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MotoGP, perché Valentino Rossi si accovaccia accanto alla moto prima dei GP

Il pesarese rivela come è nato il rituale prima della partenza: “Agli inizi non avevo una tuta da gara della mia taglia e per sistemarla mi sono sempre accovacciato. Poi è diventato un rituale per trovare concentrazione”.
A cura di Valeria Aiello
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Gesti propiziatori e scaramanzie prima dell’inizio di ogni corsa sono un rituale che si ripete in complicate liturgie, inviolabili nella loro sacralità. Lo sa bene chi prova ad avvicinare i piloti prima della partenza, finendo puntualmente per essere rimbalzato perché, in quegli istanti di concentrazione, non è il momento giusto per parlare. Riferimento non casuale alla ministra ceca che sulla griglia di partenza del Gp d’Austria 2017 aveva chiesto un selfie a Valentino Rossi, disturbando il Dottore prima della gara. Come il campione di Tavullia, chi più, chi meno, anche gli altri piloti hanno un loro rituale, ma certamente il più noto ed evidente è proprio quello del pesarese.

Valentino Rossi accovacciato accanto alla sua M1 prima della partenza
Valentino Rossi accovacciato accanto alla sua M1 prima della partenza

Uno schema fisso già all’interno del box, in cui Rossi si tocca spalle, mani, gambe, tuta, casco e guanti, in rigorosa sequenza. Quindi l’inchino vicino alla pedana destra della sua moto prima di ogni uscita e, uscendo dalla pit-lane, la consueta toccatina al pacco per sistemarsi la tuta prima di entrare in pista. C’è poi il rituale in griglia, con il 46 che si accovaccia accanto alla moto e, con la testa poggiata sulla sospensione anteriore, sembra mormorare qualcosa.

Tutta ‘colpa' della… tuta

Ma cosa c’è dietro a questo momento così intimo con la sua Yamaha? Inizialmente, ha rivelato Rossi, il movimento è nato da una ragione “pratica”. “Ho iniziato a fare questo movimento all’inizio della mia carriera, più o meno 30, 40 anni fa – scherza il Dottore – Agli inizi non avevo una tuta da gara della mia taglia, o era piccola o media. Ecco perché l’ho sempre sistemata accovacciandomi – dice al magazine tedesco Motorsport-total.com. Tuttavia, dopo nove titoli, 115 vittorie, 227 podi e 64 pole e una tuta in pelle della sua misura, il pesarese non ha smesso di accovacciarsi prima di ogni uscita dalla pit-lane e prima di ogni gara. “Ho continuato a farlo. È diventato un rituale per trovare concentrazione”. Poi aggiunge con un sorriso: “Non parlo con la moto, almeno non in quel momento”.

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