MotoGP, disastro Honda: ad Austin il peggior risultato in 37 anni
La Honda lascia gli Stati Uniti con il peggior risultato in 37 anni di Motomondiale. Da quando il costruttore giapponese è rientrato in classe regina, nel 1982, i suoi piloti non sono mai finiti fuori dalle prime nove posizioni in una gara in cui almeno una Honda ha preso parte. Il fine settimana di Austin va infatti in archivio le cadute di Cal Crutchlow al 6° giro, Marc Marquez al 9°, il ritiro di Jorge Lorenzo all’11° e con il solo Takaaki Nakagami, risalito dal 15° al 10° posto, a tagliare il traguardo del GP delle Americhe in sella una Honda.
Disastro Honda: ad Austin il peggior risultato in 37 anni
La review statistica arriva da Dennis Noyes, una vera Bibbia del Motociclismo: da quando nel 2002 è nata la moderna MotoGP, il peggior risultato della Honda era associato a tre Gran Premi: Donington 2008, Malesia 2016 e Australia 2018 nei quali il miglior pilota Honda era stato soltanto 8°, rispettivamente Dani Pedrosa, Jack Miller e Franco Morbidelli. Tuttavia, il disastro del Texas ha una valenza storica ancora più marcata dal momento che i sei punti conquistati da Nakagami come unico pilota dei quattro alfieri Honda in gara hanno segnato anche il bottino più basso che il costruttore giapponese abbia mai conquistato in una gara della classe regina dal 1982 – ad eccezione del GP di Francia, dal momento che nessun pilota Honda prese parte alla gara per il boicottaggio a causa delle cattive condizioni della pista di Nogaro. Nella gara precedente, in Austria, la Honda aveva conquistato soltanto 2 punti ma con la nona posizione di Takazumi Katayama. Da allora in poi, uno dei piloti Honda ha sempre trovato un posto nella top ten.
Puig: "Stiamo indagando sui problemi"
Quello delle Americhe non stato quindi il Gran Premio sognato dalla Honda: il decimo posto di Nakagami è un risultato ben lontano dalle aspettative di HRC che, oltre a perdere la leadership della classifica piloti, ad Austin cede anche la vetta del campionato costruttori, scavalcata dalla Ducati che, dopo tre gare, è al comando con un margine di 6 punti. Il team principal di Honda, Alberto Puig, ha cercato di guardare il lato positivo della gara in Sud America, sicuro che a Jerez, tra tre settimane, la squadra sarà in grado di reagire. “Il bilancio di Austin è chiaro e non è positivo, perché come team Repsol Honda non abbiamo conquistato alcun punto ma, d’altra parte, nelle ultime due gare Marc ha dimostrato di essere due passi avanti e questo ci dà la determinazione di continuare a lavorare con massima motivazione e grandi speranze”.
La preoccupazione principale, invece, è quella di comprendere l’esatta causa del problema avuto da Jorge Lorenzo in gara, come anche quelli di elettronica sofferti da Marquez e Crutchlow nelle curve in cui si inserisce la prima marcia: “Non sappiamo cosa sia accaduto alla moto di Lorenzo, stiamo indagando e abbiamo bisogno di più tempo per capire il problema. L’obiettivo di Jorge era quello di chiudere nella top ten ma nei primi due giri non è riuscito ad essere subito veloce. Una volta trovato il ritmo, lo ha mantenuto bene, risalendo in classifica. Poi ha avuto un problema che dobbiamo ancora chiarire”.