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MotoGP, il podio di Iannone fa perdere le concessioni alla Suzuki

Il terzo posto conquistato ad Aragon dal pilota di Vasto comporta per la Suzuki la perdita delle concessioni tecniche per il 2019. Brivio: “Buon segno, dimostra che siamo più competitivi”.
A cura di Valeria Aiello
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Un altro terzo posto dopo quelli di Austin e Jerez in un fine settimana da protagonista: Andrea Iannone riporta la Suzuki nelle posizioni che contano, pagando forse più del dovuto il gap in accelerazione e velocità massima in quella che ad Aragon è stata una grande gara. Prima la battaglia per il podio con Rins, poi la speranza di un risultato ancora più importante nel sorpasso a tre nato dalla lotta tra Marc Marquez a Andrea Dovizioso. Una delle migliori gare della stagione per il pilota di Vasto che si lascia definitivamente alle spalle il difficile 2017.

La Suzuki perde le concessioni per il 2019

Terzo podio stagionale di Iannone e quinto per la Suzuki che raggiunge quota 6 punti nella speciale classifica riservata ai costruttori MotoGp che godono di concessioni tecniche, punteggio che nega alla factory di Hamamatsu il diritto di test illimitati (con effetto immediato) e dalla prossima stagione la possibilità di utilizzare motori con sviluppo libero. Da regolamento, la perdita delle concessioni tecniche, calcolata sulla base di un sistema a punti – 1 punto per il 3° posto, 2 punti per il 2° posto e 3 per il primo – scatta al raggiungimento di 6 punti, bottino che la Suzuki ottiene in virtù dei tre 3° posti di Iannone e i due podi di Alex Rins, 3° in Argentina e 2° ad Assen. Motivo per cui nel 2019 la Suzuki non potrà beneficiare dei vantaggi tecnici riservati ai costruttori che non hanno ottenuto nessun podio nella stagione precedente o accumulato un numero di punti inferiore a 6 nelle ultime due stagioni. La Suzuki, tornata tra l’altro quest’anno a disporre delle concessioni di cui godono anche KTM e Aprilia, dovrà dunque rispettare gli stessi vincoli imposti a Honda, Ducati e Yamaha – 5 giorni di test privati, 7 motori ‘congelati’ anziché 9 con sviluppo libero oltre a poter disporre di 3 sole wild card anziché 6 a stagione.

Andrea Iannone, 29 anni, terzo ad Aragon / Getty Images
Andrea Iannone, 29 anni, terzo ad Aragon / Getty Images

Brivio: “È un buon segno”

La Suzuki è riuscita a sfruttare al meglio l’opportunità data dalle concessioni e la crescita mostrata dalla GSX-RR corrisponde al rovescio di una medaglia che ripaga del grande lavoro fatto in questa stagione: “Perdiamo le concessioni e questo è un buon segno – dice Davide Brivio, team principal Suzuki – . Dimostra che siamo diventati molto più competitivi. Mancano ancora cinque gare e arriveranno circuiti favorevoli alla Suzuki, per cui cercheremo di chiudere al massimo la stagione”. Soddisfazione anche nelle parole di Iannone: “Penso che abbiamo lavorato davvero bene e sono molto contento di tornare sul podio. Ho combattuto e spinto al cento per cento, ma solo alla fine, perché era importante gestire per avere gomma negli ultimi giri – ha detto il 29enne abruzzese alla sua seconda stagione in Suzuki dopo quattro in Ducati – Marquez e Dovizioso erano veloci, di più non potevo. Il segreto? Venerdì, quando sono arrivo al box, ho chiesto di partire con lo stesso assetto di Rins. Lui aveva provato ad Aragon nei test e io no, e poi a Misano avevo visto che lui accelerava meglio di me e usciva meglio in curva”. “Non solo un assetto ma un lavoro che Alex sta portando avanti già da un po’ha ripreso Brivio – Andrea è stato bravo nella gestione delle gomme, cosa che non gli era riuscita quest’anno ed è venuta fuori una grande gara”.

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