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MotoGP, Dani Pedrosa e il casco lungo una carriera: addio al piccolo samurai Honda

Ultima gara a Valencia per lo spagnolo che dopo 18 stagioni dice addio alle corse e passa alla KTM dove dal prossimo anno avrà il ruolo di collaudatore.
A cura di Valeria Aiello
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Ultima gara del Mondiale a Valencia e casco speciale per la sua ultima gara in MotoGP: Dani Pedrosa lascia le corse dopo 18 stagioni da pilota Honda e racchiude la sua carriera nel casco speciale che ha scelto di indossare per il suo ultimo Gp.

Addio al piccolo samurai Honda

Un addio triste quello del tre volte campione del mondo, iridato in 125, nel 2003, e in 250, nel 2004 e 2005, che ha più volte sfiorato il titolo anche in MotoGP ma è stato condannato ad essere “eterno” secondo. Tre titoli iridati, 54 gare vinte e 153 podi in 295 gare disputate dal veterano di Sabadell che a 33 anni saluta il mondiale ma non lascia del tutto le corse, visto che nelle prossime due stagioni continuerà a vestire i panni del pilota collaudatore per la rivale KTM. “Il cuore è libero, serve avere il coraggio di ascoltarlo” è la frase scelta da Dani per il suo casco speciale, metà con la grafica sfoggiata in questa stagione, l’altra i colori degli esordi e dietro alla nuca la foto della sua prima vittoria.

Pedrosa lascia da leggenda della MotoGP, insignito della massima onorificenza delle due ruote in occasione del weekend di Valencia. “Mi mancherà la sensazione del podio, ma mai dire maidice Dani, che non chiude a un suo possibile ritorno, se non a tempo pieno, almeno per qualche gara, forse come wild card con la RC16 di cui adesso curerà lo sviluppo. Astuta mossa, quella della KTM, di assicurarsi un pilota di esperienza come Pedrosa, piccolo samurai con un bagaglio grande quanto una carriera già imbarcato per Mattighofen.

L'ultima a Valencia

Futuro che corre veloce anche oggi, 18 novembre, il giorno dei saluti, quel momento tanto allontanato e adesso così vicino da non rendersene conto, gran finale da godersi senza troppi pensieri, tra tanti bei ricordi e gli attestati di stima di colleghi e rivali. Strette di mano, subito dopo il traguardo di una gara complicata dalla tanta acqua ma chiusa comunque al quinto posto, e poi gli abbracci al rientro al box da tutti gli uomini HRC ma anche da suo papà e sua mamma che lo hanno raggiunto a Valencia per questa ultima gara.

L'abbraccio di papà Pedrosa a Dani / MotoGP.com
L'abbraccio di papà Pedrosa a Dani / MotoGP.com

Un grandissimo compagno di squadra – ha ammesso Marc Marquez che negli ultimi sei anni ha diviso con lui il box HRC – . Abbiamo lottato in pista ma fuori abbiamo sempre avuto un grande rispetto reciproco. Di lui ricordo grandi serate, per esempio una in Giappone al karaoke, era scatenato. Davanti alle telecamere sembra molto timido, ma in realtà è una persona divertentissima”. “Ci mancherà, è un pezzo importate della MotoGp che se ne va – ha invece detto Valentino Rossi – È stato un grande rivale, ricordo battaglie molto dure, forse la più intensa è stata quella di Brno, nel 2006. Avrebbe meritato di vincere un campionato in MotoGP”. Parole di stima anche da Jorge Lorenzo che dal 2019 prenderà il suo posto in HRC: “Agli inizi era un mio punto di riferimento, abbiamo iniziato a correre più o meno nello stesso periodo, ci sono stati momenti belli e momenti di tensione, come a Jerez nel 2008, dopo le qualifiche, quando non ha voluto stringermi la mano dopo che avevo conquistato la pole – ha ricordato il maiorchino – Poi lui vinse e io chiusi terzo, il re di Spagna volle che noi ci stringessimo la mano e lo facemmo, ma non ci guardammo nemmeno negli occhi”.

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