Mans aveva mostrato di poter lottare contro i tpo rider per il podio, o forse anche per la vittoria. Ma anche in Francia, come nei precedenti round, qualcosa non è andato per il verso giusto. Da inizio stagione, i due Andrea hanno raccolto risultati ben al di sotto delle aspettative, tra errori e sfortuna che ad oggi pesano come macigni sulle spalle dei due alfieri ufficiali. Iannone è decimo in classifica piloti a 25 punti, al netto della caduta in Qatar, dello strike in Argentina e della scivolata a Le Mans, con all’attivo il terzo posto di Austin e la settima piazza di Jerez. Dovizioso invece è undicesimo in classifica iridata a 23 punti, con all’attivo la piazza d’onore del Qatar e il rocambolesco 13esimo posto dell’Argentina, e tre cadute negli ultimi tre round. Ma se in Argentina era stata colpa del compagno di squadra, negli Usa di Dani Pedrosa e in Spagna di una rottura, il motivo per cui il forlivese è stato costretto al terzo ritiro consecutivo è lo stesso che ha messo fine alla gara del compagno di squadra e a quella alla maggior parte dei piloti finiti a terra al Gp di Francia.

Iannone: “Quando sono caduto non stavo forzando”

Una situazione che Iannone ha descritto come fuori controllo, nel provare a spiegare che dietro alla sua caduta nel corso del sesto giro in curva 6, non c’era la famigerata fretta di recuperare nei confronti di Lorenzo che lo precedeva in testa alla corsa, ma una percezione falsata di quale sia il vero limite dell’anteriore Michelin che sta condizionando le gare, e non solo della Ducati.

La situazione è veramente difficile, anche da spiegare, ancora di più da accettare, quando hai il potenziale per essere veramente competitivo, che credo abbiamo dalla prima gara – dice Iannone ai microfoni di Sky Sport – Sono per lo meno contento di quanto fatto, anche se alla fine non riusciamo a portare a casa i risultati. La velocità è molto buona dall’inizio del campionato, ma purtroppo, secondo me, dobbiamo ancora migliorare alcuni aspetti che poi magari ci permettono di non finire le gare in questo modo qua.

Ovviamente noi abbiamo la possibilità di guardare i dati subito e io non stavo forzando più dei giri precedenti – spiega – Addirittura quel giro in cui sono caduto, rispetto a due giri, prima sono entrato con meno freno, con meno angolo e meno velocità, ma alla fine l’anteriore si è chiuso ugualmente

Per me, il vero problema è che nessuno di noi ha sotto controllo la situazione – aggiunge l’abruzzese – la situazione è molto critica e tu non riesci mai a capire o ad avere un avvertimento se il davanti è al limite oppure se hai margine, e questo non cambia da quanto spingi o meno. Purtroppo succede proprio quando spingi meno di scivolare. Alla fine, non so proprio cosa fare.

Oggi credo che si sia visto un po’ per tutti, quante cadute ci sono state sul davanti, probabilmente tutte, la gara l’hanno finita in 13, io non mi sento di accusare le gomme e nessuno. Mi sento solamente di continuare a lavorare, e cercare di migliorare questi aspetti che mi mettono in crisi. Dobbiamo cercare di capire se possiamo migliorare qualcosa sul telaio della moto, per cercare di avere un po’ più di feeling e percepire un po’ di più quello che succede”

Fretta? Posso capire ed è giusto fare questi ragionamenti ma lo smentisco perché, dai dati lo abbiamo verificato, e addirittura il giro in cui sono caduto era il giro più lento in quel punto di tutta la gara. E, per assurdo, spingevo molto di più quando era dietro al mio compagno di squadra in frenata, perché lui è uno di quelli che frena molto forte, quindi mi interessava riuscire a superare Andrea il prima possibile, sempre con la testa, ma poi quando ho iniziato a spingere meno davanti, è arrivata la scivolata. Il contrario di quello che si può immaginare.

È andata male, e non ci resta che rimboccarci le maniche e capire veramente il perché di queste situazioni, e cercare di migliorare – conclude Iannone.

Dovizioso: “Con queste gomme basta davvero poco”

Scattato bene dalla seconda fila, Dovizioso ha viaggiato in scia al leader della corsa fino al sesto giro, quando veniva superato da Iannone. La scivolata dell’abruzzese alla tornata successiva, gli aveva però permesso di riguadagnare la posizione, fino al tredicesimo passaggio, quando è stato superato da Valentino Rossi, che rimontava fino alla seconda posizione. Rimasto in terza posizione davanti a Marc Marquez, DesmoDovi è però scivolato due giri dopo, quando tradito dall’anteriore, è scivolato in simultanea allo spagnolo in curva 7.

Partenza perfetta, ma nei primi giri, quando le gomme sono fresche, abbiamo un certa velocità – spiega Dovizioso – Ma oggi la gara ci ha dimostrato che dobbiamo lavorare con una mentalità un po’ diversa. Nel senso che si cerca sempre la prestazione ma soprattutto in piste così lente, con tutta la potenza che c’è, credo che si debba cercare più fluidità.

Possiamo essere veloci ma per vari motivi, per le gomme che abbiamo, per le nostre moto e varie circostanze, bisogna essere più fluidi, essere un po’ più dolci sulle gomme, e di conseguenza possiamo essere più costanti.

Vedevo che Valentino, davanti a me, ne aveva di più, ma non in tutta la pista e mi sono detto ‘vediamo dove ne ha di più e dove di meno', ma non so come sarebbe andata. Nel punto dove sono caduto, non tanto la buca, e lo dimostra anche la caduta di Marquez, con le Michelin ho perso il davanti, che si è comportato sempre bene nel weekend, ma la caratteristica è che quando ti lascia, ti lascia secco, e quando succede è tardi. E questo è quello che successo in gara. Avevo un angolo di piega di 2 gradi superiore rispetto ai passaggi precedenti, e questo è bastato”.

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