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MotoGP, Valentino Rossi: “Grande gara, la dedico a don Cesare”

Piazza d’onore al Sachsenring per il pesarese che va in vacanza con il secondo posto nel mondiale: “È stata la mia gara più bella della stagione, bei sorpassi e nessun errore. Avevo la motivazione extra del podio di mio fratello, contento per lui e per nostra mamma”.
A cura di Valeria Aiello
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Secondo alla bandiera a scacchi in quella che a tutti gli effetti continua ad essere casa Marquez, Valentino Rossi si gode il podio del Gp di Germania. “Sono molto contento perché è il miglior risultato della stagione ma soprattutto perché è stata la mia più bella gara quest’anno” ha premesso ai microfoni di Sky Sport. “Sono partito fortissimo e ho guidato bene per tutti i 30 giri, sono andato molto forte e ho guidato come dovevo, cercando di salvare le gomme. Non ho fatto nessun errore, ero al momento giusto nel posto giusto. Ho fatto dei bei sorpassi”.

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“Grande gara, la dedico a don Cesare”

Oltre al grande lavoro fatto dal team Yamaha che dietro al pesarese ha piazzato anche Maverick Vinales sul podio, Valentino Rossi ha confessato di aver avuto una spinta in più dal grande risultato conquistato oggi dal fratello Luca Marini, terzo in Moto2 al suo primo podio in carriera. “Sono molto contento per lui e anche per mia mamma. Sono molto fiero di Luca, è stato bravissimo. Mi ha dato una extra motivazione – ha ammesso il Dottore che ha poi fatto una dedica speciale: “Volevo dedicare questa gara a don Cesare, il parroco di Tavullia che è morto qualche giorno fa, era lui che suonava le campane dalla mia prima vittoria in 125. Dovevo per forza fare una bella gara”.

Sulla carta quella del Sachsenring era una pista storicamente ostica per la Yamaha. “In questi dieci giorni abbiamo lavorato duro per questo podio, dove l’anno scorso avevamo sofferto tanto ma dove Folger lo scorso anno aveva fatto bene. Ho cercato di studiare la sua gara in tutte le linee e mi sono detto: ‘Se ce la fa Folger, ce la posso fare anche io’. Marquez non era lontano, però gli ultimi giri andava più forte perché consumava meno le gomme, quindi io dico che siamo un grande team, sia il mio che quello di Vinales, lavoriamo al massimo e siamo due piloti complementari: uno un po’ più giovane e aggressivo, l’altro un po’ più vecchio e con più esperienza. Però abbiamo bisogno di una mano dal Giappone dei nostri amici ingegneri”. Poi, scherzando sulla grande forma fisica e la sua età, ha aggiunto: “Io immagino di avere dieci anni in meno, cioè 29, per cui se arrivo quinto non sono contento. Se mettiamo i 46 punti di ritardo da Marquez nella macchina del tempo? In previsione mondiale 46 punti sono moltissimi e Marquez va più forte, per cui è difficile. Abbiamo bisogno di una mano, continuare così e cercare di fare delle belle gare”.

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