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Michael Schumacher, le terapie che attendono il Kaiser

Il pilota tedesco sarebbe sempre più cosciente ma il percorso di riabilitazione potrebbe richiedere tempo.
A cura di Valeria Aiello
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Sono trascorsi appena due giorni dall’annuncio dell’uscita dal coma di Michael Schumacher e del suo trasferimento dalla clinica di Grenoble al Centro Ospedaliero Universitario Vadois (CHUV) di Losanna, dove il pilota tedesco è inizierà il percorso di recupero delle funzionalità presso l’Unità Operativa di Riabilitazione Intensiva del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche. Dopo mesi di silenzio è il portavoce del CHUV, dott. Darcy Christen, a parlare dello stato di salute di Schumi e dei trattamenti cui sarà sottoposto il Campione.

Il trasferimento al nostro ospedale non significa che la sua condizione sia nettamente migliorata nelle ultime settimane” ha dichiarato Darcy Cristen alla Bild. “Il paziente a volte è cosciente, a volte no. Si tratta un lungo percorso che nessuno può dire come andrà a finire. Il recupero richiederà pazienza”.

Per questi casi abbiamo una procedure speciali VIP” ha spiegato il portavoce. “Per Schumacher e la sua famiglia è stata attrezzata un’area speciale e aumentate le misure di sicurezza”.

Il CHUV di Losanna è tra le strutture più quotate al mondo per il recupero dei traumi come quello subìto dall’ex iridato di Benetton e Ferrari. Sotto la direzione del dott. Richard Frackoviak, uno dei pionieri a livello internazionale dell’imaging cerebrale, il Dipartimento Neuroscienze Cliniche di Losanna riserverà al tedesco un’equipé di 26 specialisti guidati dalla dott.ssa Karin Diserens, primario dell’Unità Operativa di Riabilitazione Intensiva. Ad attendere il Campione non solo l’area asettica ma anche apparecchiature all’avanguardia e trattamenti mirati, come l’outdoor theraphy, un’esterna di oltre 200 metri quadri di superficie chiamata “Il Giardino del Risveglio” capace di risvegliare la consapevolezza del paziente attraverso le stimolazioni ambientali.

È un concetto innovativo e straordinario” spiega Christen, “Naturalmente il ponticello e i gradini servono per chi ha una qualche capacità di movimento. Per i pazienti come Schumacher, invece, si lavorerà sulla stimolazione sensoriale. I risultati sui primi pazienti sono stati molto incoraggianti”.

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