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Max Verstappen sull’esordio col botto a Rotterdam: “È stata colpa mia”

“Non ci sono scuse, è stata completamente colpa mia” ha spiegato il giovanissimo olandese che non ha cercato giustificazioni per l’errore durante l’esibizione a Rotterdam.
A cura di Valeria Aiello
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Forse l’emozione, forse solo una distrazione. Max Verstappen all’esordio sulla Red Bull RB7 del 2011 con i colori della Toro Rosso a Rotterdam per il VKV City Racing, è stato autore di un errore: il giovanissimo olandese, impegnato nei donuts – i tradizionali giri a 360 gradi della monoposto su se stessa – è andato a sfiorare pericolosamente le barriere. Rimesso in pista dal personale del circuito cittadino, il figlio d’arte al momento di ripartire, ha sbagliato andando a finire contro le protezioni e rompendo l’ala. Il boato e gli applausi del pubblico presente non hanno di certo rincuorato Verstappen che al De Telegraaf ha spiegato:

Non ci sono scuse, è stata completamente colpa mia” ammette il 16enne Ho commesso l’errore al terzo donuts ma anche questo fa parte del processo di apprendimento”.

Vortice di polemiche della Superlicenza di Verstappen

L’ingaggio di Max Verstappen da parte della Scuderia Toro Rosso per la stagione 2015 ha provocato un vortice di polemiche che, con l’incidente di Rotterdam, sono andate a infittirsi. Jacques Villeneuve è stato tra i primi a commentare l’ingaggio di Verstappen nella massima serie, definendola la peggior cosa di sempre e puntando il dito sulla Superlicenza della FIA che, se sarà concessa al giovane, porterà l’olandese in pista già da quest’anno in occasione di qualche turno di prove libere 1. Villeneuve è convinto che la giovanissima età di Max Verstappen sia un rischio sia per l’olandese che per gli altri piloti che vedrebbero in pista un 17enne – età che Max avrà quando debutterà nella massima serie – con “300 km sulle spalle”. Parole durissime quelle del canadese per il giovane attualmente impegnato nella Formula 3 europea, dove sta ottenendo eccellenti risultati. Della stessa opinione Lewis Hamilton: “All'età di Verstappen ero insistente con Martin Whitmarsh perché mi facesse guidare la McLaren, ma sia lui che Dennis e mio padre mi tenevano con i piedi ben piantati per terra e credo fosse un bene”. Totalmente differente l’opinione di Kimi Raikkonen che ricorda il suo esordio nella massima serie: “Io ho debuttato con la Sauber che avevo disputato 23 gare in tutto” racconta il finlandese “e quando ho iniziato io le monoposto avevano i V10 per cui erano molto più fisiche. Con queste vetture non avrà alcun problema”.

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