MotoGP, Marquez trionfa nella Brno di Rossi e vola verso il Mondiale
C'è un uomo solo al comando, Marc Marquez. Stacca Dovizioso di oltre tre secondi, costringe gli altri a far da spettatori di uno spettacolo da mattatore. Per metà gara amministra e controlla, per la seconda metà accelera e non si volta. Festeggia le 50 vittorie in top class, e guadagna altri cinque punti nel Mondiale sul "Dovi", che completa la gara migliore possibile, ma più del secondo posto non si può ottenere contro questo Marquez. La festa di famiglia, con la vittoria di Alex in Moto 2, è completa. Miller chiude terzo, dietro Rins, Crutchlow e Rossi, sesto. La marea gialla di tifosi del Dottore, che qui ha centrato il primo podio in carriera e vinto più di tutti in MotoGP, restano con l'insoddisfazione prevedibile per una Yamaha anonima.
C'è acqua alla prima staccata e nelle ultime due curve, quindi la partenza viene ritardata. Ha piovuto come in qualifica, quando Marquez ha tenuto su la Honda con una mossa delle sue. Così su una pista italiana per tradizione (5 vittorie di Valentino Rossi, quattro di Giacomo Agostini e tre di Max Biaggi in MotoGP), si corre sulla distanza dei venti giri. “Quando le condizioni della pista cambiano c’è sempre l’incognita di quale gomma montare, se quella da bagnato o da asciutto. In quel momento non ero ancora pronto per le gomme slick, ma ho provato ad andare il più forte possibile con quelle wet, ero sicuro perché sapevo già da prima in quali punti potevo spingere ed in quali dovevo andare più cauto” diceva ieri Johann Zarco dopo la miglior qualifica dal GP di Malaysia dell'anno scorso.
Dura all'anteriore per Marquez, media davanri e soft dietro per Rossi su una pista che si è andata comunque chiaramente asciugandosi. Scatta bene Miller. cadono invece Mir e Morbidelli in un incidente che trascina indietro anche Zarco. Dovizioso tiene il ritmo in avvio di Marquez che conta sulla possibilità di impostare un ritmo non sostenibile sulla scia del tempo stratosferico di ieri. “È in gara che devi battere i rivali, la pole è importante ma i punti si fanno la domenica. La cosa fondamentale è che siamo stati veloci in ogni condizione” commentava ieri.
Dovizioso gli resta vicino con la media al posteriore, mentre il campione del mondo ha montato la più performante dietro che può dare vantaggi, ma solo nei primi quattro giri, avvertiva il Cabroncito ieri. Hanno stili e obiettivi diversi, Dovizioso e Marquez. Girano subito sotto l'1.57, con Miller, Rins e un notevole Espargaro a chiudere il gruppetto di inseguitori. Continuano invece le incertezze di una Yamaha senza continuità: Rossi galleggia intorno alla sesta posizione, Vinales si pianta in partenza e non risale nei primi giri da una quindicesima posizione anonima. Sorpassare su questa pista non è facilissimo, liberarsi del traffico e delle zavorre che alzano i tempi sul piede dell'1.59 non è poi così elementare. Le traiettorie veloci, infatti, si delineano in maniera chiara nei punti più veloci e staccare forte può far aumentare i rischi di andar lunghi.
Marquez si mantiene sull'1.57 bassi: si corre a ritmi semplicemente vertiginosi, Dovizioso gli fa sentire che c'è. Si fa vedere dietro, non è un sorpasso, non è un attacco, è un marcare il territorio, un far sentire la presenza. Crutchlow si butta dentro e attacca Rossi per la quinta posizione. La carenza di grip, viste le condizioni dell'asfalto, ha portato alla scelta delle morbide anche se il Dottore è sceso in pista con chiare istruzioni in materia di risparmio delle gomme.
Bagnaia si tiene l'undicesima con un ritmo tutto sommato costante. "L'anno scorso spingevo e la moto andava, i risultati arrivavano; quest'anno spingo e cado" diceva dopo il peggior venerdì della stagione a Brno. "C'è qualcosa di grosso che non va e che non riusciamo a capire, non mi sento a posto con la moto e la situazione non è facile. Non credo sia solo una questione di setting, è qualcosa che va oltre: io provo a restare tranquillo, ma occorre guardare bene tutto quanto" spiegava.
Dopo metà gara, si spalanca il divario tra Marquez e Dovizioso che tira al limite ma vede il distacco aumentare fino al secondo. Lo spagnolo tiene ancora la moto su, sfiora la caduta con l'anteriore chiuso ma la conserva su, pulito, svelto di riflessi, esplosivo, energico. Corre con l'autorevolezza del dominatore che costruisce lo scenario, disegna la scena, prepara le condizioni per l'acuto. E al momento opportuno si libera degli avversari e dei calcoli. Pulito in ingresso di curva, efficace, sicuro, inattaccabile. Marc-attack vola verso un altro titolo mondiale.-