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Mick Schumacher: “Il paragone con mio padre non è un problema”

Il figlio di Michael pronto per l’esordio in F2 parla del confronto con il padre: “Sono solo onorato di essere paragonato a lui, era il migliore della Formula 1 ed era mio padre: posso solo imparare e cercare di migliorare”.
A cura di Valeria Aiello
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MIck Schumacher / Getty
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Il paragone con mio padre non è un problema”. In vista del debutto nel campionato di Formula 2 che scatterà in Bahrain, nel weekend del 30 marzo, Mick Schumacher ha analizzato prospettive e ambizioni di una stagione che affronterà da campione in carica dell’Euro F3 ma soprattutto da nuovo pilota dell’Academy della Ferrari, un passo che lo avvicina alla Formula 1 e alla strada tracciata da papà Michael, sette volte campione del mondo e pilota più vincente della storia della F1, riuscito a conquistare ben cinque titoli consecutivi con la Ferrari.

“Il paragone con mio padre non è un problema”

Essere paragonato al miglior pilota della storia della Formula 1 è l'obiettivo che voglio raggiungere – ha detto Mick in un video diffuso dal team Prema, la scuderia vicentina con cui affronta il salto di categoria –   . Era un idolo ed è mio padre, sono onorato di essere accostato a lui ed è speciale: posso solo imparare e cercare di migliorare”. Il suo ingresso nella Ferrari Driver Academy è un passo importante in vista del futuro. “Per il punto della carriera in cui mi trovo è un fattore molto positivo, che può portarmi tanta esperienza e da cui voglio ottenere il massimo possibile. La Ferrari, poi, è stata molto aperta nell'accogliermi al meglio, come in una famiglia, e per me è molto bello”. Quanto alla nuova categoria, l’impressione avuta nei test invernali al Montmelò è stata “molto positiva” anche se ci sono importanti differenze con la F3.

Le monoposto qui sono più aggressive, grandi e veloci e sono in un certo senso più pigre e meno dirette in curva – ha aggiunto il 19enne tedesco – Si avverte il maggiore carico, soprattutto nelle curve più ampie, ma più che il passo avanti per la velocità, cambia molto il funzionamento delle gomme. La vera chiave è comprenderne il grip e le giuste temperature di esercizio: devi capirle al cento per cento per essere sicuro che facciano un buon lavoro e questa è la mia sfida principale”. Per essere ad affrontare questa nuova sfida, Mick non ha lasciato nulla al caso. “Ho apportato alcune differenze al mio programma di lavoro, perché mi troverò a lottare con piloti ancora più preparati e ho quindi intensificato corsa, bici, ginnastica e allenamenti per essere ancora più pronto. Il mio obiettivo sarà di imparare quante più cose possibili e ottenere il meglio di quello che ho a disposizione: adesso ho più persone che gravitano attorno alla vettura, ciascuna con un proprio compito, e poter lavorare insieme e ben affiatati è molto importante”.

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