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MotoGP, Pedrosa: “Per la Honda ero troppo piccolo per fare il tester”

Il pilota spagnolo ha parlato dei motivi che lo hanno spinto a passare come tester alla KTM: “Nomura diceva che con il mio fisico non potevo dare quella direzione di cui hanno bisogno Marquez o Lorenzo”.
A cura di Valeria Aiello
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Lasciata la Honda, Dani Pedrosa si è dovuto difendere dalle critiche di Alberto Puig, suo ex mentore e team manager HRC in quest’ultima stagione di Dani in Honda. Puig ha duramente attaccato lo spagnolo, parlando dei motivi per cui crede che non sia riuscito a diventare campione in MotoGP. In un’intervista a Marca è stato chiesto a Pedrosa se questo risentimento nei suoi confronti avesse qualcosa a che vedere con la sua uscita dalla squadra, con il suo ritiro, o con il fatto che dopo 18 stagioni in Honda dal 2019 sarà collaudatore KTM.

Pedrosa: “Io troppo piccolo per fare il tester”

In questi anni Dani è stato una risorsa inesauribile per la Honda e si è sempre occupato dello sviluppo della moto nonostante compagni di squadra più grandi di lui, come Hayden, Stoner e Dovizioso. Il suo lungo rapporto HRC sembrava garanzia di un suo futuro nei panni di tester ma i vertici Honda hanno preferito adottare un criterio diverso per la scelta dei suoi collaudatori, consegnando Pedrosa nelle mani alla rivale austriaca in MotoGP. “KTM mi ha offerto un buon progetto e tutta la sua fiducia, mentre il presidente di HRC, Yoshishige Nomura, mi disse che non credeva che il mio fisico potesse dare quella direzione di cui avevano per bisogno i piloti dell’attuale team, Marquez e Lorenzo, fisicamente più grandi di me. Consideravano Stefan Bradl più adatto per quel ruolo – ha spiegato Pedrosa.

Parlando invece del suo ex manager, Pedrosa ha preferito non scatenare altre polemiche: “Come Alberto Puig sia stato una parte vitale della mia carriera, non posso negarlo e tutti sanno che non ho mai cercato di nasconderlo. Ma dopo gli eventi di quest’ultimo anno, è un capitolo chiuso e non c’è bisogno di entrare in polemiche sterili”.

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