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MotoGP, 5 cose da dimenticare della stagione 2017

Dalla rabbia di Lorenzo in Argentina alla ‘mappa 8’ e il rifiuto del maiorchino, passando per il flop Yamaha e il forfait di Rossi a Misano: i cinque peggiori momenti dell’ultimo mondiale.
A cura di Valeria Aiello
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Jorge Lorenzo dopo la caduta alla prima curva del Gp d'Argentina / @JorgeLorenzo
Jorge Lorenzo dopo la caduta alla prima curva del Gp d'Argentina / @JorgeLorenzo

Alla fine tutto è andato come logica suggeriva: Marc Marquez campione del mondo MotoGP 2017, il pilota attualmente più forte per abilità, coraggio e spettacolarità di guida sul tetto del mondo per la sesta volta in carriera, la quarta in cinque anni di MotoGP. Non senza clamorosi colpi di scena, visto che a pennellare una stagione incredibile ci ha pensato Andrea Dovizioso, il solo alla fine a restare in corsa per il titolo contro lo spagnolo. D’altra parte, errori e sfortuna hanno segnato il campionato degli altri big, esclusi prima di quanto ci si aspettasse dalla lotta oppure, come nel caso di Jorge Lorenzo e Andrea Iannone, lontani dalle posizioni alte della classifica tra le diverse difficoltà di adattamento a moto ben diverse da quelle guidate in precedenza. I primi test in vista del 2018 hanno archiviato definitivamente la stagione conclusa ma, prima di aprire le porte all’anno nuovo, ecco i cinque peggiori momenti di quest’ultimo mondiale da buttar via per far posto ai migliori della prossima stagione.

La furia di Lorenzo: butta a terra la sua Ducati

Siamo appena alla seconda gara del campionato, la seconda per Jorge Lorenzo in sella alla Ducati. Due settimane prima, in Qatar, all’esordio con la Rossa, il maiorchino aveva chiuso con un amaro 11° posto al traguardo – risultato peggiore di quel 7° posto di Valentino Rossi al debutto nel 2011 con la Ducati – dopo una gara complicata e ridotta a 20 giri per la pioggia venuta giù prima della partenza. Un esordio sotto le aspettative, condizionato dal complicato adattamento alla Desmosedici, e non certo riscattato in Argentina dove, nel caos della prima curva, il maiorchino era entrato in contatto con la gomma posteriore della Suzuki di Iannone., finendo per essere sbalzato dalla sua Ducati. Un inizio stagione difficile da metabolizzare, come confermato dallo scatto d’ira avuto da Jorge subito dopo la caduta. Il maiorchino aveva provato a far ripartire la sua Ducati e, disperato aveva inveito contro la moto, lanciandola via. Un gesto assolutamente inopportuno nei confronti della Ducati e del team e per il quale Lorenzo si è poi anche scusato, spiegando che “può accadere a tutti di avere un momento di rabbia”.

La caduta di Rossi all'ultimo giro a Le Mans

Valentino Rossi è stato il pilota che nella stagione conclusa ha saggiato meno volte l’asfalto: solo 4 le cadute del Dottore nel 2017, appena due in gara, nel Gp di Francia a Le Mans e in quello del Giappone a Motegi. La prima, in particolare, ha trasformato una gara perfetta in una grande delusione per il campione di Tavullia, transitato sul traguardo del penultimo giro in testa alla corsa, pronto a difendersi dagli attacchi del compagno di squadra Maverick Vinales. Ma dopo un lungo che aveva permesso al Top Gun catalano di portarsi al comando, il Dottore non si dava per vinto, fino a perdere il controllo della sua M1 alla curva 11 prima del traguardo. Una battuta d’arresto che all’ultimo giro non gli capitava dai tempi della 500, in quel Gp d’Italia del 2001. Diversamente è andata in Giappone, dove Rossi è incappato in un highside con cui ha detto aritmeticamente addio al mondiale: “Era già finita prima, è andata bene che non mi sono fatto male alla gamba” spiegava Rossi, reduce dalla doppia frattura di tibia e perone.

Il flop della Yamaha

La M1 2017 ha fatto ammattire i piloti ufficiali. Dopo tre vittorie nelle prime cinque gare di Vinales, con l’arrivo dei circuiti europei come quello di Barcellona, anche il Top Gun catalano ha iniziato a sperimentare i problemi che Valentino Rossi soffriva già dai test invernali, specie su piste con meno grip o in condizioni di bagnato. Difficoltà alle quali la Yamaha ha provato a rispondere introducendo telai diversi ma che in parte si sono dimostrati una soluzione ai diversi problemi, specie  per quanto riguarda il rapido degrado della gomma posteriore, fino all’ultimo disperato tentativo di tentare l’azzardo di tornare al telaio 2016, lo stesso montato sulle Yamaha del team Tech3 e su quella di Johann Zarco. Puzzle complicato da ricomporre per i tecnici Yamaha che in inverno lavoreranno al prototipo 2018 che “partirà dalla base 2016” ha chiarito Rossi, dopo anche gli ultimi test a Sepang.

Valentino si infortuna e salta il Gp di Misano

Una delle pagine più amare della stagione conclusa è certamente la grande assenza di Valentino Rossi al Gp di San Marino e Riviera di Rimini al circuito “Marco Simoncelli” di Misano. A costringere il Dottore a saltare la gara di casa, la frattura di tibia e perone della gamba destra rimediata la settimana prima in un incidente durante un allenamento con la moto da enduro sui colli marchigiani. “Il dispiacere fa più male della gamba” aveva detto in quei giorni, dopo l’intervento la notte stessa dell’incidente all’ospedale Torrette di Ancona. Per la gara di Misano, la Yamaha aveva deciso di non sostituire il pesarese e, dalla sua, dopo appena una settimana dall’operazione, il Dottore aveva già iniziato la fisioterapia che lo avrebbe portato anticipare il rientro già in occasione della gara successiva ad Aragon.

La “mappa 8” e il rifiuto di Lorenzo

Sul cruscotto della Ducati di Jorge Lorenzo l’indicazione “mappa 8” è apparsa più volte nelle ultime due gare del campionato, in diretta tv così come sul dashboard del maiorchino. Era l’ordine di lasciare strada a Dovizioso, ancora in lotta per il titolo iridato e il solo a poter tenere ancora aperto il mondiale contro Marc Marquez. Ma se a Sepang Lorenzo aveva detto di “non aver visto” il messaggio ricevuto sul cruscotto, diversamente è andata a Valencia, dove la segnalazione è arrivata per ben sei volte sul suo dashboard e altre tre volte è stata esposta sulla lavagna al muretto. Eppure Jorge non aveva lasciato passare il compagno di squadra, nonostante dichiarazioni pubbliche sull’essere un uomo Ducati e pensare prima di tutto al bene del team che ai suoi interessi personali. Una decisione che, indipendentemente dal triste epilogo che in un giro ha visto uscire di scena entrambi i ducatisti, è stata pesantemente criticata. “Bisogna valutare se erano ordini di scuderia o suggerimenti” spiegava Lorenzo,  provando a difendersi dalle accuse di chi ha definito “vergognoso” il suo atteggiamento.

Jorge Lorenzo davanti al compagno di squadra e la comunicazione 'mappa 8' apparsa sul cruscotto del maiorchino
Jorge Lorenzo davanti al compagno di squadra e la comunicazione ‘mappa 8' apparsa sul cruscotto del maiorchino
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