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MotoGP, Marquez: “Non farò mai come Rossi, con Lorenzo nessun muro al box”

Il campione in carica parla dell’arrivo del maiorchino in Honda: “Non ho nessun problema, non ho paura di nessuno. Preferisco che uno dei rivali più forti e diretti abbia le mie stesse armi, perché così non ci saranno scuse”.
A cura di Valeria Aiello
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No, non farò mai come Valentino”. La breve pausa estiva del Motomondiale è ormai agli sgoccioli (domenica 5 agosto si disputerà il Gp della Repubblica Ceca a Brno – qui gli orari tv del weekend) e Marc Marquez è pronto a ripartire per la seconda parte della stagione da leader del campionato. Con cinque vittorie e altri due podi nelle prime nove gare, il campione in carica della Honda ha il mondiale in pugno ma non per questo, dopo aver trascorso qualche giorno di vacanza con gli amici, ha messo da parte allenamenti e palestra. “Sono riuscito a staccare la spina – ha raccontato in un’intervista a Mundo Deportivo in occasione dell’evento Allianz Night Run sul circuito di Barcellona, maratona di beneficenza a sostegno dei bambini orfani e più disagiati – sono stato quasi una settimana con gli amici a fare quello che volevo e penso che questo sia importante per il corpo e per la mente. Ma ora siamo tornati al lavoro” ha confessato dopo aver percorso una quarantina di chilometri, vista anche la forma fisica probabilmente non perfetta per una caduta rimediata in allenamento qualche giorno prima. Ad ogni modo, nulla di preoccupante in vista del prossimo weekend e della seconda parte della stagione che, assicura lo spagnolo, affronterà “come se fosse la prima, con la stessa mentalità e intensità, cercando di essere il più preparato possibile, sia fisicamente che tecnicamente”. Del resto mancano ancora dieci gare alla fine del campionato. “Velocità, ma anche la regolarità, saranno come sempre le chiavi del campionato. Sono gli aspetti su cui lavorare. Bisogna cercare di andare al limite ma senza superarlo. Abbiamo un vantaggio di 46 punti – su Valentino Rossi, primo inseguitore nel mondiale, ndr – e potremo usarlo in qualche situazione, ma sarà importante non perderlo”.

Parlando del campionato, Marquez ha detto di aver “imparato molto dalla fine della stagione 2014 e da quella del 2015” alludendo alla rivalità con il Dottore e al calcio di Sepang. “Queste situazioni mi hanno aiutato a capire che all’interno della pista posso decidere e controllarmi, ma al di fuori è impossibile. Non importa quanto parli, le persone capiscono quello che vogliono, ma non tutte. Questo mi ha toccato molto ma mi ha formato come persona”.

"Mai come Rossi, con Lorenzo nessun muro al box"

In ogni caso, la sua superiorità in campionato sembra non fare più notizia. Diversamente dal passaggio nel 2019 di Jorge Lorenzo dalla Ducati alla Honda al posto di Dani Pedrosa. “Se sono dispiaciuto che si parli più dell’arrivo di Jorge che di questo campionato? No, lo capisco. È stata una strategia della Honda e non mi preoccupa affatto perché Honda mi ha detto tutto in tempo. Non ho deciso niente, ma mi hanno detto cosa avrebbero fatto. Mi hanno chiesto se per me era un problema, e io non ho nessun problema, perché non ho paura di nessuno e preferisco che uno dei rivali più forti e diretti abbia le mie stesse armi, perché così non ci saranno scuse”. Dalla sua, la casa di Tokio continuerà a sviluppare la RC213V su due binari, come accade anche adesso con Pedrosa. “Il motore è uguale e viene congelato a inizio stagione, a livello di telaio ognuno ha il proprio stile di guida e ci possono essere due direzioni” ha aggiunto el Cabroncito. “Se metterò un muro al box come quello che mise Valentino con Jorge in Yamaha? No, non lo farei mai, perché penso che sia indifferente. Il muro è più psicologico. Ora passa tutto su fili o WiFi. I dati, che sono la parte più importante e si confrontano al computer, erano ugualmente aperti, era una cosa più psicologica. Ho imparato che fuori dalla pista c'è poca guerra psicologica e che la cosa migliore è quella di combattere in pista”.

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