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MotoGP, Capirossi: “Io sto con Valentino Rossi, ad Aragon ci deve provare”

Il consiglio dell’ex iridato e oggi membro della Direzione Gara del Motomondiale: “Gli dico di andare e girare. A costo di rinunciare là, ma solo dopo aver tentato. Per il mondiale c’è ancora una speranza e lo sa anche lui”.
A cura di Valeria Aiello
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Loris Capirossi / GettyImages
Loris Capirossi / GettyImages

Ieri altri 20 giri con la sua R1M a Misano, oggi il consulto decisivo: Valentino Rossi “sta quasi bene” e nelle prossime ore deciderà partire per Aragon a sole tre settimane dall’incidente in enduro. Il test di ieri sulla pista intitolata a “Marco Simoncelli” ha lasciato “migliori sensazioni e un’impressione più positiva” rispetto a quello di lunedì anche se, ovviamente, guidare una moto stradale non stressa il fisico quanto una MotoGp.

Capirossi: "Io sto con Valentino, ci deve provare"

Il test ha fatto capire che l’impresa non è impossibile. Al di là delle condizioni fisiche, una volta abbassata la visiera Il Dottore può trovare in sé risorse che la medicina non conosce, a dispetto del dolore e dalla doppia frattura di appena 20 giorni fa. Rossi ha confidato di sentirsi meglio, sufficientemente meglio da poter ipotizzare un suo rientro ad Aragon per scendere in pista almeno nel primo turno di libere di venerdì e poi decidere se continuare o lasciare che Michael Van der Mark lo sostituisca sulla sua M1. A pensarla così anche Loris Capirossi che, analizzata la situazione, ha suggerito al campione di Tavullia di non lasciare nulla di intentato.

Lo dico subito: sto con Valentino Rossi. Sono con lui al cento per cento. Quello che sta facendo è qualcosa di molto onorevole, di straordinario. Dall’intervento chirurgico sono passati appena diciannove giorni, pochissimi, ma evidentemente la forza di volontà e la voglia di esserci sono molto forti. E penso che abbia ragione. Innanzi tutto perché il campionato non è finito, una speranza c’è ancora e lo pensa anche lui. A Misano purtroppo ha dovuto lasciare tanti punti, Andrea Dovizioso e Marc Marquez sono lontani, ma non imprendibili. Di sicuro lo diventerebbero se lui non corresse domenica ad Aragon. E poi, al di là di questo, ci sta provando. Non è detto che, tentati un po’ di giri per capire come vanno le cose, riesca davvero a correre. Ma almeno non sarà rimasto a casa sul divano a macerarsi nel rimpianto, a chiedersi che cosa sarebbe successo se fosse andato – nel suo intervento a Gazzetta dello Sport.

Non esistono gli eroi, esistono persone che, spinte dalla determinazione, ci mettono tutto quello che hanno. Sono contento di vedere che Valentino è così. Sono convinto che un pilota sia davvero vincente finché ha reazioni come questa, anche di orgoglio. Fino a quando ci prova. E Vale, con questa scelta, dimostra di essere un vincente. Quindi sì, se posso dargli un consiglio, gli dico di andare e di girare. A costo di rinunciare là, ma soltanto dopo aver tentato il tutto per tutto. Non credo che abbia bisogno dei miei consigli, se ha già girato per due giorni a Misano significa che si sente abbastanza bene da buttarsi. Certo non benissimo, certo non al meglio, ma le sue valutazioni immagino le abbia già fatte

Come buon auspicio posso ricordargli di quella volta che anch’io ho corso con una frattura fresca. È successo ad Assen, nel 2000. Avevo fatto la pole, ma al mattino, nel warm up, sono caduto e mi sono rotto la mano sinistra. Tre fratture, scomposte. Sono andato dal dottor Costa, alla Clinica Mobile, e lui me le ha messe a posto. Il problema è stato che, per regolamento, sono passato dai dottori olandesi, quelli del circuito. E uno di loro, come controllo, m’ha stretto la mano. Tutte e tre le fratture sono tornate scomposte. «Come va?», mi ha chiesto. Un male cane. «Bene, bene», ho risposto. Mi hanno dato l’okay. Sono tornato dal dottor Costa e lui me l’ha rimessa a posto. Ho corso e sono arrivato sul podio. Terzo. Ecco, lo auguro anche a Vale. Certo, in gara ho patito un dolore terribile. Ma la soddisfazione è stata incredibile. Poi, il giorno dopo, è stato molto peggio. E questo spero che Vale non lo legga.

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