MotoGP, Valentino Rossi allontana il ritiro: “Continuo anche se vinco il decimo mondiale”
Il campionato del mondo MotoGP 2018 non ha regalato troppe soddisfazioni a Valentino Rossi: quella andata in archivio è stata sua ventitreesima stagione nel Motomondiale ma anche la sua prima annata senza vittorie in tredici stagioni in sella alla M1. Un record negativo sottolineato dal bottino più magro in termini di punti iridati, 198 lunghezze, complici errori e sfortuna ma anche la profonda crisi tecnica attraversata dalla Yamaha che ha complicato anche la stagione del suo compagno di squadra, Maverick Vinales. Malgrado tutto, Rossi sembra non avere nessuna intenzione di fermarsi.
Rossi: “Continuo anche se vinco il decimo mondiale”
Secondo l’autorevole Speedweek.com che nei giorni di Natale ha fatto un bilancio della sua stagione, Valentino sarebbe comunque pronto a continuare anche dopo il 2020. Un’impresa da pelle d’oca, visto che in Qatar, alla vigilia del primo weekend del campionato del mondo 2018, Rossi hanno annunciato di aver esteso di altri due anni il suo matrimonio con la Yamaha, un contratto che lo vedrà in pista fino a quando avrà ampiamente superato i 40 anni e arriverà ad averne quasi 42, allontanando l’ipotesi di ritiro anche se in queste due stagioni arrivasse l’agognato decimo mondiale.
“Sono solo numeri che contano davvero poco – ha detto Valentino – Credo che, in realtà, continuerei anche se vincessi il decimo mondiale. Ovviamente un altro titolo mi renderebbe felice ma, come ho sempre detto, corro prima di tutto perché mi diverto, mi piace guidare la moto e vincere le gare. Per ora ho un contratto firmato per il 2019 e il 2020 e non ho ancora deciso se questo sarà l’ultimo o meno. Ci sono cose che non affronto prima che arrivi il momento”.
Per ora, secondo il campione di Tavullia, è importante lavorare per recuperare il ritardo dai rivali. “Dobbiamo continuare a lavorare sodo per essere competitivi su tutte le piste. Se in Giappone lavoreranno bene, potremo migliorare nel medio termine. Negli ultimi due anni Honda e Ducati sono cresciute più di noi, persino la Suzuki ha fatto meglio”.