MotoGP, Marquez: “Superare Rossi? Non mi sono mai posto limiti”
Il sesto titolo mondiale, conquistato dopo un testa a testa con Andrea Dovizioso durante fino all'ultima gara, è ormai in tasca ma Marc Marquez è già proiettato verso la prossima stagione, da vivere ancora una volta da protagonista. Durante i test di fine stagione lo spagnolo ha confermato di essere ancora il più veloce chiudendo davanti la seconda giornata: un vero e proprio cannibale il pilota di Cervera che non ha nessuna intenzione di fermarsi.
I record non sono un'ossessione per Marquez
L'età è dalla sua parte, ad appena 24 anni ha già messo in bacheca il quarto mondiale nella classe regina diventando così il più giovane di sempre a raggiungere questo traguardo, battendo Mike Hailwood che vinse il suo quarto mondiale in 500 nel 1965 all'età di 25 anni e 107 giorni, ma anche il più giovane di tutti i tempi a raggiungere la soglia dei sei titoli, superando Valentino Rossi che aveva 25 anni e 243 giorni quando vinse il suo sesto titolo nel 2004. Una rincorsa, quella al Dottore, il pilota più vincente nel motomondiale dopo gli inarrivabili Giacomo Agostini e Angel Nieto, che però non è un'ossessione per Marquez che preferisce godersi ogni attimo.
Questi paragoni li vedo quasi fuori luogo, è un grande pilota, ho molto rispetto, Angel era più di un 13 volte campione del mondo. Lui è stato ad aprire le porte del Motomondiale a tutti i piloti spagnoli – sono state le sue parole riportate da Marca -. Superare Rossi? Non mi sono mai prefissato un obiettivo, un numero in particolare o limiti, voglio vivere anno dopo anno e godermeli. Naturalmente io e la mia squadra vogliamo combattere ogni anno per il titolo. Ci saranno anni positivi e anni negativi, ma l’importante è che ci sia sempre la passione.
Un duello, quello tra il campione di Tavullia e lo spagnolo della Honda, che quest'anno non è quasi mai andato in scena: troppo veloce Marquez, troppi problemi per Rossi che, oltre ai guai della sua Yamaha, ha dovuto combattere con gli infortuni rimediati prima del Mugello e soprattutto quello che gli ha causato la rottura di tibia e perone alla vigilia della tappa di Misano. Lo spagnolo, invece, si è confermato campione del mondo e guarda già alla prossima stagione con in mente il chiaro obiettivo di dimostrare, ancora una volta, che è lui il pilota più forte della MotoGP.