MotoGP, Quercia, Tramonto e Curvone i punti chiave a Misano
L'ultimo terzo di Motomondiale si apre a Misano, dove tutto sembra girare intorno alla passione per le due ruote. Situato ad una ventina di chilometri da Rimini, il circuito intitolato dal 2012 a Marco Simoncelli festeggia quest’anno i 45 anni di attività. Nel corso delle stagioni la pista ha subito diverse modifiche fino ad arrivare nel 2008 alla configurazione attuale da 4.226 metri con 10 curve a destra e 6 a sinistra. Qui ad agosto i piloti hanno avuto modo di svolgere importanti test. Le Ducati hanno sperimentato nuovi assetti e l'aerodinamica che tanto sta piacendo a Lorenzo, mentre Honda ha registrato miglioramenti di elettronica e ciclistica. Una familiarità che può accendere la gara, segnata dall'assenza di Valentino Rossi.
Le gomme: simmetriche avanti, asimmetriche dietro
Il circuito romagnolo sarà un banco di prova molto duro per Michelin, per l'asfalto abrasivo e le tante curve con importanti angoli di piega. Per questo il fornitore francese porterà due mescole di medie e una dura sia al posteriore che all’anteriore non porterà mescole morbide, bensì 2 tipologie di medie, di cui una specifica per questo tracciato, e una dura. Gomme con profilo simmetrico davanti e spalla destra rinforzata dietro.
“Nell’ultima stagione siamo stati molto contenti della performance di tutti i pneumatici, abbiamo battuto alcuni dei record esistenti – cosa che ovviamente vorremmo fare anche quest’anno – ma la cosa più soddisfacente era la consistenza e la durata che i nostri pneumatici, che hanno mostrato durante la giornata di gara in condizioni molto calde e impegnative su una superficie abrasiva” ha detto Piero Taramasso, responsabile sezione due ruote Michelin, soddisfatto anche dei dati aggiornati derivanti dai test estivi.
Un giro di pista
La prima curva, importante, richiede una staccata aggressiva: Qui si passa da 271 ai 115 kmh. I piloti devono tenere il freno in mano per tutta la percorrenza, con grande attenzione all'inserimento, e alleggerire piano perché è molto facile andare oltre il limite e perdere l'anteriore. Con conseguenze negative anche sui due successivi cambi di direzione a bassa velocità. Qui, alla Variante del Parco, conta puntare il gas nella seconda parte per ottenere una buona uscita di curve verso la Rio.
La Quercia, la più difficile
È un tornante a destra che richiede una staccata molto fisica per rallentare la moto e nella parte finale stringe, complicando la gestione della traiettoria ottimale. La variante Arena immette verso la Quercia (curva 8), la più difficile della pista. Le MotoGP frenano da 294 km/h a 79 km/h in 222 metri e 4,8 secondi, con un carico massimo sulla leva di 6 kg e una decelerazione che raggiunge gli 1,5 g. La frenata decisa, in leggera discesa, comporta molte possibilità di traiettorie diverse, in entrata e in uscita, e favorisce in questo punto la ricerca dell'attacco e del sorpasso fino all'ultimo giro.
Il Curvone, il più adrenalinico
Da qui si arriva al Tramonto, due curvoni velocissimi raccordati in uno. Si stacca con l'angolo in discesa e si torna indietro con tutte le difficoltà nel mettere la moto in traiettoria. Il Curvone (curva 11) rimane il punto più adrenalinico del tracciato. È una di quelle curve che mette paura, che si affronta in accelerazione con la moto inclinata, di quelle in cui serve un fisico bestiale e sapere sempre come si comporta la moto. Guai a buttarsi dentro con la speranza di percorrerla bene. Al Curvone si registra anche la più grande discrepanza rispetto alla percorrenza delle Superbike, sottolineano i tecnici Brembo, “perché i piloti MotoGP sono costretti a dare una toccatina ai freni (1,3 secondi), indispensabile per perdere una quarantina di km/h, mentre quelli Superbike possono affrontarla in pieno, complice la minore velocità”.
La curva del Carro e le Misano
I piloti devono poi dosare bene anteriore ed erogazione del gas nelle due successive correzioni a destra prima della curva del Carro, dove si frena forte ma senza avere troppi riferimenti e si cerca di sfruttare tutta l'ampiezza, cordoli compresi, verso le due Misano. La prima, in appoggio a sinistra, è complicata anche perché magari la gomma da quella parte è più fredda. Alla seconda, sconnessa e in discesa, si raggiungono la pressione più alta del liquido freni (10,6 bar) e il carico maggiore sulla leva (6,1 kg).
Impegno sui freni
Secondo i tecnici Brembo, il circuito di Misano è mediamente impegnativo per i freni, utilizzati complessivamente per 30 secondi al giro. Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva Brembo del freno dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore supera i 1.170 kg, 41,9 ogni giro, con una media di decelerazioni che raggiunge gli1,19 g
Numeri e curiosità
Il GP di San Marino è stato organizzato per diciannove volte e su tre differenti circuiti: per la prima volta ad Imola nel 1981 e poi nel 1983, al Mugello per quattro volte nel 1982, nel 1984, nel 1991 e nel ’93 mentre nel 1985, ’86, ’87 e dal 2007 per tredici volte a Misano.
Yamaha è il costruttore con più successi sulla pista rivierasca: dal 2007 la Casa dai tre diapason ha vinto sei GP, l’ultimo firmato Valentino Rossi nel 2014. Tre le vittorie di Honda, una sola per Ducati con Stoner nel 2007.
La pole in MotoGP non conta così tanto. La vittoria di Dani Pedrosa nel 2010 è infatti l'ultima di un pilota scattato al palo neòòa classe regina, che sta vivendo il Mondiale più equilibrato dal 1993, da quando si introdusse il nuovo sistema di punteggio, con cinque piloti racchiusi in 35 punti.
In Moto2 Takaaki Nakagami, primo giapponese a vincere più di una gara da quando esiste la categoria, festeggerà i 100 GP. L'osservato speciale resta Franco Morbidelli (EG 0,0 Marc VDS), leader iridato,che però non è mai andato sul podio a Misano.
In Moto3 Enea Bastianini, che qui ha colto la prima vittoria in carriera, il leader del Mondiale Joan Mir (Leopard Racing), Niccolò Antonelli (Red Bull KTM Aj0- 2015) e Romano Fenati (Marinelli Rivacold Snipers – 2012) sono gli unici piloti attualmente nella classe ad essere già saliti sul podio adriatico.