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Marquez vs Rossi, ci risiamo: ma in Argentina è Marc che stende il Dottore

Lo spagnolo della Honda ancora sotto investigazione per la manovra ai danni del Dottore. Tensione alle stelle nel paddock di Termas de Rio Hondo dove sembra essere tornati ai tempi di Sepang 2015.
A cura di Valeria Aiello
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Marc Marquez e Valentino Rossi in Argentina
Marc Marquez e Valentino Rossi in Argentina

Una gara davvero folle quella di oggi al Termas de Rio Hondo: grande caos già in griglia, con partenza ritardata per la decisione collettiva di rientrare al box per montare gomme slick su un asfalto non ancora completamente asciutto, ma soprattutto per la manovra di Marc Marquez sullo schieramento, prima mossa in una gara in cui lo spagnolo ha decisamente mostrato di non sapersi gestire. Manovra penalizzata con un ride through che ha costretto Marquez a una furiosa rimonta fino agli scarichi della Yamaha di Valentino Rossi – non senza farsi strada a suon di spallate (come la sportellata inflitta a Aleix Espargaro per la quale ha poi dovuto cedere la posizione). Ma è contro Valentino Rossi che si è consumato il dramma del weekend.

In Argentina è Marc che stende il Dottore

Nuovo capitolo di una storia di rivalità che arriva da lontano: la manovra su Rossi ha finito per stendere Valentino che, riuscito a riprendere la gara, ha chiuso 19° al traguardo. Marquez, invece, quinto alla bandiera a scacchi, è stato sanzionato per la manovra con 30 secondi da sommare al suo tempo, che lo hanno fatto scivolare in 18° posizione in classifica. Una sanzione che probabilmente non sarà la sola, visto che lo spagnolo è ancora sotto investigazione ed è stato chiamato in Direzione Gara dopo la festa del podio.

Ci risiamo: tra i due sono di nuovo scintille. Marquez raggiunge il box Yamaha ma Rossi non accetta le scuse. Capitolo chiuso, per adesso. Perché quando i due non hanno ancora parlato con la stampa, la sensazione è quella di essere tornati indietro al 2015, allo scontro di Sepang, duello che pensavamo aver segnato definitivamente il rapporto tra i due, ma che invece era solo capoverso di una brutta storia. Storia fatta purtroppo di scorrettezze e sorpassi oltre il limite, di botta e risposta in cui questa volta è Rossi a farne le spese.

Peccato, perché non è questo il motociclismo che ci piace e che ci fa sognare, perché le sportellate sono belle finché servono e non quando – come in questo caso – Marquez avrebbe potuto passare Rossi con una normale manovra, visto che davanti al Dottore, oltre a Vinales, c'era poi un vuoto di dieci secondi, incolmabili in poche tornate. Dopo due anni di grande fatica per ricostruire il flair play, in una gara che avrebbe potuto vincere a mani basse, Marquez butta così tutto alle ortiche. E adesso? Si tornerà al pubblico che fischia sotto il podio, a un ulteriore raffreddamento dei rapporti già di circostanza, alla difficoltà di dover condividere il paddock con un rivale che non si vorrebbe mai incrociare. Nessun spostamento di confini, nessuna nuova mentalità: prepariamoci a una lotta con il coltello tra i denti magari con un finale diverso da quello del 2015.

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