MotoGP, Valentino Rossi: “Rientro ad Aragon? È difficile, ma ci proviamo”
Quella di domenica a Misano sarà una gara senza l’idolo di casa. La sfortuna di incappare in un incidente facendo enduro durante un allenamento con i ragazzi della sua Academy nella settimana precedente alla tappa romagnola del mondiale costringerà Valentino Rossi a saltare la gara di Misano e con molta probabilità quella successiva ad Aragon, con rientro previsto a metà ottobre a Motegì in Giappone. Tuttavia, le buone condizioni della gamba destra che già venerdì scorso, dopo l’intervento di riduzione della frattura di tibia e perone, era già molto sgonfia e l’assenza di lesioni muscolari potrebbero però consentirgli di pianificare un rientro già a fine settembre in Spagna, quando saranno trascorsi appena 25 giorni dalla notte dell’intervento alla domenica gara.
Il rientro ad Aragon? Risponde Valentino
Tutto dipenderà da come la gamba risponderà alla fisioterapia che il pesarese ha già iniziato in forma leggera. A far ben sperare, rispetto all’infortunio del Mugello 2010, quando la frattura di tibia e perone era scomposta ma anche esposta, è la situazione meno grave, nonostante gli stimati 30-40 giorni di recupero siano in linea con quelli di sette anni fa. E mentre in Yamaha si valutano i nomi “di due o tre piloti” che potrebbero sostituire Rossi ad Aragon, è stato lo stesso Valentino a rispondere al tormentone di questi giorni, intervistato da Guido Meda che lo ha raggiunto in VR46 a Tavullia. L'intervista esclusiva andrà in onda alle 18.45 di oggi 7 settembre su Sky Sport MotoGP canale 208 della piattaforma satellitare, in replica alle 21:15 e da domani anche su Sky OnDemand.
Rientro in tempi record? Il rientro dipenderà molto da come sta la gamba – spiega Valentino – Io nella mia testa avevo pensato Motegì ma adesso tutte le previsioni sono un prenderci, perché bisogna vedere come sta la gamba, bisogna vedere come reagisce al lavoro, se possiamo spingere un pochino, se possiamo muoverla, se non si gonfia e vedere come sto io per il resto.
L’altra volta – dopo l’infortunio del Mugello nel 2010, ndr – sono tornato in pista dopo 40-41 giorni, al Sachsenring, e quindi saremo in linea con la tempistica di Motegi. Aragon è molto prima perché sarebbe tre settimane dopo l’incidente quindi sarà veramente difficile, però ci proviamo, tutte le mattine lavoriamo e vediamo. Abbiamo ancora un po’ di tempo. È noioso, fa male e bisogna aspettare.
La caduta? "Ho preso un sasso"
Valentino ha poi spiegato la dinamica dell’incidente: “Sono andato a fare un giro di enduro con i miei amici e con gli altri piloti dell’Academy. È un giro che facciamo da quando avevo 18 anni, mi portava mio padre con i suoi amici quando lo facevano anche loro da giovani. Quindi è una cosa che ho fatto duecento volte. Eravamo quasi alla fine, eravamo in una discesa abbastanza ripida, stavamo andando giù piano, in piedi sulle pedane, in seconda, solo che c’era uno scalino roccioso. Quando ho preso lo scalino mi si è mosso il manubrio come se avessi preso un sasso, una cosa del genere. Sulla sinistra, io sono andato giù col piede a destra, solo che c’era uno sbalzo e quindi quando il piede ha toccato con tutto il peso del mio corpo e della moto sopra si è rotta la gamba. Mancavano 400 metri alla fine del giro”