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MotoGp, Rossi o Lorenzo? Alla Yamaha uno è di troppo

I rapporti tra i due arrivati a un punto di non ritorno: le possibilità sono Ducati o Honda per il maiorchino. Il direttore sportivo Meregalli: “Dopo Sepang qualcosa si è rotto, non che prima si amassero però si rispettavano”. La riunione oggi in Yamaha.
A cura di Valeria Aiello
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Dopo Sepang “qualcosa si è rotto”. Così Massimo “Maio” Meregalli, direttore sportivo del team Yamaha, a pochi giorni dalla vicenda di Sepang che ha spaccato non solo l’opinione pubblica ma, come ammesso dal dirigente della casa di Iwata in un’intervista a Corsport, anche il box Yamaha dove Valentino Rossi e Jorge Lorenzo sono ai ferri corti: una situazione complicata e che verrà analizzata nella riunione di oggi a Gerno di Lesmo, sede Yamaha vicino Monza, in cui si discuteranno i fatti di Sepang, prima della consueto meeting del mercoledì in vista dell’ultimo round del campionato dove a giocarsi il titolo saranno proprio i due alfieri della squadra nipponica.

Ora c’è un po’ di casino – conferma il direttore sportivo – E non solo per l’incidente di per sé. Perciò abbiamo convocato una riunione che non tratterà l’aspetto tecnico del prossimo GP, che verrà come sempre discusso mercoledì prossimo”

Meregalli non nega le voci che parlano di una rottura tra i due piloti arrivati nel loro rapporti a un punto di non ritorno:

Vogliamo comunque parlare della corrente situazione perché è indubbio che qualcosa si è rotto – ha aggiunto Meregalli che sull’aspetto tecnico e la comunicazione dei dati tecnici tra i due ha aggiunto – No, personalmente penso che non cambierà proprio nulla. È da cinque anni che la Yamaha ha messo in comune le telemetrie e non credo proprio che cambierà”.

A Valencia i dati non torneranno ad essere segreti come ai tempi del muro al box, ma i rapporti già minati da una difficile convivenza e alimentati dalle nuove vicissitudini della gara di Sepang rischiano mettere un punto definito al prosieguo in Yamaha per uno dei due alfieri, indipendentemente dal fatto che entrambi abbiano un contratto che scade nel 2016. Dal 2008, quando Lorenzo approdava in Yamaha è effettivamente successo di tutto, fino ad arrivare allo scontro diretto di quest’anno. Una lotta fratricida senza esclusione di colpi ma che ora, dopo le considerazioni di Lorenzo nel dopo gara malese è passata all’odio reciproco per le dichiarazioni e il disprezzo espresso da Lorenzo, reo di aver fatto precipitare la situazione. A chiedere di lasciare la Yamaha sarebbe proprio il maiorchino, per il quale si aprirebbero due possibilità, Ducati e Honda. Di un suo contatto con la factory di Borgo Panigale si era già parlato lo scorso anno, specialmente dopo l’arrivo di Gigi Dall’Igna che, in considerazione dei contratti di Andrea Iannone e Andrea Dovizioso, in scadenza nel 2016, potrebbe pensare a una terza moto per il maiorchino.

Intendiamoci, non è che prima si amassero ma si sono sempre rispettati – spiega Maregalli – hanno lavorato assieme nello stesso box, anche se ognuno con la propria squadra”.

A Sepang, dopo le scintille del quarto turno libere, Meregalli aveva intuito che tra Rossi e Marquez stava per succedere qualcosa, tuttavia la Direzione Gara, cui il team si era già rivolto, non ha dato troppo peso alla tensione che si era generata fin dalla conferenza stampa pre evento di Sepang, per poi sfociare nel contrasto in pista.

Dopo le Fp4, prima delle qualifiche mi ero confrontato con Lin Jarvis (managing director di Yamaha -ndr) e gli avevo detto se era d’accordo che io facessi un salto in Direzione di Gara per chiedere una convocazione di entrambi i piloti. Lin si era espresso positivamente, così ero andato, ma solo per sentirmi dire che non era il caso di fare alcunché. Cose se non si rendessero conto di quello che era successo”.

Infine su tutti e due ha concluso:

Tutti e due vogliono vincere, chiedere sempre e non essere mai contenti è nel loro Dna. Uno, Rossi, è più dolce, l’altro, Lorenzo, è più deciso, si fa meno scrupoli nel parlarti. Io sono in mezzo, equidistante fra i due. Simpatie possono essercene, ma bisogna essere professionali ed io sono un professionista. So che non sarà facile perché ciò che è successo a Sepang è stato veramente brutto per il nostro sport”.

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