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MotoGP, GP Qatar: un terzo posto che vale quanto una vittoria

Rossi parte decimo ma chiude con un ottimo terzo posto. Spettacolare il sorpasso su Marquez. Con Vinales e Dovizioso, primo e secondo, il duello per il Mondiale si annuncia infuocato. Polemiche per i ritardi in partenza con la pista bagnata.
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Decimo in griglia nel primo gran premio dell'anno che vorrebbe lo portasse al decimo titolo. L'emblema della perfezione si trasforma nel numero di un sogno comunque possibile, di un terzo posto che vale come una vittoria alla luce delle premesse. Ha visto Vinales trionfare, Rossi, ma i 20 giri di una gara ritardata forse anche più del necessario hanno cancellato l'immagine di un Dottore dubbioso per una Yamaha difficile da far entrare in curva. La gara, dopo la pioggia e il nervosismo, ha tutto un altro sapore, un altro colore. Ha il sorriso per il podio numero 222 nel Motomondiale. Ha il sapore della rivincita, della forza dell'esperienza di fronte all'entusiasmo dei debuttanti con troppa foga e troppa voglia di stupire. Aspetta Rossi, insegue, vede cadere prima Zarco poi Iannone, lotta e si intraversa, brilla e rimedia a una partenza decisamente in salita. Il Dottore, questo sì, c'è. C'è ancora nonostante i 38 anni, nonostante l'assenza di qualifica e il warm up come occasione unica per trovare il set up in grado di cancellare i dubbi, di spostare l'orizzonte della notte del Qatar dalla dimensione della rabbia all'orizzonte dell'orgoglio. "Sono molto felice, non avrei scommesso su di me prima della gara" ha detto a caldo Rossi, "ma non mi arrendo mai, abbiamo provato diversi setting questa mattina, mi sono divertito molto, questa gara ci ha aiutato a capire come procedere nelle prossime gare".

Una gara di pazienza

Rossi viene subito infilato al via da Bautista mentre a brillare sono i rookie Vinales e Zarco che avrà anche la gomma morbida davanti ma impone un ritmo e un'autorevolezza inaspettati fino però alla caduta e alla scivolata nella ghiaia alla seconda curva (sfuma così il sogno di diventare il terzo rookie a vincere al debutto in classe regina dopo Saarinen e Biaggi). Il Dottore attacca, vola, deve liberarsi presto di Pedrosa e cerca un attacco con irruenza anche eccessiva all'interno alla prima curva (ma deve accodarsi allo spagnolo all'esterno della curva successiva). Rossi lo sa, lo sente che nei primi giri non può perdere il treno dei primi. Alla fine il sorpasso arriva ma il duello gli fa perdere terreno da Zarco e Marquez. Lentamente però Rossi comincia a rosicchiare secondi e fiducia al Top Gun Vinales. Al quarto giro il Dottore, che gira con la telecamerina penzolante dietro, recupera praticamente tutto il divario dal compagno di squadra che però fa più fatica a tenere il ritmo dei primi.

Rossi e Vinales fanno selezione rispetto agli inseguitori, mettono margine da sfruttare nella parte finale e sognano il podio dopo la caduta di Iannone. Rossi fa virtù di pazienza, osserva il compagno di squadra che ritarda al massimo la staccata alla prima curva e infila Marquez. Ma è il sua la manovra da manuale che gli permette di andare davanti al campione del mondo, di portare dalla sua il primo capitolo del duello contro il campione in carica nella lunga strada che porta verso la storia, verso la leggenda. Ancora a due giri dalla fine, Rossi continua a girare di due decimi più forte dello spagnolo anche se può solo fare da privilegiato spettatore del confronto per la vittoria fra Vinales e Dovizioso, al quinto secondo posto in carriera su questo tracciato.

La figuraccia dell'organizzazione

Resta la figuraccia dell'organizzazione che non prende una decisione chiara, lascia passare troppo tempo prima di incontrare i piloti lontano dalle telecamere, che aspetta sia Valentino a segnalare che c'è ancora acqua, e nemmeno poca, alla curva 14. Eppure, anche in attesa della seconda ripartenza la pista è dichiarata praticabile da Capirossi e Uncini. Così la proposta di Dall'Igna di fare un doppio giro di ricognizione viene applicata con una buona mezz'ora di ritardo. Resta la figuraccia di un tracciato che, notte o non notte, ha un asfalto che drena pochissimo. “Per noi, che abbiamo avuto qualche problema e siamo un po’ distanti dai primi, stare meno in pista non è la cosa migliore" diceva Rossi dopo l'annullamento delle qualifiche. “Ma ad ogni modo, la pista non era nelle condizioni per poter girare. Credo che in una sessione interamente asciutta o bagnata avrei potuto migliorare i miei tempi e la mia posizione in griglia di partenza che rappresenta il problema principale”.Un problema che la domenica di Losail lascia sullo sfondo di pensieri positivi. Perché il Dottore non sarà primo alla bandiera a scacchi ma la sua gara l'ha vinta. L'ha vinta nel duello con Marquez, in questa prima bandierina puntata nella lunga strada che porta al Mondiale in faccia a Marquez. L'ha vinta firmando un podio che dopo il primo giro sembrava lontanissimo. Ha agganciato un podio che sa di vittoria, che sa di rabbia e di orgoglio. Un podio che ha il colore e il sapore di un campione che non si arrende al tempo che passa, che sposta la notte ancora un pochino più in là.

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