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MotoGP, Lorenzo dice addio alla Ducati? Pirro: “Con la Suzuki andrebbe forte”

Il collaudatore della Rossa e suo ex coach analizza la crisi del maiorchino: “Non ha più per le mani una Yamaha. Se si convince, ne verrà fuori. Dipende da lui”.
A cura di Valeria Aiello
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Jorge Lorenzo e Michele Pirro / GettyImages
Jorge Lorenzo e Michele Pirro / GettyImages

Quella del Qatar è stata una gara amara per Jorge Lorenzo, conclusa con una caduta dopo un problema ai freni. Ma al maiorchino serve anche cambiare direzione e concentrarsi su come va guidata la Ducati, dopo un anno di adattamento a una Desmosedici che, nelle mani di Andrea Dovizioso, ha lottato per il titolo 2017 fino a Valencia e conquistato la vittoria nel round inaugurale della stagione 2018. Lorenzo continua a dire che non mollerà e continuerà a impegnarsi, ma la Ducati resta una moto con cui il feeling arriverà soltanto se Jorge sarà disposto a capirla.

"Siamo tornati indietro"

Di questo avviso è Michele Pirro, collaudatore Ducati ed ex coach di Lorenzo, un ruolo che oggi va molto di moda tra i piloti del mondiale, dopo anche la riconferma di Sete Gibernau al box di Pedrosa e Luca Cadalora. “Fino all’anno scorso lo era, ma quest’anno è arrivato al posto mio Alex Debon e quindi ho optato per correre nel campionato italiano. Poi ho saputo che Debon non ci sarà più, ma i miei piani non sono cambiati. Nessuno mi ha detto di cambiarli” spiega Pirro in un’intervista dal Corriere dello Sport. “In Malesia era andato molto bene, poi io non sono andato nei due successivi test invernali e forse ha preso strade troppo avventurose. Intendiamoci: a Losail è caduto non per colpa sua. C’è stato un consumo anomalo della pasticca del freno in carbonio, stanno indagando sulle cause… ma se non si concentra su come guidare la Ducati, che come ha dimostrato Dovi va forte, diventa tutto più difficile. L’obiettivo era quello di ripartire, quest’anno, dalla fine del 2017, dove Lorenzo era stabilmente fra i primi cinque, invece siamo tornati indietro”.

"Con la Suzuki andrebbe forte"

Uno dei punti importanti è capire la situazione di Lorenzo è comprendere la volontà di assecondare una moto che non si è mai adattata ai piloti, neppure a Casey Stoner: “Ne verrà fuori. Noi ovviamente lo dobbiamo aiutare, ma anche lui deve darci una mano. Se pensa di guidare una Yamaha, quella che ha fra le mani è una Ducati – ha aggiunto Pirro – Se si convince, come ho detto, ne verrà fuori. Dipende da lui”. Nel frattempo, a Borgo Panigale, non sono ancora iniziate le trattative per il rinnovo. Lorenzo potrebbe decidere non necessariamente di continuare la sua avventura in Ducati, anche se, in realtà, le alternative non sono molte. Con Vinales e Valentino Rossi confermati in Yamaha fino al 2020 come anche Marc Marquez in Honda e che difficilmente vorrebbe Jorge al box, le opzioni ufficiali resterebbero Aprilia e KTM – ancora non abbastanza competitive – e Suzuki. Quindi? “La Suzuki è una buona moto. Credo Lorenzo potrebbe andarci forte”.

In Qatar, allo zero di Lorenzo ha fatto da contraltare il trionfo di Dovizioso che, mai come quest’anno, si è preparato a conquistare il titolo iridato. “Chi mi preoccupa? Non tanto Marquez. Lo sappiamo che lui è fortissimo, non sono le sue prestazioni il reale metro del passo avanti compiuto dalla Honda. Lui ci mette tanto del suo ed è arrivato in volata con Dovizioso a 27 millesimi, ma Cal Crutchlow è finito quarto a meno di tre secondi da Andrea e Marc, e Pedrosa a meno di cinque. I prossimi due GP non saranno facili. Speriamo che Dovi sia in forma e possa puntare comunque al podio”.

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