MotoGp, contatto Rossi-Marquez in Argentina: per lo spagnolo non ci saranno ulteriori sanzioni
Per Marc Marquez non ci saranno ulteriori sanzioni: la condotta di gara dello spagnolo in Argentina non verrà ulteriormente sanzionata dalla Direzione Gara. Ai 30 secondi già inflitti per la manovra ai danni di Valentino Rossi, non si aggiungeranno ulteriori penalizzazioni.
Webb: "Decisione ormai presa"
Al Termas de Rio Hondo Marquez ha messo in archivio la peggior gara possibile, una corsa che avrebbe potuto vincere a mani basse ma finita sotto la lente di ingrandimento della Direzione Gara già alla partenza, quando ha fatto spegnere la sua Honda in griglia e, invece di rientrare in corsia box, ha riacceso la moto, andandosi a schierare per il via. Dopo qualche giro è arrivato il ride through che lo ha portato a una furiosa rimonta dalle retrovie, ma anche alle manovre scorrette su Aleix Espargaro e Valentino Rossi. Penalizzato per la carenata allo spagnolo, Marquez ha ceduto la posizione, ma è riuscito comunque ad arrivare agli scarichi del Dottore che viaggiava in sesta posizione. La manovra ai danni del pesarese gli è costata una penalità di 30 secondi per guida irresponsabile, la sola sanzione che verrà inflitta allo spagnolo. In molti ad attendersi un’ulteriore decisione che però non arriverà, come ammesso dal direttore di gara, Mike Webb: “Una volta che un incidente è stato affrontato e una sentenza pronunciata, non possiamo imporre ulteriori sanzioni”.
Capitolo chiuso dunque, anche se sono in molti a chiedersi cosa dovrebbe fare adesso Dorna per raddrizzare un fenomeno tanto forte quanto ingestibile come Marquez. Una risposta è arrivata proprio da Valentino: “La Race Direction deve fare qualcosa, ha una grande responsabilità perché Marquez non ha alcun rispetto degli avversari. Non mi sento tutelato dalla Race Direction perché lui fa quello che gli pare, lo fa apposta. A Mike Webb della Race Direction ho detto che hanno una responsabilità importante, perché se lo si permette a lui, anche gli altri si sentono autorizzati a farlo e, dopo cinque gare, corre la metà dei piloti. Questo è uno sport pericoloso”.