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MotoGP Argentina: Marquez oltre il limite, le scuse a Rossi non bastano

Marquez tenta una “furbata” in partenza, rimonta dopo un drive through e alla fine manda Rossi nell’erba. Subisce 30 secondi di penalizzazione sul tempo di gara. Va a scusarsi, ma dal box Yamaha lo cacciano via. Troppi errori in una gara corsa dall’inizio fuori dalle regole.
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Dal caos di Termas de Rio Hondo emerge Cal Crutchlow. Il primo britannico a trionfare in top class in Argentina dal 1963, dai tempi di Hailwood, conquista una gara iniziata nel segno della confusione in griglia con Marquez oltre le regole all'inizio, quando spegne la moto e si rimette in posizione, e alla fine quando induce la scivolata di Rossi e viene penalizzato sul tempo di gara di 30 secondi. Si difende Crutchlow dall'attacco di zarco che sogna di diventare il primo francese a vincere in MotoGP. Sul podio anche Rins, che chiude terzo davanti a Miller.

Marquez, scuse rifiutate

Con la penalizzazione di Marquez, che scivola quindicesimo, in top 10 finiscono Vinales, Rabat, Iannone, Syahrin e Petrucci. a scusarsi poi Marquez, per una chiusura col giallo. Ma il team Yamaha, Uccio Salucci nello specifico, non le accetta, lo invitano a non farsi vedere, almeno per il momento.

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Partenza-caos

La partenza viene rinviata di 15 minuti, con la pista umida, in condizioni ballerine. Quasi tutti i piloti, inizialmente persuasi a correre con le gomme da bagnato, si convincono a passare alle slick. Così però l'azzardo inizialmente tentato da Miller, che ha vinto solo una gara, ad Assen, sempre sul bagnato, di presentarsi direttamente in griglia con le gomme da asciutto, di fatto non paga. Chi ha scelto la gomma "giusta", comprensibilmente, se la prende. Perché quei pochi amanti del rischio non devono rientrare ai box, perché nonostante abbia smesso di piovigginare e la decisione presa per "safety conditions" toglie loro quello che sarebbe stato un considerevole vantaggio.

Alla fine, si arriva a una soluzione probabilmente unica nella storia. Miller resta in pole con una griglia di vantaggio. Tutti gli altri, nello stesso ordine delle qualifiche, si schierano tre file indietro. I team, comprensibilmente, chiedono e ottengono dalla direzione gara di eliminare un giro dalla distanza di gara per evitare possibili problemi con la benzina.

In questo valzer, scelgono quasi tutti le medie davanti e dietro, tranne le due Yamaha Tech 3 (Zarco e Syahrin) e Iannone, che partono con la Soft davanti. E la scelta funziona.

Marquez, la "furbata" non paga

Dopo un altro colpo di scena, si spegne la moto di Marquez che riesce a riaccenderla e a fare manovra riprendendo la stessa posizione in griglia. Ducati chiede un chiarimento sulla manovra, sulla prontezza dello spagnolo che riaccende la moto e comunque non va a schierarsi in fondo alla griglia come in queste occasioni succede.

Prende il massimo vantaggio nei primi giri, prima che i commissari decidano di punirlo con un drive through. Torna in pista e spinge un secondo più forte di Miller e di chiunque altro. Ma rischia fin troppo in un tentativo di sorpasso a Espargaro, attaccato al cordolo, dove lo spazio non esiste. Non sanno nemmeno loro come fanno a rimanere in sella, ma non a tutte le domande serve darsi una risposta. Espargaro deve scansarsi, Marquez però deve cedere la posizione.

Zarco parte a tutta e dopo due giri si infila con troppa grinta al secondo giro su Pedrosa che sente la moto trasformarsi, su una chiazza di umido alla curva 13, in una letale catapulta: si pianta e lo proietta lontano, nella ghiaia.

Guidotti, gara complicata

Miller, Rins e Zarco volano sotto l'1.42 mentre dietro si va sul piede dell'1.43 e Iannone infila alla grande Valentino Rossi, che vede la gara mettersi nelle condizioni peggiori, quelle che l'han fatto soffrire in qualifica. Non piove, infatti, ma i piloti espongono le bandiere bianche per la possibilità di flag to flag, come Rossi aveva sperato non accadesse in gara. "Se è completamente asciutto posso essere veloce per tutta la gara" diceva, "d'altra parte se fosse tutto bagnato, non credo di essere messo male, anche se forse un po' peggio rispetto all'asciutto".

La gara è complicata, certo. "Ma l'hanno complicata quelli che sono andati in griglia con le gomme da bagnato su una pista che si stava asciugando e si vedeva" dice a Sky Francesco Guidotti, team manager dell'Alma Pramac Racing.

Miller si tiene davanti, con Zarco a ruota. E' sempre stato veloce sul bagnato e in queste condizioni è in grado di giocare con il limite, usando poco il freno posteriore. Finché, a sette giri dalla fine, arriva lungo all'ultima curva.

Dietro, Rossi si lancia all'inseguimento di Vinales, che si è lamentato per l'efficienza del motore della Yamaha non ufficiale di Zarco. La M1 conferma i problemi di sempre, che il Top Gun costretto a volare sempre meno in alto ha ripetuto ancora ieri. Ha difetti di elettronica e di erogazione della potenza, con un alto margine di miglioramento. Ha soprattutto problemi nel generare velocità sul bagnato, ha aggiunto.

Marquez mette Rossi ko

Marquez, che qui si è imposto nel 2014 e nel 2016 si lancia su tempi da qualifica verso il sogno di un terzo trionfo negli anni pari. Intanto va in crisi Dovizioso, che nel 2015 ha centrato l'unico podio per la Ducati a Termas de Rio Hondo. Le difficoltà del Dovi si vedono tutte nel sorpasso di Marquez quando mancano sette giri alla fine. Con le slick, sottolineava dopo le qualifiche, "sarà difficile perché non abbiamo avuto troppo tempo per provare con l'asciutto".

La foga è eccessiva, però, la competizione, il desiderio di guadagnare posizioni lo porta, all'ultima curva, con tre giri al traguardo a una manovra troppo rischiosa. E' più veloce lo spagnolo, che lotta per la quinta posizione. Rossi chiude, i due si toccano e vanno larghi, con il Dottore si scivola sull'erba. "Marquez è cosi. Avesse aspettato però una curva lo avrebbe passato" ha detto Galbusera, con grande sportività. E a qualcuno sarà tornata in mente la rimonta di Rossi del 2015, con tanto di contatto sull'ultimo sorpasso.

Non è un gesto volontario, ma non serve un sorpasso così, in un punto così, al massimo per un quinto posto. E' l'ultimo errore di una gara generosa ma condotta troppo al di sopra delle regole per non essere sanzionata.

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