MotoGP, a Losail la parola chiave è stabilità
Per il dodicesimo anno di fila, il motomondiale inizia nel deserto di Losail. Sarà un'edizione speciale, la 70ma della classe regina, una storia in 19 puntate con la novità della Thailandia. Doha e il Qatar hanno fatto dello sport un capitolo centrale del carattere nazionale, per guadagnare credibilità internazionale con gli occhi al Mondiale di calcio 2022 e al 2030. Qui, nel regno della Yamaha, che ha vinto otto volte, comprese le ultime tre e cinque delle ultime sei, Valentino Rossi proverà a staccare Stoner come pilota più vincente di sempre.
Il circuito: 286 frenate per chiudere la gara
Inaugurato nel 2004 l'impianto, 23 chilometri a nord di Doha, è costato 60 milioni di dollari. Con la partenza spostata in notturna, la temperatura non è più un problema così rilevante. L'anno scorso, ad esempio, l'asfalto ha toccato i 22 gradi, sei in meno del 2015. La pista, lunga 5380 metri, comprende sei curve a sinistra e dieci a destra. Secondo i tecnici Brembo, Losail è una pista mediamente impegnativa per i freni. Le 16 curve richiedono 13 frenate, come a Austin, per un totale di 286 nel corso del gran premio: solo Jerez ne impone di più, 297. Come ad Austin, i freni sono in funzione per oltre 37 secondi al giro, con una decelerazione media di 1,16, in linea con le altre piste del Mondiale.
Le chiavi: equilibrio e aderenza
La parola chiave su questo tracciato, spiega nel video sul sito della MotoGP Giulio Nava che fa parte del team di Scott Redding, è stabilità. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra rendimento in frenata e velocità in accelerazione. Le curve, aggiunge Santi Hernandez della crew di Jorge Lorenzo, sono tutte mediamente veloci e non ci sono troppe frenate davvero impegnative. Per cui la moto deve essere agile, per non perdere troppo terreno sui lunghi rettilinei nella parte finale, e non consumare troppo le gomme. Sarà determinante, alla luce delle basse temperature, il livello di aderenza. E i test invernali in notturna hanno di certo aiutato a raccogliere una quantità di dati utili per affrontare la prima gara della stagione con qualche sicurezza in più.
Un giro di pista
La prima curva, cui si arriva dopo un rettilineo di 1068 metri, è la seconda più dura dell'intera stagione. In MotoGP, i piloti arrivano a 350 kmh prima della staccata e in 5,1 secondi decelerano fino ai 99 kh con un carico sulla leva del freno di 7,5 kg. Qui si può staccare all'ultimo anche a costo di uscire più larghi o frenare un po' prima per sfruttare il gap di velocità in accelerazione verso la curva 2, a sinistra, più semplice della prima anche se nei primi giri, con le nuove mescole ancora fredde, può nascondersi qualche insidia. Chiedere per credere a Zarco che sulla pista bagnata qui perse il controllo al suo debutto in MotoGP.
La curva 4 scandisce il T2
Affrontata in velocità la curva 3, i piloti affrontano il rettilineo che immette nel secondo settore, il più guidato, introdotto dalla curva 4, una delle più impegnative del tracciato. La frenata, secondo i dati Brembo, dura 3,5 secondi con un carico di 6 chili sulla leva. Si arriva a quasi 120 kmh prima della frenata, che diventa particolarmente delicata perché dalla traiettoria di uscita dipende l'efficacia della successiva, a 90°.
Si arriva così alla 6, un tornantino a destra che rappresenta il punto più lento del tracciato, dove l'anno scorso Vinales infilò Dovisioso all'interno, e apre verso il terzo settore.
Il terzo settore è il più vario
Si entra nel settore più vario, caratterizzato da un continuo alternarsi di cambi di direzione. Dopo la 7 i piloti affrontano una rapida piega con le ruote sul cordolo, la curva 8, che apre verso la combinazione 9-10, una doppia sinistra-destra che è fra i punti più delicati del tracciato perché se si entra con troppa foga alla 10 rischia di uscire lungo e di essere vulnerabili a un eventuale attacco successivo in uscita.
Si chiude con un rettilineo di oltre un km
Si viaggia in accelerazione verso la lunga curva 11 e una sequenza di tre pieghe a destra, in sequenza. I piloti entrano nell'ultimo settore con l'ultimo cambio di direzione (curva 15) in cui i piloti devono contrastare il prevedibile sottosterzo. L'ultima curva, la 16, uno dei punti in cui tentare il sorpasso, impegna in una frenata lunga 178 metri in cui si perdono 150 kmh con una decelerazione di 1,5g. Un rettilineo di 1068 metri riporta i piloti sulla linea del traguardo.
Le gomme: spalla destra rinforzata al posteriore
Il primo gran premio della stagione sarà un appuntamento chiave anche per Michelin, fornitore ufficiale del circus per il terzo anno, con le imprevedibili condizioni meteo e l'abbassamento delle temperature che mettono in crisi i livelli di grip. Per i primi due gran premi della stagione, le gomme a disposizione saranno le Power Slick morbide, medie e dure, con la spalla destra rinforzata al posteriore.
“Abbiamo avuto tre test positivi”, ha commentato Piero Taramasso, direttore Michelin divisione due ruote. “Da Sepang abbiamo provato due nuove gomme anteriori che sono piaciute ai piloti. Le useranno in questa stagione. Grazie ai test in Qatar abbiamo molte informazioni per preparare al meglio l’inizio della stagione”.
Numeri e statistiche: Rossi e Stoner i più vincenti in MotoGP
La pole position è spesso determinante a Losail. Chi è partito al palo ha vinto sei delle ultime sette edizioni. L'unica eccezione in questa serie è rappresentata dalla rimonta record di Valentino Rossi, che vinse nel 2015 partendo ottavo, in un podio tutto italiano con Dovizioso, tre volte secondo negli ultimi tre anni, e Iannone. Rossi detiene con Stoner il record di vittorie (4) e di pole (9) a Losail in MotoGP.
Tre i successi in classe regina di Jorge Lorenzo, tutte dalla pole, che qui ha ottenuto anche una vittoria in 125 e due in 250.
Dal 2008, c'è sempre stato un vincitore diverso in Qatar in 250/Moto2. E la serie è destinato ad allungarsi perché l'ultimo trionfatore, il campione del mondo Franco Morbidelli, debutterà nella classe regina e sfiderà il suo mentore Valentino Rossi.