MotoGp Mugello, due rotture in 4 ore: cosa succede ai motori Yamaha?
Nove giri e le speranze di ripetere l’impresa dalla pole a otto anni dall’ultima vittoria a Mugello finisce in un a nuvola di fumo. “Shit happens” dice Valentino Rossi che trova in uno sporco inglesismo il modo per accettare il colpo basso di una sorte che al mattino aveva graziato Lorenzo, lasciando che il suo motore esplodesse alla fine del warm up. Due rotture in quattro ore, quanto basta per congetturare che nel quattro cilindri Yamaha ci sia qualcosa che non va. A ipotizzare un problema analogo è anche Rossi, escludendo che si sia trattato di una questione legata alle temperature.
Abbiamo controllato i dati e sicuramente non è un problema legato alle temperature – spiega il campione di Tavullia – tutti i parametri erano assolutamente nella norma.
L’origine del guasto non è ancora chiara ma pare che la natura sia identica. Viene da pensare a qualcosa legato a questo lotto di motori, ma sicuramente non è stato causato da un surriscaldamento”.
L’ipotesi è che sia il motore di Lorenzo che il mio siano nati male – aggiunge Rossi – o per un problema di assemblaggio oppure per qualche particolare rivelatosi difettoso. I tecnici stanno controllando”.
Sette motori “congelati” per il 2016
A indagare su quanto accaduto ai propulsori di Rossi e Lorenzo in Italia saranno i tecnici di Iwata che dovranno fare rapidamente luce sul problema, in considerazione del limite regolamentare di sette motori “congelati” che ciascun pilota a disposizione in questa stagione. “Congelati”, a differenza di quanto suppongono in molti, non vuol dire che i sette propulsori siano assemblati a inizio stagione, bensì che in base al motore consegnato a inizio stagione, il costruttore ha l’obbligo di utilizzare le stesse specifiche tecniche per la realizzazione dei propulsori. Quindi per “congelato” si intende lo sviluppo del propulsore, mentre assemblaggio e punzonatura avvengono durante la stagione
Allarme affidablità?
Quanto al numero di motori utilizzati da inizio stagione, quello montato da Lorenzo per la gara era il terzo propulsore. Quello che invece è esploso in gara era il terzo punzonato dei sette motori a disposizione di Rossi. È il caso di parlare di un allarme affidabilità? I motori dei prototipi generalmente sono affidabilissimi e una doppia rottura nella stessa giornata è certamente un qualcosa di anomalo. A fornire un altro indizio sull’analogia del problema tra il propulsore esploso sulla moto di Lorenzo che quello che ha ceduto sulla M1 gemella di Rossi è sempre il Dottore, quando parla di un “un certo numero di chilometri” già percorsi con i due motori, che nel caso del maiorchino era stato montato nelle libere 3 di Jerez, utilizzato sia nel fine settimana del Gp di Spagna che in quello di Francia a Le Mans. Un decorso che non angoscia particolarmente Valentino.
Preoccupato? Non troppo, perché abbiamo punzonato per il momento solo tre motori quindi sugli altri due Yamaha potrà effettuare dei controlli”.
Vale a -37
Era da nove anni che la Yamaha non tradiva il ‘dottore’. L’ultima volta che il pesarese non chiudeva un Gp al traguardo per un guasto tecnico era stato a Misano, nel 2007. Ma la delusione del Mugello è per il secondo zero stagionale, per una gara dove non ha potuto duellare nel corpo a corpo con Lorenzo, in una lotta che sarebbe stata bella perché “avrei potuto batterlo” davanti alla marea di 100.640 spettatori presenti sulle colline toscane. Il destino ha inesorabilmente deciso che a chinare il “Mugiallo” fosse il motore, lasciando sprofondare Rossi a 37 punti di distacco dalla vetta che dopo un terzo di mondiale non sono affatto pochi.